Secondo il Piano Transizione 5.0, i consumi energetici italiani saranno uno dei punti principali coperti dalle misure del decreto: perché sono cruciali per una transizione verso un’economia sostenibile
Il Piano Transizione 5.0 è un progetto strategico lanciato dal governo italiano che mira a promuovere la trasformazione digitale e verde del sistema economico, industriale e sociale del Paese. Uno degli obiettivi centrali di questo piano riguarda la riduzione dei consumi energetici italiani. L’Italia, infatti, si è impegnata a raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica stabiliti dall’Unione Europea entro il 2050. Di conseguenza, ridurre i consumi energetici, soprattutto quelli derivanti da fonti fossili, è essenziale per abbattere le emissioni di gas serra e per passare a un modello energetico basato su energia da fonti rinnovabili.
Il ruolo del consumo di energia nel Piano Transizione 5.0
I consumi energetici italiani rappresentano uno dei punti centrali del Piano Transizione 5.0 perché la loro riduzione è essenziale per una transizione verso un’economia più sostenibile, competitiva e indipendente dal punto di vista energetico. Guardiamo in primo luogo all’industria: il settore industriale italiano è uno dei principali consumatori di energia e, attraverso il Piano Transizione 5.0, si vuole supportare la transizione delle imprese verso un modello produttivo più efficiente, che riduca gli sprechi energetici e ottimizzi i processi produttivi, anche grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate.
Al contempo, la riduzione del consumo energetico riguarda anche le abitazioni private. Il piano include incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici, come è stato il Superbonus 110%, che incoraggia i cittadini a effettuare lavori di ristrutturazione energetica, installare pannelli solari o sistemi di riscaldamento più efficienti.
Un altro aspetto è quello della dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas naturale e petrolio per il proprio fabbisogno energetico: un rischio per la sicurezza energetica del Paese, soprattutto in un contesto geopolitico instabile. Il Piano Transizione 5.0 vuole ridurre questa dipendenza, promuovendo lo sviluppo di infrastrutture energetiche resilienti, diversificate e orientate a energie rinnovabili, come il solare e l’eolico, da fonti locali.
Infine, un dato che tutti possiamo facilmente confermare: i costi dell’energia per le famiglie e le imprese italiane sono più alti rispetto alla media europea. Ridurre i consumi energetici tramite l’efficienza e l’adozione di fonti rinnovabili non solo è un imperativo ambientale, ma anche economico. Le aziende che investono in tecnologie più efficienti possono ridurre significativamente le bollette energetiche, aumentando così la loro competitività.
Consumi energetici in Italia
Per capire l’entità dei consumi energetici italiani possiamo guardare alla Relazione Annuale sulla Situazione energetica nazionale 2024 realizzata dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), relativa al 2023. Dal rapporto emerge un’attenuazione della dipendenza del nostro Paese dall’estero: le importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda scende dal 79,2% del 2022 al 74,6% del 2023. In particolare, si segnala un -38% per quanto riguarda le importazioni di combustibili solidi, -22% di energie rinnovabili e bioliquidi, -15% di gas naturale. L’importazione del petrolio cala solo del 2,5% mentre aumenta del 15% la quota relativa all’energia elettrica, nonostante la produzione nazionale risulti in crescita (+4,2%) soprattutto grazie alle fonti rinnovabili. La quota dei consumi energetici italiani complessivi coperta da rinnovabili è pari al 19,8%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al 2022. Questa cifra è abbastanza buona considerando che la media europea si aggira attorno al 18%.
Buone le notizie sul fronte dei prezzi, in particolare per le imprese: nel 2023 sono diminuiti del 25% i costi dell’energia elettrica e del 18% i costi del gas naturale. Nell’anno passato le famiglie italiane hanno consumato 49.315 Ktep di energia, il 4,3% in meno rispetto al 2022. Il 55,8% dell’energia consumata è per uso domestico e il restante 44,2% per i trasporti privati. Tra il 2022 e il 2023 c’è stato un contenimento dei consumi energetici totale pari al 4,2%.
Allargando lo sguardo ad altre ricerche, possiamo aggiungere che in Italia il consumo di energia per unità di PIL si è ridotto del 16% dal 2005 al 2021 e le emissioni di gas serra per unità di PIL sono calate del 27,2%. Le emissioni di gas serra sono diminuite in tutti i settori produttivi: -6,6% agricoltura. -14,1% industria. (ISPRA).
Consumi di energia elettrica
Concentrandoci in particolare sulla produzione di energia elettrica e sui consumi di energia elettrica in Italia, teniamo come riferimento le rilevazioni di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, dalle quali emerge che i consumi elettrici italiani sono diminuiti del 2,8% nel 2023 rispetto all’anno precedente, attestandosi a 306,1 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 36,8% della domanda, rispetto al 31% del 2022 (specifichiamo che questi dati sono relativi alla sola energia elettrica, mentre i precendenti (dati MASE) si riferiscono a tutti i consumi energetici nel complesso). Questa cifra è aumentata ulteriormente: guardando ai dati più recenti vediamo addirittura un 52% registrato a maggio 2024. L’aumento è dovuto soprattutto all’energia idroelettrica. Relativamente all’offerta, nel 2023 si è registrata una crescita importante della produzione rinnovabile (+15,4%). Segnali incoraggianti che tracciano la strada per un futuro più sostenibile.