Aldo Agostinelli

Per compensare la CO2 le aziende possono mettere in pratica progetti di sostenibilità ambientale, anche ricorrendo all’acquisto dei cosiddetti crediti di carbonio: ecco come funziona

La compensazione di carbonio è un tema molto attuale. Infatti, la crescente sensibilità per le tematiche legate alla sostenibilità ha portato le aziende a interrogarsi sulla riduzione del proprio impatto ambientale e su come compensare le proprie emissioni. I modi per mettere in atto una  riduzione delle emissioni possono essere diversi. Sicuramente, l’obiettivo resta l’eliminazione dei combustibili fossili grazie all’introduzione di energie rinnovabili. Tuttavia, sappiamo che ad oggi non è ancora possibile, per diverse aziende, evitare completamente l’utilizzo dei combustibili fossili. Per questo ci sono aziende che riducono le emissioni attraverso la compensazione di CO2. Ma in che cosa si concretizza questa operazione e come compensare la CO2?

Per prima cosa, occorre rivolgersi a specialisti del settore in grado di accompagnare l’azienda nel proprio percorso verso la sostenibilità. La compensazione della CO2 deve infatti essere vista come un tassello di una più ampia strategia volta a ridurre la propria impronta ecologica e al contempo comunicare al meglio le proprie iniziative. Una realtà come Sustrain, nata da una lunga esperienza nel campo della comunicazione e della sostenibilità, può rappresentare per un’azienda un valido alleato in questo percorso.

Che cos’è la CO2

Prima di addentrarci ne tema della compensazione CO2, cerchiamo di chiarire di che cosa stiamo parlando. La CO2 è il diossido di carbonio, più noto anidride carbonica. È un ossido del carbonio composto da un atomo di carbonio legato da due doppi legami a due atomi di ossigeno. È presente naturalmente nell’atmosfera, nell’idrosfera e nella biosfera. In natura, viene prodotto ad esempio dalla degassificazione da vulcani, dalla respirazione di microorganismi aerobici e dal deperimento fisiologico della materia organica. Tuttavia, il suo aumento è dovuto alle attività umane. In particolare alla produzione di energia elettrica dalla combustione di gas metano, gas naturale o carbone e al trasporto dalla combustione di combustibili fossili.

Quando parliamo di gas a effetto serra ci riferiamo al surriscaldamento dell’atmosfera causato dall’abbondanza di CO2 allo stato gassoso. Col tempo, l’effetto serra tende a surriscaldare il nostro Pianeta, abbassando la quantità di calore che la Terra riesce a far fuoriuscire. Inoltre, l’eccesso di CO2 mette a rischio la presenza dell’Ozono, uno strato gassoso esistente nell’atmosfera che protegge il Pianeta dall’azione nociva dei raggi ultravioletti che provengono dal sole. Per queste ragioni si parla della necessità di ridurre le emissioni di CO2 e di limitare l’ impronta di carbonio.

Le emissioni di CO2 nel mondo

Secondo un’indagine realizzata dall’agenzia internazionale dell’energia, nel 2019 sono state emesse, in tutto il mondo, 33 miliardi di tonnellate di CO2. Nel 2020 c’è stata una flessione a causa della pandemia da Covid 19, ma i dati di quest’anno presentano una nuova crescita. Inoltre, nel corso del 2020 sono state registrate le temperature più alte dal 1850. Attualmente, è la Cina il Paese con la quota più elevata di emissioni di gas serra.

Un tempo, sul triste podio c’erano Europa e Stati Uniti.  Oggi la Cina emette il doppio di CO2 rispetto agli USA, ma ricordiamo che la sua popolazione è quattro volte superiore. Ciò significa che un singolo cittadino statunitense ha una quota individuale di anidride carbonica doppia rispetto ai cinesi. Un discorso simile vale per l’India, diventata il Paese più inquinato al mondo. L’Europa sta migliorando, ma la strada da percorrere è ancora molto lunga.

Come si compensano le emissioni di CO2?

Per quanto la strada maestra da seguire sia quella delle energie rinnovabili, ad oggi alcuni settori industriali, in particolare (pensiamo alle aziende metallurgiche o che lavorano con petrolio e gas naturale) non possono fare a meno dei combustibili fossili. Quello che possono fare, è puntare sulla compensazione del carbonio. Ovvero, controbilanciare  le loro quote di emissione di CO2 con azioni di tutela dell’ambiente, di riforestazione, di sviluppo di progetti in grado di incentivare l’efficienza energetica e di diffondere l’utilizzo di fonti rinnovabili, e così via. Sono queste le azioni alle quali ci riferiamo quando parliamo di progetti compensazione CO2. Ora vedremo come queste attività si possono concretizzare.

Compensare CO2: tipologie dei progetti

Ci sono varie tipologie di progetti volti a ridurre le emissioni e a generare crediti di carbonio. Tra i principali ricordiamo:

  • gestione efficiente dei rifiuti, progetti in grado di trasformare il metano rilasciato in combustibile pulito;
  • silvicoltura, protezione e ripristino di aree forestali;
  • pratiche agricole in grado di ripristinare la biodiversità e aiutare i piccoli proprietari terrieri;
  • gestione delle risorse idriche volte a fornire acqua pulita alle comunità rurali;
  • infrastrutture per le energie rinnovabili con ricadute positive sulla rete energetica locale;
  • interventi di risparmio energetico e di sostituzione dei combustibili fossili con fonti di energia rinnovabile.

Compensazione delle emissioni di CO2 con crediti di carbonio certificati

Le attività che abbiamo appena citato possono essere messe in atto direttamente dall’azienda, se è in grado di organizzarsi e di realizzarle, magari con il sostegno di un esperto e con il coinvolgimento del territorio in cui opera e delle relative istituzioni. Oppure, possono essere conseguite tramite l’acquisto dei crediti di carbonio sul mercato volontario. I crediti di carbonio garantiscono il finanziamento di interventi di sostenibilità ambientale e l’assorbimento di una tonnellata di CO2 per ogni credito. Praticamente, con questo metodo l’azienda fa in modo che i progetti di compensazione CO2 vengano messi in atto, a suo carico, da un ente terzo.

Attenzione. Ciò non significa che un’azienda può emettere tranquillamente CO2, perché tanto poi la compensa con delle buone azioni. La compensazione deve essere considerata un’attività  residuale e parallela alle iniziative messe in atto per produrre meno CO2. Per questo oggi si tende a parlare soprattutto di “contribuzione climatica”. Affinché sia efficace, il carbon offsetting deve sempre andare di pari passo con pratiche concrete per la limitazione delle emissioni di CO2.

Quanto costa compensare CO2?

Il prezzo dei crediti di carbonio è lo specchio della capacità di assorbimento della CO2 dell’azione messa in atto, ma anche del suo impatto sull’ecosistema, sulla società e sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU. Quando parliamo di carbon offsetting o di compensazione emissioni CO2 ci riferiamo normalmente alla compensazione volontaria delle emissione, che include “tutti gli approcci adottati dagli attori che scelgono volontariamente il metodo di compensazione per contribuire per le proprie emissioni di CO2 residue”.

Esiste poi un mercato regolamentato delle emissioni di CO2. Istituito dal Protocollo di Kyoto, esso prevede lo scambio di “quote di emissione” tra aziende e governi, obbligati per legge a rendere conto delle loro emissioni, con lo scopo di ottenere profitto dalle quote non utilizzate o di raggiungere specifici obiettivi normativi.

Compensare CO2, obiettivo 2050

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha indicato il 2050 come data termine entro la quale raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero. Sono diverse le aziende che stanno lavorando per anticipare questa data limite, spostandola al 2030. Tuttavia, considerando l’entità del cambiamento che comporta la rinuncia, in sostanza, all’utilizzo dei combustibili fossili (e gli ostacoli che questo percorso sta incontrando), a livello globale non sarebbe realistico anticiparla. Anzi: se dovessimo proseguire sulla strada che stiamo attualmente seguendo, anche il 2050 sarebbe una data utopica. Occorre uno sforzo straordinario e un cambiamento che coinvolga tutti, ad ogni livello, in tutto il mondo. L’obiettivo finale è il contenimento dell’aumento del riscaldamento globale entro l’1,5°-2° rispetto ai livelli preindustriali.

Dove comprare carbon credit?

Per generare crediti di carbonio, le iniziative messe in atto devono essere certificate. Dopodiché, verranno eseguire attività di monitoraggio affinché sia assicurata la continuità del progetto. Infine, le attività potranno essere monetizzate e i crediti di carbonio venduti, distribuiti e ritirati da chi deve compensare le proprie emissioni. I crediti di carbonio sono emessi annualmente. Una parte terza, detta auditor di progetto, controlla la quantità di emissioni assorbite o evitate dall’iniziativa seguendo standard internazionali. In base a questo controllo si emettono i crediti di carbonio, che vengono contabilizzati in dei registri pubblici. Per acquistarli occorre rivolgersi a degli intermediari, come ad esempio ClimateSeed.

Compensare CO2: vantaggi per le aziende

Oggi è inevitabile per le aziende occuparsi di sostenibilità. Come anticipato all’inizio, occorre stilare una strategia complessiva in questa ottica. Le azioni di compensazione della CO2, se portate avanti insieme ad azioni di riduzione delle emissioni, determinano un miglioramento della brand reputation. Al contempo, se comunicate correttamente e ben documentate queste iniziative permettono di evitare il rischio di greenwashing. L’importante è scegliere progetti concreti, accurati, misurabili e certificati.

Come ridurre le emissioni di CO2 in casa?

Oltre alle aziende, anche i singoli cittadini possono contribuire a ridurre le emissioni di CO2. Intanto, si può calcolare la propria impronta utilizzando siti web come UN Carbon offset. Dallo stesso sito web è possibile contribuire al finanziamento di un progetto di compensazione. Infine, tra le buone pratiche da mettere in atto quotidianamente consigliamo di isolare al meglio la casa, risparmiare acqua, scegliere elettrodomestici efficienti, pulire i filtri del condizionatore e centralizzare il sistema di condizionamento. E ancora, abbassare la temperatura dello scaldabagno, scegliere lampadine a led, limitare l’utilizzo dell’automobile.

Aldo Agostinelli