Aldo Agostinelli

Il COO – Chief Operating Officer coordina e ottimizza le attività operative e progettuali dell’azienda. Il suo ruolo, alle dipendenze del CEO, è centrale nei percorsi di digital transformation

In un’era dove la digitalizzazione è un processo sempre più centrale all’interno delle organizzazioni complesse, il ruolo del COO (Chief Operating Officer) acquisisce sempre più importanza. In Italia il COO è chiamato Direttore Operativo, in quanto è colui che si occupa di gestire l’insieme di tutte le attività che contribuiscono a far arrivare il prodotto finito al cliente. È proprio dalla sua posizione che possono innescarsi tutti i processi di trasformazione interna necessari a rimanere competitivi e al passo con i tempi, come ad esempio la digital transformation.

Cosa si intende per COO?

Il Chief Operating Officer è un dirigente che si interfaccia direttamente con l’amministratore delegato. Si tratta di una una figura dirigenziale di alto livello all’interno di un’azienda o organizzazione, responsabile delle operazioni quotidiane. Il suo ruolo principale è assicurarsi che le attività operative dell’azienda si svolgano in modo efficiente e coerente con le strategie e gli obiettivi stabiliti dal CEO (Chief Executive Officer) e dal consiglio di amministrazione.

Che differenza c’è tra CEO e COO?

Mentre il CEO (Chief Executive Officer) definisce le linee guida della strategia aziendale, il COO le concretizza stabilendo tutte le attività operative necessarie a convogliarle nelle attività quotidiane.

Il CEO, in particolare, è la figura di vertice, responsabile della direzione generale e della strategia a lungo termine dell’organizzazione. Si occupa di prendere decisioni chiave e definire la visione futura dell’impresa, concentrandosi su aspetti come la crescita, l’espansione e le relazioni con gli investitori. Inoltre, rappresenta l’azienda a livello pubblico, interagendo con il consiglio di amministrazione, gli investitori e i partner esterni. Il CEO, quindi, è colui che guida l’azienda nelle sue scelte strategiche e di alto livello, dando forma alla sua evoluzione.

Il COO gestisce invece il “motore” operativo, assicurando che le attività quotidiane siano in linea con gli obiettivi strategici. Entrambe le figure lavorano spesso in stretta collaborazione, con il CEO focalizzato sulla strategia globale e il COO impegnato a far funzionare l’azienda in modo efficiente.

Negli Stati Uniti il COO ricopre spesso anche il titolo di President o di Executive Vice President (EVP) della società. Nelle aziende italiane, invece, il titolo di direttore operativo è usato meno di frequente. Questo perché il manager in questione ha di solito la carica di Direttore Generale (che in altri Paesi si riferisce, invece, al capo dell’azienda).

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Che ruolo ha COO?

Il COO si occupa della pianificazione della strategia aziendale e del monitoraggio dei risultati. Si tratta di un ruolo altamente complesso che richiede uno skill set molto ampio: deve supervisionare tutti i comparti aziendali, da quelli più operativi a quelli maggiormente strategici. Per questo, deve avere capacità di leadership ma anche di mediazione. Deve avere una visione teorica e allo stesso tempo pragmatica che gli permetta di tradurre in operazioni concrete le strategie di medio lungo periodo.

Il COO riferisce direttamente al CdA e dialoga con molte altre figure apicali, come per esempio il CIO (Chief information officer), il CMO (Chief Marketing Officer), il CFO (Chief Financial Officer) e il CDO (Chief Digital Officer). Suggerisce l’utilizzo di nuove tecnologie per rendere più efficiente e al passo coi tempi l’impresa, supervisionando la transizione verso la industry 4.0 e 5.0. È suo compito orientare dipendenti e collaboratori in un’unica direzione, rendendo omogenea e chiara la mission dell’azienda a utenti e stakeholders. In questa fase, al COO possono venire affidati anche i compiti relativi al marketing operativo, alla promozione aziendale e alla realizzazione di una nuova immagine per l’impresa. O ancora, potrà occuparsi della formazione e dell’aggiornamento professionale di tutti i dipendenti.

Chi risponde al COO?

Una serie di dirigenti e manager chiave risponde direttamente al COO:

  • responsabili delle operazioni, come ad esempio i responsabili di stabilimento o della catena di approvvigionamento;
  • responsabili dei vari dipartimenti, manager o direttori di settori specifici come vendite, marketing, risorse umane, IT;
  • in aziende più grandi o multinazionali, i responsabili delle diverse regioni geografiche o unità di business;
  • team di progetto o operazioni speciali, come l’implementazione di nuove tecnologie, l’espansione in nuovi mercati o la ristrutturazione aziendale.

Le principali attività del chief operating officer

Le principali mansioni del COO possono essere divise in attività più operative e attività più strategiche.

Attività operative:

  • coordina le operazioni quotidiane dell’azienda;
  • affianca il CEO e lo sostituisce nelle attività operative quando necessario;
  • analizza e ottimizza le risorse in modo da ottenere i massimi risultati con il minore investimento;
  • verifica il ritorno per l’impresa legato al rapporto con gli stakeholder;
  • monitora l’organizzazione aziendale interna e valuta premi o passaggi di carriera.

Attività strategiche:

  • Aggiorna tutte le figure al vertice dell’azienda sul suo operato.
  • Pianifica e mette in pratica obiettivi e strategia aziendale, comunicandoli a collaboratori e dipendenti..
  • Coordina e supervisiona i cambiamenti organizzativi strutturali dell’organizzazione, legati ad esempio ai processi di digital transformation.

Il ruolo del COO nella digital transformation

La digitalizzazione aziendale è una trasformazione radicale e profonda che coinvolge l’intera organizzazione, la cultura aziendale, le modalità operative di lavoro, le strategie industriali e i programmi di investimento. Il COO deve, insieme agli altri manager, guidare con successo il cambiamento. Avendo un ruolo trasversale, rappresenta in questo passaggio una figura importante. Soprattutto per quanto riguarda l’adozione dei processi di innovazione tecnologica da parte di ogni singolo settore aziendale e di ogni singolo dipendente o collaboratore.

Il COO e la digitalizzazione in Italia

Il processo di digital transformation per le imprese italiane può risultare particolarmente delicato a causa anche della già citata indefinitezza della figura del COO. Qui il ruolo del chief operating officer non è sempre chiaramente formalizzato e in alcuni casi si può trovare a svolgere compiti che esulano dalle sue mansioni prioritarie. In molti settori, ad esempio, il Direttore Generale si occupa non tanto della parte organizzativa e strategica, ma ancora molto della pratica. In questo modo tutte le energie rischiano di orientarsi sulla gestione operativa, sacrificando le attività che rivestono una maggiore importanza, ovvero quelle legate a una pianificazione strategica e di uno sguardo ampio, capace anche di anticipare i cambiamenti in atto nella società.

Il ruolo del COO in una startup

In una startup, il fondatore assume quasi sempre anche i ruoli di Chief Marketing Officer, Chief Financial Officer e COO oltre a quello di CEO. E’ normale che, in una prima fase, il fondatore dell’azienda debba seguirne anche gli aspetti quotidiani dell’azienda. Inoltre, molto spesso non ci sono proprio le risorse materiali per poter disporre di simili figure dirigenziali. E si può dire che, quando un’azienda muove i primi passi, il COO non sia veramente necessario. Quando poi la startup crescerà di dimensioni, si potrà valutare l’inserimento di questa figura professionale. Specialmente se ci troviamo nel campo dell’innovazione tecnologica.

Quanto guadagna un COO in Italia?

Lo stipendio di un COO in Italia può variare notevolmente in base a diversi fattori come la dimensione dell’azienda, il settore in cui opera, la regione geografica e l’esperienza del dirigente. In aziende di piccole e medie dimensioni un COO può guadagnare mediamente tra 80.000 e 120.000 euro lordi all’anno, mentre in grandi aziende o multinazionali il compenso può superare 150.000 euro lordi annui, arrivando fino a 250.000 o 300.000 euro nelle realtà più complesse o in settori con alti margini (come la finanza, l’energia o la tecnologia).

Aldo Agostinelli