Aldo Agostinelli

La direttiva Case Green si inserisce nel più ampio contesto del Green Deal europeo con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, puntando sulla ristrutturazione energetica degli edifici

Il 12 marzo 2024 il Parlamento europeo ha approvato, con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti, l’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), meglio nota in Italia come direttiva Case Green. Dopo l’approvazione formale del Consiglio, il testo potrà essere pubblicato ed entrerà in vigore. I Paesi membri avranno due anni per integrarlo nel proprio ordinamento. L’obiettivo generale della direttiva, di pari passo con le altre politiche del pacchetto Green Deal, è una graduale riduzione delle emissioni di gas serra e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Ciò avverrà attraverso la progressiva introduzione di standard minimi di prestazione energetica negli edifici. Vediamo in che termini.

Case green UE: il punto di partenza

L’85% degli edifici dell’Unione europea sono stati costruiti prima del 2000 e, tra questi, il 75% ha una scarsa prestazione energetica. Per raggiungere la neutralità climatica è dunque imprescindibile un’azione sul parco immobiliare, considerando inoltre che:

  • secondo la Commissione europea, il 40% dei consumi energetici in Europa viene utilizzato negli edifici;
  • gli edifici sono responsabili del 36% delle emissioni di gas serra;
  • l’80% dell’energia utilizzata nelle case europee è destinata al riscaldamento, al raffreddamento e all’utilizzo dell’acqua calda.

In Italia, in base ai dati Istat, l’82% degli edifici è ad uso residenziale e il 60% di questi ha una bassa classe energetica (G o E). Ciò dipende dalla data di costruzione: l’età media delle abitazioni nel nostro Paese è di circa 60 anni.

Migliorare la prestazione energetica degli edifici non solo permetterà di risparmiare energia e di ridurre i costi delle bollette, ma migliorerà la salute e il benessere dei cittadini europei. Inoltre – riporta la Commissione Europea – gli investimenti nell’efficienza energetica contribuiranno a stimolare l’economia creando più posti di lavoro nel settore green.

Direttiva UE case green: le ristrutturazioni

Punto cardine della direttiva casa green è il piano di ristrutturazioni energetiche degli edifici residenziali. Per attuarlo, ogni Stato membro dovrà dotarsi di un piano nazionale che preveda i seguenti sviluppi:

  • riduzione del 16% delle emissioni entro il 2030;
  • taglio del 20-22% entro il 2035;
  • emissioni zero entro il 2050.

La scelta degli edifici sui quali concentrarsi spetta ai singoli Paesi. Tuttavia, condizione imprescindibile sarà assicurare che almeno il 55% della diminuzione del consumo medio di energia primaria provenga dalla riqualificazione degli edifici che si trovano nelle condizioni peggiori dal punto di vista delle prestazioni energetiche (quindi con la classe energetica più bassa).

I fondi ai quali attingere per mettere in pratica questo piano sono quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), del Fondo sociale per il clima e dei Fondi di coesione. Non sono previsti nuovi finanziamenti a livello europeo.

Classe energetica case 2030

La direttiva Case Green introduce un nuovo standard per gli edifici di nuova costruzione, in senso più stringenti: Zero Emission Building (ZEB) (edifici ad emissioni zero), che sostituisce l’attuale nearly Zero Emission Building (nZEB). Inoltre si prevede il monitoraggio del potenziale di riscaldamento globale (GWP) durante il ciclo di vita dell’edificio, attraverso l’introduzione di un indice, che si misura in kgCO2eq/m2 anno, e che dal 1° gennaio  2027 sarà obbligatorio inserire nell’attestato di prestazione energetica. Gli step relativi ai parametri delle classi energetiche introdotti precedentemente, ad esempio quelli che prevedevano l’obbligo di aggiornamento alla classe E entro il 2030 alla D entro il 2033, sono stati cancellati.

Case Green Unione Europea: addio caldaie a gas metano

Un altro elemento centrale della direttiva europea Case Green riguarda l’abbandono dei combustibili fossili negli edifici e, di conseguenza, lo stop all’utilizzo delle caldaie a gas metano. Queste ultime saranno vietate dal 2040, ma già dal 2025 non sarà più possibile per i Paesi europei offrire incentivi per il loro acquisto. Via libera, invece, agli incentivi per l’istallazione di apparecchi ibridi, che con una unica centralina combinano pompe di calore e caldaie, così come di singole pompe di calore e di sistemi per l’elettrificazione del riscaldamento.

La direzione è quella verso il pieno utilizzo delle energie rinnovabili: nelle abitazioni già esistenti, se le condizioni strutturali lo consentono, sarà necessario installare i pannelli solari gradualmente a partire dal 2027. Tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno invece essere predisposti per l’installazione di impianti solari o fotovoltaici e dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Per gli edifici pubblici la scadenza è anticipata al 2028.

Sono previste naturalmente alcune eccezioni che riguardano principalmente gli edifici di particolare valore architettonico o storico e le strutture agricole, militari e religiose.

Aldo Agostinelli