Aldo Agostinelli

La Cop – Conferenza delle Parti – è un vertice annuale internazionale di rilevanza cruciale per prendere iniziative unitarie in grado di contrastare la crisi climatica: ecco come funziona

È attualmente in corso la Cop28 di Dubai, ovvero la 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Un’edizione discussa – come accade spesso – a partire dalla scelta della sede, ma anche per la necessità che si fa sempre più stringente di interventi unitari e radicali per la gestione della crisi climatica.  Il vertice non è iniziato nel migliore dei modi, con la pesante assenza del presidente degli Stati Uniti Joe Biden e del capo di Stato cinese Xi Jinping (oltre che del Papa, per motivi di salute). Per tirare le somme, comunque, attendiamo la conclusione dei lavori, il 12 dicembre. Intanto, cerchiamo di capire meglio che cos’è una Cop e come funzionano le Conference of the Parties.

Cosa significa la sigla COP?

La sigla Cop è l’acronimo di “Conference of the Parties” (Conferenza delle Parti) e si riferisce a una serie di conferenze internazionali in cui i rappresentanti dei Paesi di tutto il mondo si riuniscono per discutere e negoziare gli sforzi globali per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici. La Cop è un componente chiave della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

Durante queste conferenze, i rappresentanti dei Paesi, noti appunto come le “Parti”, si impegnano in discussioni volte a prendere decisioni su questioni importanti relative all’attuazione della Convenzione. Queste decisioni possono riguardare obiettivi di riduzione delle emissioni, finanziamenti per i Paesi in via di sviluppo, meccanismi di adattamento, e altre tematiche connesse ai cambiamenti climatici.

Le Cop si svolgono annualmente e rappresentano un momento cruciale per il coordinamento delle azioni globali per affrontare il cambiamento climatico. La prima riunione si è tenuta a Berlino, in Germania, nel marzo 1995. Una delle COP più famose è stata la Cop21 tenutasi a Parigi nel 2015, dove è stato raggiunto l’Accordo di Parigi, un patto storico che stabilisce obiettivi globali per limitare l’aumento della temperatura media globale, considerato ancora oggi un punto di riferimento fondamentale.

Quali sono gli obiettivi della Cop?

Gli obiettivi della Cop mirano a promuovere azioni coordinate a livello internazionale per affrontare i cambiamenti climatici, garantendo la sostenibilità ambientale e la riduzione dei rischi. I temi affrontati di anno in anno sono molteplici ed estremamente complessi, considerando i diversi interessi in campo, la storia, la situazione socio-economica e lo sviluppo dei Paesi coinvolti (che sono oltre 200). In generale, gli sforzi si concentrano sulle seguenti macro categorie:

  • stabilire obiettivi globali di riduzione delle emissioni di gas serra al fine di a limitare l’aumento della temperatura media globale e prevenire impatti climatici catastrofici;
  • negoziare e firmare accordi internazionali, sulla scia dell’Accordo di Parigi, in modo da stabilire impegni vincolanti per i Paesi partecipanti nel ridurre le emissioni e adottare misure di adattamento;
  • gestire la questione del finanziamento, specialmente per i Paesi in via di sviluppo che possono avere maggiori difficoltà nel fronteggiare gli impatti dei cambiamenti climatici;
  • promuovere strategie e azioni per aiutare i Paesi ad adattarsi ai cambiamenti climatici inevitabili;
  • stabilire meccanismi di monitoraggio e verifica per garantire che i Paesi rispettino gli impegni e raggiungano gli obiettivi concordati.

Ogni anno si stabiliscono poi obiettivi più specifici e mirati. Ad esempio, la Cop28 si concentra sulla transizione energetica e sui finanziamenti per il clima, con una particolare attenzione alla piena inclusività. Tra gli obiettivi prioritari c’è la stesura di un bilancio globale, che attesti lo stato attuale della situazione a livello internazionale, in modo da rendersi conto dell’efficacia delle azioni intraprese finora: una specie di verifica dei compiti svolti dai singoli Paesi. L’obiettivo finale, difficilissimo da raggiungere, resta sempre l’eliminazione delle fonti fossili: l’unica via per mantenere il surriscaldamento globale entro gli 1,5° previsti dall’Accordo di Parigi.

Come funziona

Basta immaginare i rappresentanti di 200 Paesi di tutto il mondo seduti attorno a un tavolo a discutere delle sorti del Pianeta per rendersi conto dell’enorme complessità di questi vertici. Ovviamente non si tratta di una semplice riunione, bensì di oltre dieci giorni di incontri dedicati a temi specifici con un fittissimo calendario. Il problema è che le posizioni in campo, spesso, non sono di poco differenti, ma sono proprio agli antipodi. Solitamente, si utilizza il metodo del consenso: se non emergono opposizioni forti e motivate, la mozione passa. Ciononostante, finora i passi avanti concreti compiuti di anno in anno sono sempre stati piuttosto tiepidi.

Cop27 riassunto

La Cop precedente a quella attualmente in corso si è svolta nel 2022 a Sharm El Sheikh, in Egitto. Il risultato principale di questa Cop è stata la sigla dell’accordo loss and damage (perdite e danni), che prevede l’istituzione di un fondo per compensare i Paesi maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici. Si tratta di un’applicazione molto importante del principio di equità, in quanto i Paesi che subiscono in maniera più tragica e diretta le conseguenze della crisi climatica – alluvioni, uragani, tsunami, siccità, incendi, innalzamento delle acque e altro ancora – sono quasi sempre quelli che inquinano di meno (perché sono più poveri). È quindi giusto che i Paesi ricchi, il cui “contributo” ai cambiamenti climatici è decisamente rilevante, in termini negativi, li risarciscano.

Quando ci sarà la prossima Cop?

La Cop 2023, ovvero la Cop28, è attualmente in corso a Dubai. La Cop29 è prevista a Odessa, in Ucraina, nel 2024.

Aldo Agostinelli