Aldo Agostinelli

Il prompt design è una specializzazione che consente di utilizzare al meglio e in un’ottica strategica gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale generativa: ecco in che cosa consiste

A che cosa ci riferiamo quando parliamo di prompt design? Facciamo un passo indietro. Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa, come ChatGpt e Midjourney, sono – apparentemente – alla portata di tutti. In parte è vero: il loro utilizzo è elementare (soprattutto se parliamo di ChatGpt e degli altri strumenti che si muovono in un contesto testuale). Tuttavia, per utilizzarli in modo strategico in ambito professionale e aziendale occorre senza meno fare qualche passaggio in più.

In fondo, è normale: basta pensare a quello che è accaduto con i social network. Un po’ tutti li sappiamo maneggiare – chi più chi meno, con esiti più o meno riusciti – ma per farne uno strumento di marketing e di comunicazione aziendale serve una formazione specifica. Infatti ormai da diversi anni figure come quella del social media manager o del social media strategist sono richieste dalle aziende di tutti i settori. Lo stesso sta accadendo adesso con la diffusione dilagante di software basati sull’AI: nel mondo del lavoro nascono nuove figure professionali capaci di inserire tali strumenti all’interno di una strategia comunicativa più ampia e di trarne il massimo vantaggio.

Prompt design: cos’è

Il termine prompt design si riferisce al processo di progettazione e formulazione di prompt (o istruzioni) in contesti legati all’uso di modelli di linguaggio e intelligenza artificiale. Nei modelli di linguaggio come ChatGpt, il prompt è ciò che innesca la generazione di una risposta o di un output da parte del modello. Il design del prompt – ovvero la sua ideazione, contestualizzazione e creazione – è un’abilità chiave nell’interazione con modelli di linguaggio, poiché la scelta delle parole e la strutturazione dell’istruzione possono influenzare significativamente la qualità della risposta generata. Un buon prompt dovrebbe essere chiaro, specifico e ben formulato per ottenere l’output desiderato.

In altre parole, ottenere una risposta da ChatGpt (che citiamo come esempio in quanto è il software più conosciuto di questa gamma) è facile e immediato. Ma farlo senza un criterio e una consapevolezza più ampia produce risposte corrette, ma tendenzialmente ripetitive e banali. E, di conseguenza, poco utili nell’ambito di una strategia di marketing. Ecco perché nasce la figura del prompt designer: un professionista che sa interfacciarsi con le applicazioni di intelligenza artificiale sfruttandole in modo strategico.

Prompt designer: lavoro

Il lavoro del prompt designer consiste quindi nello studio e nella formulazione di prompt – comandi – sempre più mirati ed efficaci. Non soltanto per generare testo, ma anche immagini, suoni, video e altri contenuti multimediali. In ciascuna di queste categorie, poi, la casistica su cui concentrarsi è davvero ampia: slogan, interviste, video articoli, presentazioni, illustrazioni e fotografie, solo per citare alcuni possibili utilizzi. Il prompt designer deve imparare a “rivolgersi” alle applicazioni di AI in modo congruo e differenziato a seconda dell’esito che vuole ottenere.

Qui si apre uno spiraglio interessante nel dibatto su intelligenza artificiale e posti di lavoro: proprio alcuni tra coloro che più temono l’AI – professionisti nell’ambito del marketing e della comunicazione, copywriter e così via – sono le figure più adatte a ricoprire il ruolo di prompt designer, che richiede un background umanistico più che tecnico. Ancora una volta, l’intelligenza artificiale non funziona da sola e non può sostituire un essere umano in modo così immediato come si potrebbe immaginare: è proprio l’impronta umana a fare la differenza.

L’abbiamo visto parlando di un’altra figura professionale piuttosto recente, sempre legata all’intelligenza artificiale generativa, ovvero quella del prompt engineer. Questo professionista non va confuso con il prompt designer, in quanto è colui o colei che opera “dietro le quinte”, prima, cioè, che l’applicazione di AI vada in mano agli utilizzatori finali. Il prompt engineer, pur avendo spesso competenze trasversali e ottime doti di scrittura, deve comunque possedere alcune conoscenze informatiche necessarie ad “alimentare” a valle i software di AI per renderli poi performanti.

Prompt design: corso

Vista la crescente richiesta di competenze specifiche nell’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale, sono nati molti corsi di prompt design. Mentre per diventare prompt engineer è indispensabile, almeno in Italia, una formazione universitaria in informatica – l’accesso al prompt design è molto più semplice. Infatti i corsi spesso si rivolgono a persone che già lavorano nell’ambito della comunicazione e del marketing e che desiderano accedere a nuove competenze.

Uno dei primi corsi pensati proprio a questo scopo si chiama Prompt, chi parla? e offre una preparazione a tutto campo sull’intelligenza artificiale generativa. Online si trovano molti altri corsi che, sulla stessa linea, forniscono le competenze e gli strumenti indispensabili per utilizzare con successo gli strumenti di AI generativa.

Prompt design: stipendio

Trattandosi si una professione davvero recente, è difficile delineare uno stipendio medio per un prompt designer. Inoltre, spesso, oggi chi si specializza nel prompt design non si occupa esclusivamente di questa attività, ma svolge anche altri compiti nell’ambito del copywriting e della comunicazione aziendale. È tuttavia probabile che in tempi rapidi quella del prompt designer possa diventare una vera e propria professione autonoma. Sicuramente, oggi come oggi, inserire nel proprio curriculum competenze di prompt design può contribuire ad aprire molte porte.

Aldo Agostinelli