Aldo Agostinelli

Quella del prompt engineer è una figura professionale in rapida ascesa, soprattutto con la diffusione dei modelli basati sull’intelligenza artificiale: ecco che cosa fa e come intraprendere questa strada

Con lo sviluppo delle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale come ChatGPT o Midjourney, solo per citare gli esempi più noti, aumenta la richiesta di professioni inedite o relativamente recenti legate proprio all’implementazione della intelligenza artificiale generativa. Tra queste, fondamentale è la figura del prompt engineer, che può essere visto, semplificando, come un “addestratore”, o un “allenatore” degli strumenti di intelligenza artificiale. Vediamo dunque quali sono le tecniche di prompt engineering e perché questa professione potrebbe essere una delle carriere su cui puntare per il prossimo futuro.

Prompt engineering: significato

In generale, il termine “prompt engineering” si riferisce alla capacità di creare richieste, istruzioni o domande in modo strategico e ben studiato per ottenere risultati desiderati in vari contesti, con un’enfasi particolare sulla precisione e sull’efficacia delle risposte ottenute. Il termine si utilizza anche nel contesto informatico o di programmazione e del coaching o della consulenza (contesti che non vedremo qui in quanto ci porterebbero altrove).

Prompt engineering: AI

Nell’ambito dell’AI, il termine prompt engineering si riferisce al processo di formulazione di prompt ottimali per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni basati su un sistema di intelligenza artificiale. La scelta dei prompt può influenzare significativamente la performance e la capacità di un modello di rispondere in modo accurato e coerente: per questo il ruolo di questo professionista è determinante.

Prompt engineering: cos’è

L’ingegneria dei prompt è una pratica che si concentra sulla progettazione e creazione di prompt, testi di input o istruzioni in modo da ottenere risposte desiderate da sistemi automatizzati. Questa pratica è spesso associata all’uso di modelli di linguaggio basati sull’AI, dove i prompt giocano un ruolo cruciale nell’ ottenere risultati specifici  e nella qualità delle risposte generate dal modello di intelligenza artificiale.

Prompt engineer: cosa fa

Il prompt engineer fornisce agli algoritmi dei modelli di linguaggi basati sull’AI dei set di contenuti, parole chiave, testi, conversazioni. Li alimenta con regole specifiche, descrizioni accurate, vincoli, domande, modi di dire e altre informazioni aggiuntive, affinché l’output del modello linguistico diventi sempre più performante e preciso. Come sappiamo, i modelli e progetti di elaborazione del linguaggio naturale (nlp) sono in grado di imparare e di migliorarsi costantemente. Ma affinché ciò avvenga servono sempre esseri umani – o meglio, professionisti altamente specializzati – in grado, appunto, di “allenarli” e di nutrirli nel migliore dei modi.

Quello del prompt engineer è un lavoro di precisione, che richiede anche molta pazienza, perché l’obiettivo è quello di raffinare sempre di più le capacità linguistiche dei modelli. Strumenti come ChatGpt non devono “soltanto” comprendere un comando, ma devono essere in grado di contestualizzarlo e di inquadrarlo, devono padroneggiare diversi stili e toni di voce.

In pratica, dunque, il prompt engineer deve:

  • comprendere il contesto, gli obiettivi e gli scenari di utilizzo di un determinato strumento basato sull’intelligenza artificiale;
  • progettare prompt efficaci, chiari, specifici e in grado di guidare il modello nella direzione desiderata, spesso sperimentando diverse formulazioni;
  • ottimizzare le risposte del modello regolando e raffinando i prompt in base ai risultati ottenuti;
  • considerare eventuali implicazioni etiche e sociali legate al linguaggio e ai contenuti delle risposte generate dal modello;
  • collaborare con team multidisciplinari.

Prompt engineer in Italia

La figura del prompt engineer si sta diffondendo anche in Italia, dal momento che l’utilizzo dei sistemi basati sull’intelligenza artificiale generativa è trasversale e riguarda un numero crescente di settori. Nel nostro Paese, è ancora imprescindibile una laurea o comunque una formazione ed esperienza specifica in ambito informatico, con competenze legate ai principali linguaggi di programmazione.

È interessante notare come negli Stati Uniti, invece, l’attenzione si sia spostata sulle competenze linguistiche di questi professionisti. In effetti, l’abilità nell’utilizzo del linguaggio risulta davvero cruciale, forse più delle conoscenze tecniche in ambito IT. Il Time riporta a questo proposito la vicenda di Anna Bernstein, prompt engineer di alto livello, assunta da Copy.ai a New York, con un backgroud squisitamente umanistico e una laurea in letteratura e lingua inglese.

Forse, col tempo, anche in Italia si apriranno prospettive interessanti per abili copywriter, disponibili tuttavia ad acquisire competenze tecniche informatiche delle quali comunque non si può fare a meno.

Prompt engineering: stipendio

In Italia lo stipendio medio di un promt engineer può variare tra i 30mila ai 65mila euro annui. Naturalmente sono diverse le variabili che incidono, dall’esperienza al tipo di azienda che assume. Si può anche valutare di aprire una partita iva e di proporsi alle aziende come liberi professionisti. All’estero, soprattutto negli Stati Uniti, la richiesta di questa figura professionale è molto più elevata e lo stipendio può raggiungere anche i 200mila dollari. Attualmente sono soprattutto le grandi imprese e le multinazionali ad avvalersi di questa figura, ma è probabile che, nei prossimi anni, la richiesta parta anche da startup e piccole e medie imprese. Questo permetterà una crescita della richiesta e un ridimensionamento degli stipendi anche nel nostro Paese.

La formazione

Come dicevamo, in Italia non si può ancora prescindere da un percorso formativo in campo informatico per accedere a questa professione. Una laurea in informatica o ancora meglio in ingegneria informatica è sicuramente apprezzata. Esistono poi dei corsi di laurea e dei master universitari ad hoc e molti atenei italiani hanno attivato percorsi specializzati proprio sull’intelligenza artificiale. Di pari passo, è sicuramente utile coltivare delle competenze nell’ambito della scrittura e del copywriting.

Aldo Agostinelli