Aldo Agostinelli

Gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) sono standard europei che cambieranno il modo in cui molte aziende devono rendicontare le proprie attività nell’ambito della sostenibilità, verso una crescente autorevolezza e omogeneità

Gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) sono uno standard di reporting sulla sostenibilità sviluppato dall’Unione Europea. Questi standard sono progettati per aiutare le aziende europee (e che operano in Europa) a comunicare in modo coerente e trasparente le informazioni relative alle loro performance ambientali sociali e di governance (ESG). Un passaggio importante che evidenzia non soltanto la crescente sensibilità verso i temi legati alla sostenibilità, ma anche la necessità, di pari passo, di offrire standard europei di riferimento e regole chiare e precise valide per tutti. Anche per evitare fenomeni di greenwashing o iniziative di scarso impatto sull’ambiente e sulla società.

Il percorso verso gli ESRS

Il primo passo verso gli ESRS è stata l’emanazione da parte dell’Unione Europea della CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive – direttiva che introduce l’adozione di standard europei obbligatori per la rendicontazione della sostenibilità. Tramite questa direttiva, l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) ha ottenuto il mandato per redigere gli standard ESRS. Il primo set di standard è stato emesso nel novembre 2022.

L’obbligo di rendicontare secondo gli ESRS segue il seguente iter:

  • dal 30 giugno 2023 sono entrati in vigore gli standard cross-cutting e gli standard specifici in tema di Environment, Social e Governance;
  • dal 30 giugno 2024 entreranno in vigore gli standard specifici per settore, per le PMI e per le società con sede al di fuori dell’Europa, ma che operano in Europa (ancora in fase di elaborazione).

Chi riguardano

L’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità secondo gli standard ESRS creati dall’EFRAG non riguarda tutte le aziende, ma è previsto un progressivo ampliamento dei soggetti coinvolti. Gli ESRS saranno dunque obbligatori:

  • dal 1 gennaio 2024 per le società quotate con oltre 500 dipendenti e di interesse pubblico, che già oggi hanno l’obbligo di rendicontazione non finanziaria (direttiva NFRD);
  • dal 1 gennaio 2025 per le grandi aziende che soddisfano due criteri tra i seguenti: almeno 250 dipendenti, un bilancio pari ad almeno 20 milioni di euro, un fatturato di minimo 40 milioni di euro;
  • il 1 gennaio 2026 l’obbligo si estende a tutte le PMI quotate;
  • dal 1 gennaio 2028 riguarderà anche le società con sede extraeuropea ma che operano in Europa.

Caratteristiche degli ESRS

Gli ESRS mirano a standardizzare il modo in cui le aziende e le organizzazioni europee raccolgono, misurano e riferiscono sulle questioni legate alla sostenibilità. Questo dovrebbe semplificare il confronto tra le performance ESG di diverse organizzazioni. Gli ESRS sono progettati per essere in linea con altri standard globali di reporting sulla sostenibilità, come le linee guida del Global Reporting Initiative (GRI) e i principi del Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD). Tutto ciò nell’ottica di favorire la coerenza a livello internazionale.

Altrettanto importante è notare che gli ESRS riguardano trasversalmente tutti i settori, poiché la sostenibilità è un tema che non esclude alcun soggetto o ambito. I 12 ESRS sono divisi in due macro aree:

  • Cross-cutting-standards: standard generali che non riguardano temi specifici di sostenibilità;
  • Topic-Specific Cross-Sector Standards: standard che si riferiscono in modo mirato alle tre aree ESG: Environment, Social e Governance.

Le principali novità introdotte

Ma che cosa cambia, in sostanza, con l’introduzione degli ESRS? Vediamo quali sono le principali novità, riscontrabili in particolare nell’ESRS 1 (principi cardine).

  • Doppia materialità: le imprese devono includere nella rendicontazione elementi relativi al modo in cui la sostenibilità influenza l’attività dell’organizzazione e, al contempo, a come l’attività dell’azienda impatta sull’ambiente e sulle persone.
  • Catena del valore: gli elementi che vanno rendicontati riguardano il bilancio di esercizio a tutto tondo, dunque occorre valutare la sostenibilità dell’intera catena di valore.
  • Assurance: gli ESRS introducono un sistema di monitoraggio e di auditing, con una validazione dei risultati da parte di un soggetto esterno all’azienda, in modo da rendere la rendicontazione più autorevole e precisa.

Si tratta dunque di cambiamenti che comportano un impegno significativo per le imprese coinvolte, necessari per rendere efficace, omogenea e verificabile la transizione verso la sostenibilità.

Aldo Agostinelli