Aldo Agostinelli

Gli standard GRI possono essere considerati come le più importanti linee guida di riferimento a livello internazionale per la valutazione dell’impatto delle attività aziendali nell’ambito della sostenibilità: ecco come funzionano e come si stanno evolvendo

Comprendere come muoversi e misurare gli esiti delle proprie iniziative nell’ambito del vasto e spesso astratto mondo dello sviluppo sostenibile è fondamentale per le imprese di ogni settore. Gli standard internazionali GRI sono nati per questo. Si tratta, come vedremo più approfonditamente in seguito, di una serie di linee guida e indicatori per la sostenibilità aziendale e la responsabilità sociale d’impresa.

Questi standard forniscono un quadro globale per la rendicontazione della sostenibilità, consentendo alle organizzazioni di comunicare in modo trasparente e coerente il loro impatto ambientale, sociale ed economico. Forniscono un valido aiuto nella redazione del bilancio di sostenibilità, ormai sempre più diffuso anche tra le imprese che non hanno l’obbligo di presentarlo. Vediamo dunque come sono nati i GRI e come si sono evoluti nel tempo.

Che cosa significa GRI?

GRI significa Global Reporting Initiative, dal nome dell’organizzazione che ha elaborato gli omonimi standard. L’obiettivo principale dei GRI Standards è quello di promuovere la sostenibilità aziendale e incoraggiare le organizzazioni a prendere in considerazione gli impatti sociali, ambientali ed economici delle proprie attività. Questi standard sono ampiamente riconosciuti a livello internazionale. Molti leader aziendali li utilizzano per migliorare le loro prestazioni e per rispondere alle esigenze di rendicontazione degli stakeholder.

Gli standard GRI includono informazioni dettagliate sulle prestazioni delle organizzazioni riguardo a diversi aspetti, come la gestione ambientale, i diritti umani, le pratiche del lavoro, l’impatto sulla comunità e altro ancora. Sono sviluppati in modo collaborativo coinvolgendo diverse parti, tra cui imprese, organizzazioni della società civile, investitori e governi. Questo approccio integra contributi da diverse prospettive per garantire l’efficacia e la rilevanza dei requisiti di rendicontazione.

L’origine del Global Reporting Initiative

Il Global Reporting Initiative (GRI) è stato fondato nel 1997 a Boston, negli Stati Uniti, da due organizzazioni no-profit. Il Coalition for Environmentally Responsible Economies (CERES) e il Tellus Institute. L’obiettivo principale era quello di sviluppare un quadro per la rendicontazione della sostenibilità aziendale che fosse accettato e utilizzato a livello globale.

Inizialmente, il GRI si è concentrato sulla creazione delle linee guida per la rendicontazione ambientale delle imprese. Ma nel corso degli anni ha ampliato il suo ambito includendo anche aspetti sociali ed economici. Nel 2000, il GRI ha pubblicato le sue prime linee guida per la rendicontazione, denominate “GRI Sustainability Reporting Guidelines”. A questa versione iniziale seguono diverse iterazioni e miglioramenti nel corso degli anni, fino all’adozione dei GRI Standards, la versione attuale dei principi guida per la rendicontazione della sostenibilità.

Quanti sono gli indicatori GRI?

Gli standard sono concepiti come un insieme modulare e interconnesso di facile utilizzo, che fornisce un quadro dei diversi elementi che compongono un’organizzazione, dei relativi impatti e del modo in cui vengono gestiti. Si suddividono in:

  • standards universali, applicabili a tutte le organizzazioni e attualmente rivisti per incorporare la rendicontazione sui diritti umani e la due diligence ambientale (principi di rendicontazione, informativa generale, modalità di gestione);
  • nuovi standard di settore, che consentono una rendicontazione più coerente sugli impatti specifici dei singoli settori produttivi/merceologici;
  • topic standards, standard specifici relativi a particolari temi, ad esempio la biodiversità, l’energia, l’anticorruzione e molto altro ancora.

Questa suddivisione è schematizzata nel seguente schema, pubblicato sul sito web ufficiale del Global Reporting Initiative, dov’è possibile scaricare gli Standard GRI aggiornati anche in italiano.

Cosa cambia con i nuovi GRI?

I GRI Standards vengono regolarmente rivisti. È attualmente in corso il programma di lavoro del Global Sustainability Standards Board per il periodo 2023-2025. La versione più recente degli standard, operativa dal gennaio 2023, risale a gennaio 2021. Rispetto a quella del 2016, ne facilita l’utilizzo e l’accessibilità e introduce nuove linee guida, in particolare sui diritti umani, sulla trasparenza, sui cambiamenti climatici e sui rapporti con gli stakeholders.

Più nello specifico:

  • gli standard universali (nello schema risultano già aggiornati) sono stati sostituiti da GRI 1 (principi fondamentali), GRI 2 (procedure di trasparenza) e GRI 3 (temi materiali);
  • cresce l’importanza alla matrice di sostenibilità, che analizza il peso delle azioni intraprese dall’azienda per i diversi stakeholders (la stessa definizione di stakeholders – portatori di interesse – si semplifica e si amplia);
  • il principio del rispetto dei diritti umani diventa trasversale all’intero modello GRI;
  • si amplia anche la definizione di due diligence ambientale, includendo tutte le attività che un’azienda può mettere in campo per mitigare, prevenire e valutare gli effetti negativi che produce sull’ambiente.

Al contempo, il GRI sta portando avanti un importante lavoro di dettaglio sui singoli settori, in modo da fornire linee guida mirate e più efficace (che naturalmente non sostituiscono, bensì integrano gli standard universali). Particolarmente rilevanti le analisi relative ai settori a più alto impatto, come quello oil&gas, il primo che il Gri ha revisionato.

Aldo Agostinelli