Aldo Agostinelli

Piuttosto che di certificazione di sostenibilità è corretto parlare di certificazioni al plurale, in quanto esiste una miriade di etichette ambientali, che variano a seconda della tipologia di azienda, di prodotto e di obiettivo che si desidera comunicare. Ecco quali sono le principali e come ottenerle

Iniziamo subito dicendo che non esiste la certificazione di sostenibilità, ma esistono le certificazioni di sostenibilità. L’interesse crescente per le buone pratiche ambientali e sociali in ambito aziendale e per lo sviluppo sostenibile ha fatto sì che si creasse un vero e proprio ecosistema di certificazioni, nel quale non è sempre facile districarsi. È evidente che una certificazione sostenibilità ambientale rappresenta un impatto positivo e un importante vantaggio competitivo per un’azienda, mettendola in primo luogo al riparo dal rischio di greenwashing.

Occorre però valutare, in base alla propria attività e ai propri obiettivi, quale certificazione di sostenibilità ambientale fa al caso proprio, per poi capire come ottenerla. Per farlo, è sempre utile rivolgersi a degli esperti. Vediamo quindi quali sono le principali categorie di certificazioni sostenibilità e come fare per ottenerle.

Come ottenere certificazione sostenibilità ambientale

Come vedremo, il mondo delle certificazioni sostenibilità ambientale è vasto e variegato. Occorre quindi rivolgersi a specialisti in grado di accompagnare l’azienda nel percorso verso la sostenibilità, così da evitare di commettere errori o di procedere senza una strategia complessiva. Realtà come Sustrain sono in grado di occuparsi, per aziende di vari settori, del conseguimento di diverse tipologie di certificazione sostenibilità aziendale, offrendo anche un sostegno dal punto di vista della formazione e della comunicazione.

Etichette e certificazioni di prodotto

Iniziamo dalle etichette ambientali di prodotto, che servono a garantire la riduzione a livello di processi produttivi dell’impatto di prodotti e servizi secondo uno standard internazionale. Tali etichette sono state introdotte nel 2008 dalla Comunità europea nell’ambito della Politica Integrata di Prodotto (IPP) e sono definite dallo standard UNI EN ISO 14020 che ne stabilisce le caratteristiche e indica i requisiti per ottenerle. Le etichette ambientali si dividono in tre grandi categorie.

UNI EN ISO 14024:2018

Questo primo gruppo racchiude etichette “a scopo prestazionale”. Esse assicurano, cioè, il rispetto di determinate soglie, anche per quanto riguarda l’utilizzo delle materie prime e i processi di lavorazione. Prevedono una verifica da parte di un soggetto terzo. Per ottenerle occorre dunque rivolgersi ad un organismo di certificazione accreditata. Tra le principali etichette di questa categoria ricordiamo:

  • le certificazioni biologiche OCS e GOTS
  • la certificazione FSC per la protezione delle foreste
  • le certificazioni per allevamenti sostenibili RWS e RMS
  • le etichette Eco Label, White Swan, Der Blaue Engel, Eco-Mark Giappone.

UNI EN ISO 14021:2016

Appartengono a questa categoria le cosiddette “asserzioni ambientali auto-dichiarate”. Sono etichette a puro scopo informativo. Non prevedono una verifica da parte terza, ma sono invece prodotte in autonomia dall’interessato. Un esempio è il simbolo che indica la riciclabilità di un materiale di imballaggio o di una materia prima.

UNI EN ISO 14025:2010

In questa categoria, infine, rientrano le “dichiarazioni ambientali di prodotto a scopo di valutazione completa”. Qui i dati riportati entrano nel dettaglio del ciclo di vita dei propri prodotti,  tramite la metodologia “Life Cycle Assessment” (LCA). In questo caso i prodotti devono sempre essere sottoposti a verifica di un ente indipendente e confrontati con standard di riferimento ufficiali. Ne rappresentano un esempio la ECO LEAF, le PED (Environmental Product Declaration) e PEF (Product Environmental Footprint).

Certificazione sostenibilità e attestazioni aziendali

Le attestazioni aziendali sono invece dichiarazioni utili soprattutto al fine della comunicazione delle proprie azioni di sostenibilità, realizzate solitamente su standard riconosciuti ufficialmente. Possono essere realizzate in modo volontario e autonomo oppure essere verificate da enti terzi in grado di misurare le performance di sostenibilità di un azienda a livello ambientale e/o sociale. Rientra in questa categoria il bilancio di sostenibilità, per la redazione del quale è sempre utile tenere conto, quale riferimento internazionale, degli standard GRI (Global Reporting Initiative).

Certificazione sostenibilità: la norma ISO/TS 17033

La norma internazionale ISO/TS 17033 definisce regole e principi per etichette più chiare, verificabili e trasparenti. È stata introdotta per evitare affermazioni generiche come 100% green, cruel free, kilometro zero, che, senza una spiegazione precisa con dati verificabili, non significano nulla e nascondono di solito operazioni di semplice facciata. Questi messaggi, oggi, non sono più ammissibili, quindi, indipendentemente dalla certificazione sostenibilità, fate sempre attenzione all’etichetta.

Aldo Agostinelli