Aldo Agostinelli

Con la CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive, l’Europa compie un altro passo avanti verso una sostenibilità diffusa in ambito aziendale, verificabile e trasparente: ecco che cosa cambia con la direttiva entrata in vigore a gennaio 2023

A partire dal Green Deal e dall’impegno per la neutralità climatica entro il 2050, l’Europa sta orientando le normative internazionali nell’ambito della sostenibilità verso una crescente trasparenza e chiarezza. In questo contesto rientra la CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive, una legge entrata in vigore nel gennaio 2023 che determina importanti cambiamenti sul piano della reportistica Esg.

La ragione di questa spinta sul fronte della limpidezza nella comunicazione e nel reporting è dovuta alla difficoltà generalizzata di gestire e valutare le azioni intraprese dalle aziende per uno sviluppo sostenibile. Un concetto troppo spesso astratto, che si presta a molteplici interpretazioni, a facili scappatoie e soprattutto a campagne di facciate prive di sostanza (greenwashing).

Oltre ad uno standard di rendicontazione affidabile ma non vincolante, come può essere quello presentato dai GRI, è stato quindi necessario integrare e rafforzare la normativa obbligatoria: da questo impegno nasce la direttiva CSRD.

Che cosa significa CSRD?

CSRD significa Corporate Sustainability Reporting Directive, ovvero Direttiva aziendale sul reporting di sostenibilità. Si tratta di una norma dell’Unione europea che obbliga le imprese a pubblicare report dettagliati con dati e informazioni sulla sostenibilità e sulle azioni intraprese in questo ambito. La norma integra una direttiva già esistente, la NFRD (Non-Financial Reporting Directive), considerata insufficiente da più parti.

Chi sono i destinatari della direttiva CSRD?

Una delle principali novità della CSRD è l’ampliamento dei soggetti che la norma coinvolge. Essa si rivolge infatti a tutte le grandi imprese, quotate e non quotate in Borsa, comprese quelle esterne all’Unione europea ma che fatturano in Europa più di 150 milioni di euro. In un secondo momento, come vedremo, anche le piccole e medie imprese (quotate) saranno incuse nella nuova regolamentazione. Parliamo di un totale di circa 50mila aziende, cinque volte la quantità di quelle attualmente soggette alla NFRD.

Quando entra in vigore la CSRD?

La CSRD è entrata in vigore nel gennaio 2023, ma l’iter per la sua applicazione concreta è appena iniziato e prevede i seguenti passaggi.

  • Dal 1° gennaio 2024 le aziende con più di 500 dipendenti, per le quali era già valida la NFRD, saranno soggette all’obbligo della pubblicazione dei dati, entro il 2025.
  • L’obbligo scatterà a partire dal 1° gennaio 2025 anche per le aziende non soggette a NFRD, ma con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali, con termine ultimo per la pubblicazione dei dati nel 2026.
  • Infine, la legge si estenderà alle altre imprese quotate in Borsa (2027) e alle pmi quotate in Borsa (con deroga fino al 2028).

Cosa prevede il principio di doppia materialità introdotto dalla direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive CSRD?

Il concetto di sostenibilità  si concretizza e si evolve, nella CSRD, nel principio della doppia materialità: da una parte, l’impatto che l’ambiente e la società hanno sull’azienda (materialità finanziaria) e i rischi ad esso connessi per il business aziendale; dall’altra, da un punto di vista ribaltato, l’impatto dell’azienda sull’ambiente e sulla società, dal quale discende una responsabilità propria dell’organizzazione in ambito ambientale, sociale ed economico.

Inoltre, la norma specifica in modo più dettagliato la tipologia di informazioni che è necessario includere, tra le quali rientrano anche il rispetto dei diritti umani, la gestione del personale, la lotta alla corruzione.

Reporting di Scope 3

Un altro elemento caratterizzante della CSRD è il cosiddetto Reporting di Scope 3, ovvero una rendicontazioni di dati e informazioni relative alla sostenibilità lungo l’intera catena di approvvigionamento. Informazioni che dovranno inoltre essere verificate da un fornitore esterno e indipendente, per garantirne la veridicità.

Che cosa cambia per le aziende

L’introduzione della direttiva CSRD è tutt’altro che irrilevante, in quanto renderà verificabili e comparabili i report di sostenibilità di molte aziende importanti. In questo modo, stakeholder e investitori potranno prendere decisioni più ponderate e consapevoli, con ricadute sull’intera società. Al contempo, le aziende saranno spronate a migliorare le proprie performance ESG e a costruire relazioni a lungo termine con gli stakeholder nel rispetto dei principi della sostenibilità.  Una transizione verso lo sviluppo sostenibile che significa anche maggiori opportunità di attirare investitori attenti a questi temi, un miglioramento dell’immagine aziendale, una maggiore efficienza e una riduzione dei costi.

Aldo Agostinelli