Aldo Agostinelli

La realtà aumentata è uno dei principali filoni di sviluppo in ambito tecnologico, perché apre prospettive inedite in molteplici settori: ecco in che cosa consiste e qual è l’ uso della realtà aumentata oggi

La realtà aumentata o AR – augmented reality – è una delle tecnologie dal maggiore impatto sul processo di digital transformation. Di che cosa stiamo parlando? In estrema sintesi, attraverso un’applicazione dello smartphone siamo in grado di ottenere informazioni aggiuntive in diretta sulla realtà che ci circonda. Per fare un semplice esempio: potremmo inquadrare la foglia di un albero con la fotocamera del telefono e scoprire che specie è. Oppure, durante una passeggiata in montagna in un luogo sconosciuto, possiamo elencare le cime che ci circondano, sempre inquadrandole con la fotocamera. Ciò che fino a pochi anni fa avrebbe destato meraviglia in chiunque oggi non solo è possibile, ma è alla portata di tutti, a patto di disporre di uno smartphone o un altro dispositivo mobile come un tablet che aggiungono informazioni al mondo reale.

Come funziona la realtà aumentata?

Come abbiamo visto, la realtà aumentata è in sostanza uno “strato” di informazioni digitali che si può vedere, in filigrana, sulla realtà, e che in qualche modo la arricchisce. Possiamo definirla come l’inserimento di informazioni digitali in tempo reale nell’ambiente in cui si trova l’utente. Tipicamente si tratta di video, musica o suoni, immagini, link, modelli 3D statici o animati. Il device attraverso il quale ognuno di noi può sperimentare la realtà aumentata è in genere lo smartphone, se dotato di sensori come GPS, giroscopio, accelerometro… Si possono utilizzare anche visori o occhiali speciali.

Ci sono due metodi principali attraverso cui sperimentare la realtà aumentata: il primo è tramite l’utilizzo di marker/QR code: pensiamo alle mostre d’arte dove, accanto ad ogni quadro, sempre più di frequente c’è un QR code che fa partire sul nostro cellulare una voce guida e magari una ricostruzione in 3D di dove era collocata originariamente l’opera. Il secondo metodo invece, non ha bisogno di marker ma utilizza l’intelligenza artificiale, ossia algoritmi che permettono di riconoscere gli oggetti che l’utente sta inquadrando e restituiscono quindi informazioni su di essi. Nonostante questa seconda tipologia sia più imprecisa della prima, i costanti sviluppi dei software implicati faranno sì che presto i QR code saranno completamente soppiantati.

Quali sono i campi di applicazione della realtà estesa?

Il termine realtà aumentata è stato coniato all’inizio degli anni ’90 da Thomas Caudell, che all’epoca era un ricercatore della Boeing. Da allora, le applicazioni della realtà aumentata si sono moltiplicate in molteplici settori, e continueranno a farlo con ogni probabilità nei prossimi anni. Uno degli ambiti di utilizzo più indicati per la realtà aumentata è infatti proprio l’industria 4.0, per esempio per guidare la manutenzione di un complesso macchinario. In modo simile, anche se si tratta ovviamente di operazioni molto diverse, sono ipotizzabili in campo medico diagnosi molto più accurate se si utilizza la realtà aumentata per leggere i risultati di un esame, come per esempio un’ecografia o una risonanza magnetica.

Altre applicazioni della AR riguardano l’ambito dell’interior design, progettazione e architettura, oppure l’istruzione/formazione, così come l’intrattenimento (videogiochi e social network). Un esempio in questo ambito, che molti ricorderanno, riguarda il videogioco Pokemon GO, che qualche anno fa spopolò tra giovani e meno giovani. Il gioco era una vera e propria caccia ai Pokemon, fantasiosi animaletti che si nascondevano in vari punti della città. Le creature virtuali erano visibili sullo schermo dello smartphone nel momento in cui si inquadrava la realtà con la fotocamera.

Anche settori come quello del marketing e della customer experience possono ricevere un impulso grazie a soluzioni di realtà aumentata: pensiamo a Ikea, una delle prime realtà a lanciare app (Ikea Place nel 2017) che permettono ai clienti di simulare l’arredamento delle stanze delle loro case con il mobile scelto o di visualizzare i diversi colori in cui un certo articolo è disponibile.

Qual è la differenza tra realtà virtuale e realtà aumentata?

La realtà virtuale simula una realtà o un contesto completamente diverso dalla realtà fisica in cui si trova davvero l’utente: infatti per accedervi è necessario indossare un visore molto sofisticato e costoso che ci permette di vedere la realtà virtuale a 360 gradi attorno a noi. In questo modo si crea uno scollamento totale dalla realtà fisica: è proprio come se ci si trovasse altrove. Invece la realtà aumentata “lavora” a partire da dati reali, percepibili con i cinque sensi, che ci circondano e non fa altro che arricchire il contesto di dati relativi a ciò che è davvero attorno a noi. Per questo la tecnologia necessaria è meno dispendiosa (è sufficiente lo smartphone) e allo stesso tempo si presta a maggiori utilizzi.

Esempi

Google e Samsung hanno registrato dei brevetti per proteggere il progetto di lenti a contatto con realtà aumentata. Si dice regalino una definizione di immagine altissima e siano davvero discrete rispetto agli smart glasses, ma ancora non sono in commercio. Ci sono i Google Glass, che hanno ottenuto scarso successo, e un altro hardware che vale la pena citare, gli Hololens di Microsoft, che utilizzano sensori e un display 3D per regalare agli utenti un’interfaccia olografica molto realistica con cui si può interagire via voce o gestures delle mani.

Nnel settore della tecnologia AR, ricordiamo che l’app di Google Lens ci permette, semplicemente scattando una fotografia, di ottenere in tempo reale informazioni sull’oggetto fotografato, per esempio un oggetto di design visto in un locale, che si desidera anche per casa propria, oppure un abito che visto nel feed di un social. Ancora, è possibile riconoscere monumenti e palazzi, magari durante una vacanza, o un libro, un quadro, i codici a barre sugli articoli dei negozi.

Citiamo infine, tra i nuovi prodotti che possono essere utilizzati nell’ambito della realtà aumentata, i Reality Pro, i nuovi occhiali Apple che promettono di offrire un’esperienza mai vissuta prima d’ora, grazie ad un dispositivo altamente complesso che consente di vivere, in contemporanea, nel mondo reale e in quello virtuale.

Aldo Agostinelli