Vola alto il mercato degli Adaptive Robots, ossia dei “robot adattivi”. Si tratta di macchine “intelligenti” e interconnesse, in grado di comunicare tra loro ed elaborare i dati IoT raccolti, per prendere autonomamente decisioni complesse sul da farsi.
Adaptive robots: cosa sono e a cosa servono
In sostanza questi robot possono imparare dagli altri dispositivi collegati, aumentando così la loro efficienza. La differenza sostanziale con i robot ai quali eravamo abituati, è che i primi sono macchine pre-programmate e per lo più fisse e stazionarie, mentre i robot adattivi sono mobili e implementati costantemente dai dati IoT che li fanno evolvere e migliorare. E con lo sviluppo dell’Industria 4.0, rappresentano una risorsa fondamentale e praticamente imprescindibile per ogni settore, dal bancario all’automotive, dal manifatturiero all’healthcare all’agricolo sino al domestico.
Un esempio che riguarda ciascuno di noi: i robot adattivi possono monitorare la circolazione su strada, rilevare i movimenti dei veicoli e prevenire gli incidenti, incrociando i dati. Il tutto operando fianco a fianco con gli esseri umani, anzi, integrando e supportando il loro lavoro, sviluppandone anche di nuovo. Il progetto SPARC, una partnership pubblico-privata tra la Commissione europea e 180 realtà industriali e di ricerca, per il potenziamento della leadership del Vecchio Continente nella robotica, punta alla creazione di 240mila nuovi posti di lavoro entro il 2020 (Evolution of Robotics-Growth Opportunities in the Age of Industry 4.0).
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La mappa della diffusione
Secondo il Report “Adaptive Robot Market Research” redatto da Market Research Future, nel quinquennio 2018-2023 a dominare il mercato degli Adaptive Robots sarà il Nord America, regione già consolidata in termini di infrastrutture avanzate, che ne sta alimentando fortemente l’adozione in ogni comparto produttivo. Tant’è che la vendita di robot industriali del Nord America è aumentata dell’11% nel 2017.
A seguire l’Europa, che nel 2016 ha aumentato il mercato della robotica arrivando a quota 4,5 miliardi di euro, e poi l’Asia-Pacifico. Un dato confermato anche dalle previsioni esposte da IBM nel rapporto “How the Emergence of Adaptive Robotics and IoT Transforms Businesses”, che sottolinea come, grazie all’aumento della digitalizzazione dei processi produttivi e all’uso dei robot, il mercato dovrebbe crescere di circa 4 miliardi di euro l’anno.
Quanto all’area asiatica, si presume otterrà il più alto tasso di rendimento stimato (CAGR-Compound annual growth rate) del mercato dei robot adattivi, con la Cina che ha registrato un +33% di robot industriali installati nel 2018 e punta a divenire il più grande mercato di sviluppo e vendita dei robot industriali nel mondo; il Giappone che si è posto l’obiettivo di integrare i robot nel 25% delle grandi aziende e nel 10% delle piccole imprese e la Corea del Sud, che attualmente è prima nell’automazione robotica industriale e vanta una densità di robot pari a sette volte la media globale.
I robot adattivi: costi bassi e risparmi alti
Gli Adaptive Robots sono dunque l’anello di congiunzione tra il mondo fisico in cui si muovono e l’universo immateriale dei dati raccolti da diverse fonti. Ma il perché del loro successo e del fatto che dal 2015 al 2020 la loro adozione aumenterà di dieci volte, deve tenere conto di un ulteriore fondamentale elemento, il costo. I prezzi dei robot industriali stanno progressivamente decrescendo, diventando sempre più accessibili. Ad oggi una di queste macchine avanzate non costa più milioni ma mediamente ha un prezzo di partenza di circa 20mila euro. Senza contare i risparmi che produce: l’adozione dei robot Kiva solo in alcuni dei centri di logistica di Amazon, si è tradotto in un taglio alle spese del 20%, l’equivalente di circa 20 milioni di euro rimasti nelle tasche del colosso dell’ecommerce (Amazon ha cambiato anche la robotica).
<<L’IIoT (Industrial Internet of Things) o Industria 4.0 è il nuovo paradigma che permette di evidenziare criticità e opportunità nel modello di business per rimanere sempre al passo con l’evoluzione del mercato>>, dice Sandro Zilli, responsabile Osservatorio Innovazione e Crescita Digitale AIDR. <<Le aziende che saranno capaci di sfruttare appieno queste tecnologie ed i loro benefici, potranno più facilmente recuperare il vantaggio competitivo che le industrie dei paesi sviluppati sembrano aver perso a seguito della globalizzazione>> (Industry 4.0: fabbriche sempre più digitali e interconnesse). Un’opinione più che condivisibile.
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