Aldo Agostinelli

La ditta individuale è una forma d’impresa della quale il titolare è l’unico responsabile. Ciò determina dei vantaggi, dal punto di vista della facilità di costituzione e dei bassi costi di gestione, ma anche dei rischi notevoli, in quanto viene coinvolto anche il patrimonio personale del titolare

La ditta individuale è un’attività della quale il titolare è l’unico responsabile. L’ impresa individuale può essere  portata avanti unicamente dal titolare, che può però anche avvalersi di collaboratori e dipendenti. Un’impresa individuale non richiede un capitale minimo iniziale obbligatorio, per questo viene scelta di frequente dagli imprenditori. D’altra parte, la responsabilità del titolare nei confronti di terzi è molto rilevante, perché viene coinvolto tutto il suo patrimonio personale. La scelta di questa forma giuridica deve essere quindi ponderata con attenzione. Tendenzialmente, scegliere di aprire una ditta individuale conviene se non si prevedono investimento o rischi importanti,

Che tipo di società è una ditta individuale?

La ditta individuale rappresenta la modalità meno costosa per costituire un’azienda. Infatti, per aprire la propria attività come ditta individuale basta aprire una partita iva. L’imprenditore, o titolare, è l’unico responsabile della società. Dunque, anche il rischio d’impresa ricade unicamente su di lui. Patrimonio personale e patrimonio collegato all’attività imprenditoriale, nel caso della ditta individuale, di fatto coincidono. Quindi, se dei creditori devono rivalersi sull’imprenditore, possono farlo sul suo intero patrimonio. Le ditte individuali possono essere anche imprese familiari. In questo caso, alla gestione possono prendere parte parenti fino a terzo grado e affini fino al secondo. Invece, l’impresa coniugale prevede l’avvio dell’attività esclusivamente dopo il matrimonio, richiede la comunione dei beni e una gestione dei poteri paritaria.

Che forma giuridica ha una ditta individuale?

La ditta individuale è una normale società di capitali creata da un lavoratore autonomo. In quanto impresa, si riferisce all’attività svolta dall’imprenditore (persona fisica) come definito dagli artt. 2082 e 2083 del codice civile. La società individuale si identifica con il suo titolare relativamente all’aspetto sostanziale e processuale. Si caratterizza dunque per la prevalenza del lavoro svolto dall’imprenditore e dai suoi familiari rispetto all’impiego di altri lavoratori. Inoltre, prevede l’utilizzo di capitale proprio anziché forme di investimenti esterni. Come recita l’articolo 2083 del codice civile, l’imprenditore, in questo caso, è “colui che esercita un’attività professionale organizzata prevalentemente con il proprio lavoro e dei componenti della propria famiglia”.

Vantaggi e svantaggi

Chi sceglie di aprire una ditta individuale non sarà tenuto a redigere le scritture contabili. Inoltre, attualmente, dal punto di vista fiscale può scegliere un regime di contabilità semplificata oppure un regime forfettario o regime dei minimi. L’apertura non richiede altre formalità oltre alla creazione di una partita iva e l’eventuale iscrizione nel Registro delle Imprese della Camera di Commercio competente (ad esclusione delle libere professioni).  Di conseguenza, le spese sono davvero limitate. In più, non essendo necessario un capitale minimo, si può partire con poco (o anche senza capitale, in linea puramente teorica). Per quanto riguarda l’aspetto fiscale, non è prevista una doppia imposizione, dunque anche la gestione amministrativa è semplificata.

Per quanto riguarda invece gli svantaggi, come abbiamo già anticipato, l’altra faccia della medaglia è la totale responsabilità in capo ad una singola persona: il titolare.  Si può considerare uno svantaggio anche la limitatezza nella disponibilità di risorse e la difficoltà ad accedere a forme di credito.

Ditte individuali e dipendenti

Le ditte individuali possono avere collaboratori esterni e dipendenti. Anche se si caratterizzano per la prevalenza del lavoro del titolare ed eventualmente dei suoi familiari, la legge non prevede alcun divieto sulla possibilità di assumere dei dipendenti subordinati. L’unica differenza riguarda appunto i familiari, ai quali sono riconosciuti anche dei diritti amministrativi e patrimoniali.

Quanto costa al mese una ditta individuale?

I costi mensili di una ditta individuale variano in base al guadagno e ad altri fattori. Per quanto riguarda l’avvio, l’apertura della partita iva è gratuita. A meno che si scelga di rivolgersi ad un commercialista, e in tal caso ci sarà il costo del suo compenso. In seguito, anche il mantenimento della partita iva ha un costo. Nel regime dei minimi le tasse sono più basse, mentre in regime ordinario crescono in quanto è necessario versare anche l’Irpef. Si tratta di una tassa progressiva, che cresce, cioè, con l’aumento del reddito. Vanno poi aggiunti i contributi da versare all’Inps o altra cassa di previdenza. E infine, il versamento Irap (Imposta regionale sulle attività produttive).

Debiti e fallimento

I debiti contratti per l’attività imprenditoriale ricadono tanto sul patrimonio dell’attività, quanto sul patrimonio individuale del titolare. Se l’imprenditore chiude la ditta in presenza di debiti, l’estinzione della ditta non determina l’estinzione dei debiti stessi, ai quali il titolare dovrà continuare a rispondere con il proprio patrimonio. Il titolare ha la possibilità di presentare un concordato preventivo con i creditori. Per quanto riguarda invece l’eventualità del fallimento, essa è prevista per la ditta individuale, ma con condizioni e limiti che variano in base al fatturato e ai debiti contratti.

Aldo Agostinelli