Aldo Agostinelli

La direttiva europea CSDDD impone alle imprese di integrare pratiche di sostenibilità nelle loro operazioni e catene di fornitura per prevenire e mitigare gli impatti negativi su ambiente e diritti umani

La direttiva europea CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), conosciuta anche come Supply Chain Act per via del suo focus sulla catena di approvvigionamento, rappresenta uno dei passi più importanti dell’Unione Europea verso una maggiore responsabilità sociale e ambientale delle imprese. Siamo ancora una volta nell’ambito del Green Deal, l’insieme di riforme che la Commissione europea ha presentato nel 2021 in contrasto al cambiamento climatico.

Introdotta con l’obiettivo di promuovere pratiche aziendali sostenibili e rispettose dei diritti umani, questa normativa impone alle aziende operanti nel mercato europeo l’obbligo di integrare la due diligence sulla sostenibilità nelle loro operazioni e nelle catene di approvvigionamento.

L’intento principale è quello di garantire che le imprese monitorino e riducano gli impatti negativi delle loro attività su ambiente e persone, assicurando così una transizione più equa e responsabile verso un’economia verde. Ma cosa comporta nel concreto questa direttiva? E quali sono le sfide che le aziende dovranno affrontare per conformarsi? Vediamo quali sono i contenuti, gli obiettivi e le implicazioni della CSDDD per le imprese europee e globali.

Che cos’è la due diligence

Prima di addentrarci nella normativa CSDDD, spieghiamo che cosa si intende per due diligence, un termine che in questo contesto si sentirà nominare di frequente. La due diligence è un processo di indagine e analisi approfondita volto a raccogliere informazioni rilevanti su un’azienda, una transazione o un progetto, al fine di valutare rischi e opportunità. Viene comunemente utilizzata a esempio nel contesto di fusioni e acquisizioni, ma nell’ambito della CSDDD il concetto si riferisce a un insieme di procedure adottate dalle imprese sul piano della responsabilità sociale e ambientale.

Cosa prevede la CSDDD?

Vediamo quali sono i principali punti che la direttiva copre:

  • Due diligence sui diritti umani e sull’ambiente: le imprese devono identificare, prevenire, mitigare e rendere conto dei rischi e degli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente che derivano dalle loro attività, sia dirette che nelle catene di fornitura;
  • Responsabilità nelle catene di approvvigionamento: le aziende sono tenute a verificare non solo le loro operazioni interne, ma anche quelle dei loro fornitori e partner commerciali, incluse le fasi a monte e a valle della catena di approvvigionamento;
  • Le imprese devono sviluppare piani di azione per affrontare e risolvere i problemi riscontrati. Se emergono violazioni, sono tenute a fornire rimedi concreti, che possono includere risarcimenti o compensazioni;
  • La direttiva introduce una forma di responsabilità legale per le imprese che non riescono a prevenire danni significativi. In caso di mancata conformità, possono essere soggette a sanzioni finanziarie o azioni legali da parte di individui o gruppi danneggiati;
  • La CSDDD richiede alle aziende di integrare i rischi e le opportunità legate alla sostenibilità all’interno della governance aziendale. I dirigenti devono garantire che la sostenibilità sia al centro delle strategie aziendali;
  • Le imprese sono obbligate a consultare regolarmente i loro stakeholder, incluse le comunità locali, i lavoratori e i sindacati, per affrontare le preoccupazioni relative ai diritti umani e all’ambiente.

A chi si applica

La direttiva si applica principalmente alle grandi imprese europee (con più di 500 dipendenti e un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro) e alle imprese non europee che operano nell’UE, se soddisfano determinate soglie di fatturato. Tuttavia, anche alcune aziende di dimensioni medie, che operano in settori ad alto rischio, come il tessile e l’agroalimentare, potrebbero comunque essere soggette alla normativa.

CSDDD e CSRD

CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) e CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) sono due direttive complementari, poiché entrambe fanno parte della strategia dell’Unione Europea volta a promuovere una maggiore sostenibilità e responsabilità aziendale. Tuttavia, hanno obiettivi e ambiti di applicazione diversi. Mentre la CSDDD, come abbiamo visto, si occupa di implementare politiche sostenibili e gestire attivamente i rischi ESG, la CSRD obbliga le imprese a documentare e comunicare pubblicamente queste pratiche, assicurando così maggiore trasparenza e affidabilità.

CSDDD e ESRS standards

La direttiva CSDDD si pone in relazione anche con gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards). Gli ESRS, infatti, definiscono gli standard che le imprese devono seguire nel reporting delle loro performance in termini di sostenibilità. Si tratta di un insieme di regole introdotto proprio dalla CSRD, che abbiamo appena citato. Quindi, se la CSDDD richiede alle imprese di adottare pratiche operative sostenibili, la CSRD obbliga a documentare tali operazioni e gli ESRS definiscono come le aziende devono comunicarle pubblicamente.

Insieme, queste direttive creano un quadro normativo che mira a promuovere una gestione aziendale più responsabile, spingendo le imprese a non limitarsi a operare secondo criteri di profitto, ma a considerare anche gli impatti sociali e ambientali delle loro attività. L’Europa, attraverso queste iniziative, si pone all’avanguardia nella transizione verso un’economia più sostenibile, in cui le aziende devono giocare un ruolo cruciale per affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico e la tutela dei diritti umani.

Aldo Agostinelli