Aldo Agostinelli

Gli stakeholder sono tutti quei soggetti che, a vario titolo, contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi aziendali, e detengono rispetto all’azienda uno specifico interesse che va sempre tenuto in considerazione

Gli stakeholder sono tutti coloro che hanno un legame o un interesse in relazione ad un’azienda. L’azienda, infatti, non è un isola. Al contrario: è inserita in un contesto sociale, economico, geografico, culturale, con il quale necessariamente stringerà dei rapporti di vario genere. Gli stakeholder possono essere i dipendenti, i fornitori, gli enti locali, gli sponsor, gruppi di interesse locali e così via. Tutti quei soggetti interessati e che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Cosa significa stakeholder

Il termine stakeholder può essere tradotto con “portatore di interesse” (to hold a stake) o di un diritto. Si tratta, infatti, di soggetti coinvolti e interessati  a vario titolo all’andamento dell’azienda. Il loro contributo è fondamentale a breve e lungo termine  per lo sviluppo del business. Per questo, la gestione degli stakeholder è cruciale e deve essere centrale per ogni impresa. Essi possono influenzare la crescita del business, il raggiungimento degli obiettivi, i profitti. Al contempo, l’azienda ha verso di loro una responsabilità, il dovere di informare gli interessati rispetto al suo operato e di mantenere gli impegni presi.

Tipologie di stakeholder

Possiamo in primo luogo distinguere tra stakeholder interni (azionisti, dipendenti, collaboratori) e stakeholder esterni (fornitori, organizzazioni, enti, clienti, altre aziende). La categorizzazione può essere fatta anche in base alla tipologia di interesse. Edward Freeman propone due tipologie fondamentali. Gli stakeholder primari, in senso stretto, dei quali l’azienda non può fare a meno, come gli azionisti e i dipendenti. Nella categoria dei secondari può invece rientrare chiunque altro, in senso molto ampio. Esempi di stakeholder, in questo senso, sono organizzazioni, enti locali e centrali, comunità locali, sindacati, stampa, associazioni.

Stakeholder theory e CSR

La teoria degli stakeholder ha modificato radicalmente le relazioni tra l’azienda e i suoi diversi portatori di interesse, introducendo il principio della responsabilità sociale (CSR). Questo perché un modello di impresa che tenga conto degli stakeholder non può mirare soltanto a massimizzare il profitto, ma deve appunto tenere conto anche di interessi altrui, esterni all’azienda. La quale ha un ruolo nel territorio in cui si colloca, nonché una responsabilità rispetto a molteplici soggetti e a tutti le parti interessate. Rispettandola, otterrà un buon ritorno di immagine e rinsalderà il suo ruolo e la sua autorevolezza.

Accountability ed engagement

Lo stakeholder engagement è la capacità di un’azienda di creare saldi legami e un buon grado di coinvolgimento dei suoi portatori di interesse. Strettamente legato a questo concetto c’è quello dell’accountability, ovvero la responsabilità e il dovere di riferire agli interessati come sono stati portati a termine gli impegni presi nei loro confronti. Tipici esempi sono il bilancio sociale o il bilancio di esercizio. Da non sottovalutare, poi, il tema dell’inclusività, che prevede di tenere conto delle necessità e dei desideri degli stakeholders. Quando si prende una decisione, dunque, occorre fare lo sforzo di assumere anche il punto di vista dei vari soggetti coinvolti. È un complesso processo di costante bilanciamento di interessi.

Analysis map

Per tenere sotto controllo e gestire questa complessa rete di relazioni, ci si può avvalere della stakeholder analysis map. Uno strumento che permette di visualizzare il posizionamento di ogni soggetto rispetto ad un argomento specifico sulla base di due dimensioni: interesse e influenza.

La prima dimensione misura, appunto, l’interesse del soggetto per quell’attività; la seconda, l’influenza che può esercitare in quel campo. Si creano così quattro quadranti ai quali corrispondono quattro categorie di stakeholder.

  • Alto interesse – alta influenza: i cosiddetti “promoter”, che finanziano il progetto e di conseguenza hanno aspettative molto elevate. Coinvolgerli nel processo decisionale è inevitabile, perché senza il loro contributo il progetto non si potrebbe realizzare.
  • Basso interesse – alta influenza: i “latent” sono soggetti che è bene coinvolgere perché, pur avendo un interesse basso, dispongono di un elevato potere di influenza. Pensiamo per esempio agli opinion leader e ai gruppi di pressione che sono in grado di mobilitare l’opinione pubblica a sostegno (o contro) determinate attività.
  • Alto interesse – bassa influenza: i “defender” non hanno le risorse per favorire la realizzazione di un progetto, nonostante siano molto interessati. E’ il caso, ad esempio, dei comuni cittadini, sui quali ricadono le politiche della pubblica amministrazione. Non bisogna mai dimenticare di ascoltare e di informare questi soggetti sullo sviluppo del progetto, perché la ricaduta sull’opinione pubblica e sulla comunità è importante.
  • Basso interesse – bassa influenza: infine, i cosiddetti “apathetics”, sono gli unici soggetti che non è necessario coinvolgere dal momento che, oltre a non avere alcuna influenza, non sono neppure interessati.
Aldo Agostinelli