Aldo Agostinelli

La rendicontazione non finanziaria è un documento che contiene tutte le informazioni relative alle pratiche di sostenibilità ambientale, sociale ed economica implementate da un’azienda

Le azioni di sostenibilità economica sociale e ambientale che un’azienda intraprende devono essere rendicontate e rese pubbliche affinché assumano un valore reale. Per questo è stata introdotta la rendicontazione non finanziaria, un documento che contiene appunto informazioni non finanziarie relative a un’azienda, ma dall’elevato valore e di grande interesse per gli investitori. Oggi infatti temi quali la tutela dell’ambiente, la parità di genere, il rispetto dei diritti umani, la lotta alla corruzione non sono più secondari, bensì determinanti. Per questo una linea strategica aziendale dovrebbe sempre includerli. Vediamo dunque in che cosa consiste la stesura e la pubblicazione della rendicontazione non finanziaria.

Rendicontazione non finanziaria: cos’è

Cosa si intende per rendicontazione non finanziaria? La rendicontazione non finanziaria è il processo attraverso il quale un’azienda comunica informazioni relative alle sue performance ambientali sociali e di governance (ESG), oltre ai tradizionali dati finanziari. Questo tipo di rendicontazione fornisce una visione più completa e olistica delle attività e degli impatti di un’organizzazione, andando oltre i soli aspetti economici.

La dichiarazione non finanziaria è stata introdotta in Italia dal decreto legislativo n. 254 del 30 dicembre 2016, che ha recepito la direttiva europea 2014/95 ((Non Financial Reporting Directive). All’articolo 2, il decreto indica l’obbligo di pubblicare la DNF per gli Enti di Interesse Pubblico Rilevanti EIPR o per le società emittenti valori mobiliari che sono quotate su un mercato regolamentato in Italia o nell’Unione europea.

Quando viene pubblicato il DNF?

A gennaio 2023 è entrata in vigore la Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD che sostituisce la precedente Direttiva 2014/95. Questo nuovo documento detta il calendario relativo all’adozione della DNF:

  • 1° gennaio 2024 per grandi imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti;
  • 1° gennaio 2025 per tutte le altre grandi imprese (ovvero con 20 milioni di totale dell’attivo, 40 milioni di ricavi netti, 250 dipendenti medi annui);
  • 1° gennaio 2026 per le piccole e medie imprese quotate (escluse le microimprese);
  • 1° gennaio 2028 per le società esterne all’Unione europea con un fatturato annuo maggiore di 150 milioni all’interno dell’Unione e con una succursale o un’impresa figlia all’interno dell’Ue, che sia una grande impresa oppure piccola o media impresa quotata, o ancora con un fatturato netto superiore a 40 milioni nell’esercizio precedente.

La CSRD vuole creare un quadro normativo unico per la rendicontazione di sostenibilità, riducendo la frammentazione normativa tra gli Stati membri.

Cosa deve contenere la DNF?

Le aziende devono includere nella rendicontazione non finanziaria informazioni dettagliate sulle loro politiche di sostenibilità, risultati, rischi, e gestione dei rischi relativi ai fattori ambientali, sociali e di governance (ESG). Più nello specifico:

  • politiche ambientali: emissioni di gas serra, scarichi idrici e rifiuti, uso delle risorse naturali, impatti sulla biodiversità;
  • pratiche di gestione delle risorse umane, condizioni di lavoro, misure adottate per promuovere la diversità e l’inclusione, la salute e la sicurezza dei dipendenti;
  • rispetto dei diritti umani nelle operazioni aziendali e nella catena di fornitura;
  • coinvolgimento nelle comunità locali e contributi allo sviluppo socio-economico;
  • struttura di governance aziendale, inclusi i comitati e le funzioni di controllo;
  • misure adottate per promuovere l’etica aziendale e combattere la corruzione;
  • gestione dei rischi non finanziari;
  • indicatori di performance utilizzati per misurare le performance non finanziarie;
  • obiettivi a breve, medio e lungo termine in materia di sostenibilità.

La CSRD prevede che le aziende utilizzino standard di rendicontazione di sostenibilità armonizzati, sviluppati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG). Inoltre, la rendicontazione di sostenibilità dovrà essere soggetta a verifica da parte di revisori indipendenti.

L’obiettivo è assicurare che gli investitori e altre parti interessate abbiano accesso a informazioni comparabili e affidabili sulle performance di sostenibilità delle aziende, incentivando le aziende a migliorare le loro pratiche di sostenibilità e a contribuire agli obiettivi europeo per uno sviluppo sostenibile.

Rendicontazione non finanziaria e bilancio di sostenibilità

Qual è la differenza tra dichiarazione non finanziaria e bilancio di sostenibilità? Si tratta di due documenti molto simili, in quanto entrambi legati alla responsabilità sociale d impresa. Tuttavia, il bilancio di sostenibilità è considerato una “integrazione volontaria”, mentre la rendicontazione non finanziaria è normata dalla legge. Dunque dichiarazione non finanziaria è obbligatoria per determinate aziende in base alla legge, mentre il bilancio di sostenibilità è generalmente volontario. Inoltre, il bilancio di sostenibilità si rivolge soprattutto agli stakeholder di un’azienda, mentre la rendicontazione non finanziaria  è pensata per attirare gli investitori.

Rendicontazione non finanziaria obbligatoria

Quando è obbligatoria la dichiarazione non finanziaria? L’obbligo riguarda:

  • società quotate con più di 500 dipendenti, uno stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro o un fatturato superiore a 40 milioni di euro;
  • enti di interesse pubblico come banche o assicurazioni.

Tutte le altre aziende possono redigere la rendicontazione non finanziaria su base volontaria e sempre più spesso scelgono di farlo in quanto ciò comporta vantaggi a livello di immagine e autorevolezza.

Per le aziende con obbligo di rendicontazione non finanziaria che non presentano tale documento sono previste delle sanzioni:

  • dai 20mila ai 100mila euro per omessa stesura della DNF;
  • dai 20mila ai 100mila euro per mancato deposito della DNF;
  • dai 20mila ai 100mila euro per non conformità della dichiarazione al decreto 254/2016;
  • dai 50mila ai 150mila euro per informazioni false.
Aldo Agostinelli