I beni ammortizzabili sono beni strumentali utilizzati da imprese e professionisti per la loro attività economica, il cui costo viene ripartito su più anni tramite l’ammortamento
Chi lavora con la partita iva – imprese o liberi professionisti – sa bene quanto sia importante conoscere i beni ammortizzabili, che si traducono in costi di acquisto scaricabili. Questo vale naturalmente per tutte le partita iva ad esclusione di quelle che rientrano nel regime forfettario. In caso di dubbi sul proprio regime è sempre utile rivolgersi ad un commercialista. Vediamo dunque cosa e quali sono i beni ammortizzabili.
Quali sono i beni strumentali ammortizzabili?
I beni ammortizzabili sono quei beni strumentali (o cespiti) – materiali o immateriali – che un’impresa o un professionista utilizza per la propria attività economica in modo durevole nel tempo. Il loro costo d’acquisto non può essere dedotto interamente nell’anno di acquisizione, ma viene ammortizzato nel corso degli anni, secondo aliquote prestabilite.
Ogni categoria di beni ha una specifica aliquota di ammortamento determinata dalla normativa fiscale, che indica in quanti anni è possibile ripartire il costo del bene. L’ammortamento dei beni strumentali avviene solitamente su base annua e segue regole stabilite dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che stabilisce le percentuali di ammortamento in base al tipo di bene e alla sua durata utile. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono pubblicate le tabelle con tutti i coefficienti di ammortamento.
Come capire se un bene è strumentale?
Un bene è strumentale se:
- è effettivamente utilizzato per lo svolgimento dell’attività lavorativa;
- è utilizzato per più di un esercizio (anno fiscale).
Per i beni il cui costo non supera i 516,46 euro (considerati di modico valore), il professionista può dedurre l’intero costo nell’anno di acquisto, senza dover procedere all’ammortamento.
Se il bene ha un costo superiore a questo limite, è necessario ammortizzarlo su più esercizi, secondo le aliquote stabilite per ciascuna categoria di beni. Ad esempio, un computer può essere ammortizzato con un’aliquota standard del 20% annuo, mentre i mobili per ufficio con il 12% annuo.
Cosa rientra nei beni ammortizzabili?
I beni strumentali che si possono ammortizzare sono numerosi. Vediamo i principali:
- macchinari e impianti utilizzati per la produzione;
- automezzi aziendali;
- arredi e mobili per ufficio;
- computer e attrezzature elettroniche;
- edifici e fabbricati destinati all’attività aziendale;
- brevetti e licenze;
- software;
- marchi e concessioni.
Registro beni ammortizzabili
Il registro dei beni ammortizzabili, o registro cespiti, è un documento contabile utilizzato dalle imprese e dai liberi professionisti per tenere traccia dei beni strumentali acquistati e del loro processo di ammortamento. Questo registro è previsto dalla normativa fiscale e serve a documentare il valore dei cespiti ammortizzabili, le relative quote di ammortamento, e i periodi durante i quali vengono dedotte le spese.
Online esistono diverse versioni di libro cespiti, registro beni ammortizzabili pdf o registro beni ammortizzabili editabile.
Nel registro sono presenti diverse informazioni:
- descrizione del bene;
- data di acquisto;
- costo di acquisto;
- aliquota di ammortamento;
- quota annuale di ammortamento;
- valore residuo;
- eventuale data di dismissione.
La compilazione di questo documento è importante per poter procedere all’ammortamento dei cespiti. Il registro dei beni ammortizzabili è obbligatorio per le imprese in contabilità ordinaria, mentre per i liberi professionisti in regime semplificato non è obbligatorio, sebbene sia consigliato tenerlo per una gestione più precisa delle deduzioni fiscali.