Aldo Agostinelli

Anche i liberi professionisti in regime forfettario hanno l’obbligo di fattura elettronica, dal primo luglio 2022. Ecco come funziona e chi invece è ancora esente

Dal 1° luglio 2022 anche i liberi professionisti in regime forfettario hanno l’obbligo di fattura elettronica. La data di scadenza è invece rinviata al 1° gennaio 2024 per coloro che nel 2021 hanno ottenuto ricavi o compensi inferiori a 25.000 euro. Vediamo cosa cambia per i contribuenti in regime forfettario e come funziona l’ emissione della fattura elettronica.

L’iter normativo

L’obbligo di fatturazione elettronica è l’approdo di un lungo iter normativo, iniziato nel settembre 2021, con la presentazione in sede europea, da parte dell’Italia, di una proroga di tale obbligo per tutte le partite iva fino al 31 dicembre 2024 e una estensione dell’obbligo ai “soggetti passivi che si avvalgono della franchigia per le piccole imprese di cui all’articolo 282 della direttiva IVA” (cioè anche i forfettari).  Il 13 dicembre 2021 il Consiglio dell’Ue ha accettato la proposta italiana e l’esito è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea. Tuttavia, affinché l’obbligo entrasse in vigore, era prima necessario annullare l’esonero dedicato ai forfettari. Cosa che è stata fatta con il decreto legge 36/2022.

Chi è nel regime dei minimi deve fare la fattura elettronica?

Il Decreto PNRR 2 (decreto legge  n.33 del 30 aprile 2022) ha introdotto l’obbligo di fattura elettronica, reso ufficiale il 30 aprile, anche per le partite iva in regime forfettario (dunque anche ex regime dei minimi, oggi abrogato). Al momento, l’obbligo scatta per coloro che nel 2021 hanno ottenuto ricavi superiori a 25.000 euro. Chi ha ottenuto ricavi di un importo inferiore, fino al 31 dicembre 2023 può continuare ad emettere fatture cartacee. Tale obbligo vale anche per chi rientra nel cosiddetto regime di vantaggio e per le associazioni sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore che hanno scelto il regime speciale ai fini dell’Iva e delle imposte sui redditi.

Sanzioni

Le sanzioni previste per il mancato adeguamento alla nuova modalità elettronica, vanno dal 5 al 10% del corrispettivo non documentato o registrato e da 250 a 2mila euro. Tuttavia, le sanzioni non scattano immediatamente. Per il terzo trimestre (da luglio a settembre) le sanzioni non verranno applicate se la fattura elettronica verrà emessa entro il mese successivo a quello nel quale è stata effettuata l’operazione.

I servizi dell’Agenzia delle entrate

Per agevolare questo passaggio, l’Agenzia delle entrate ha realizzato diversi servizi gratuiti non solo per emettere fattura elettronica, ma anche per inviarle, consultarle e archiviarle. In particolare, sono attivi tre servizi:

  • una sezione del sito web dell’Agenzia delle Entrate chiamata “Fatture e Corrispettivi“, che permette di predisporre e trasmettere la fattura elettronica per i forfettari, e poi di conservarle e consultarle;
  • un’app chiamata “FATTURAe” tramite la quale è anche possibile inviare le fatture elettroniche;
  • un software, “stand alone”, che gli utenti possono installare sul proprio PC per predisporre le fatture elettroniche e salvare i file.

Regime forfettario e fattura elettronica: il servizio Fatture e Corrispettivi

Premesso che esistono molto programmi a pagamento per gestire la fatturazione elettronica, vediamo più nel dettaglio come funziona questo servizio gratuito, indicato per un libero professionista che non emette un numero di fatture elevatissimo nel corso di un anno. Si accede all’area riservata tramite SPID, CNS o credenziali rilasciate dall’Agenzia delle Entrate. Una volta entrati nell’area dedicata, si segue il link “Fatturazione elettronica”, che permette di accedere ad una pagina con varie aree di lavoro.

Cliccando su “crea nuovo file” si sceglie il tipo di fattura: PA (per la pubblica amministrazione), ordinaria o semplificata (per importi inferiori ai 100 euro). Una volta selezionata la tipologia prescelta, basterà inserire i dati del mittente e del destinatario, l’importo e gli altri campi obbligatori, proprio come si faceva con una normale fattura cartacea, per poi procedere all’invio. In questo modo, la fattura verrà inviata al sistema di interscambio sdi che, dopo una verifica, la farà arrivare all’indirizzo telematico indicato.

Imposta di bollo

Per le fatture con un importo che supera i 77,47 euro è sempre necessario indicare 2 euro per l’imposta di bollo. Il corrispettivo si pagherà poi, ogni tre mesi, tramite F24. Questo passaggio sostituisce la tradizione apposizione della marca da bollo adesiva da acquistare in tabaccheria e applicare sulla fattura cartacea.

Vantaggi fatturazione elettronica

Molti forfettari non sono stati contenti di questo passaggio, visto come una complicazione della propria attività. Naturalmente, l’obiettivo dell’Agenzia delle entrate è quello di arginare la piaga dell’evasione fiscale, rendendo tracciabili e archiviabili tutte le transazioni. Al contempo, si procede nella direzione di una graduale digitalizzazione di tutti i processi in ambito lavorativo, amministrativo, organizzativo e non solo.

Una volta “entrati” nel nuovo meccanismo, anche i lavoratori autonomi in regime forfettario potranno trarre alcuni vantaggi dalla fattura elettronica. In primo luogo, l’archiviazione sarà più sicura e ordinata. Inoltre, si riducono a due anni i termini di accertamento. Per quanto riguarda i costi, la fatturazione elettronica non comporta spese aggiuntive, a meno che si opti per un programma gestionale a pagamento. Questa opzione è consigliata per chi ha una gestione molto complessa e intensa, altrimenti i programmi gratuiti dell’Agenzia delle entrate sono sufficienti.

Aldo Agostinelli