Aldo Agostinelli

I tessuti ecosostenibili sono una risposta necessaria all’impatto ambientale dell’industria tessile, una delle più inquinanti in assoluto. Ecco che cosa sono e come sceglierli

L’industria tessile ha un impatto ambientale molto forte, specialmente per quanto riguarda l’utilizzo dell’acqua. Secondo alcune stime, riportate dal Parlamento Europeo, per fabbricare una t-shirt in cotone occorrono 2700 litri di acqua dolce, volume che una persona può bere in due anni e mezzo. Per non parlare dei terreni adibiti alle coltivazioni. “Nel 2020 – si legge sempre sul sito del Parlamento Europeo – il settore tessile è stato la terza fonte di degrado delle risorse idriche e dell’uso del suolo”. Questo andamento è legato al dilagare del cosiddetto fast fashion, la moda veloce e a bassissimi costi che ci spinge ad acquistare più capi di abbigliamento di quelli necessari, e soprattutto di cambiarli con grande frequenza. Ecco perché oggi è sempre più importante parlare di tessuti ecosostenibili.

Che cosa si intende per tessuti ecosostenibili

I tessuti ecosostenibili possono essere realizzati soltanto in piccola parte con materie prime, andando quindi a incidere minimamente sull’utilizzo delle risorse naturali, oppure avere un basso impatto sull’ambiente nel corso del loro ciclo di vita.  Nel primo caso parliamo di tessuti riciclati; nel secondo di tessuti naturali. L’eco sostenibilità  dei tessuti dipende inoltre anche dal modo in cui vengono prodotti. Ad esempio, se l’azienda ricicla l’acqua, evita sostanze chimiche e utilizza energie rinnovabili per la produzione.

Sono dunque diversi gli aspetti che rendono un tessuto ecosostenibile ed è importante che le aziende li comunichino in modo chiaro e trasparente. Nel settore della moda green è infatti molto facile cadere vittime di episodi di green washing: un’etichetta che recita “eco  friendly” non è sufficiente a dimostrare la sostenibilità ambientale di un prodotto.

Tessuti naturali

I  tessuti in fibre naturali sono biodegradabili. Per questo, anche se prodotti a partire da materie prime, non inquinano al termine del loro ciclo vitale. Ovviamente non devono essere trattati ad esempio con tinture inquinanti. Questi tessuti sono quelli che tutti conosciamo, e che una volta erano praticamente gli unici esistenti: lana, cotone, cashmere, seta, lino, juta, e altri più recenti come canapa e bambù. Si tratta di materiali di origine animale o vegetale che possono anche essere certificati come biologici.

Oltre ad essere più sostenibili, le fibre naturali sono anche più salutari (e durano molto più a lungo, dunque non occorre acquistare sempre nuovi capi). Inoltre, dal punto di vista sociale, possono rappresentare un’importante fonte di sostentamento per i Paesi in via di sviluppo (sempre che siano prodotte nel rispetto dei diritti umani, come avviene nel circuito del commercio equo e solidale).

Tessuti ecosostenibili riciclati

Le fibre sintetiche non sono facilmente smaltibili. Parliamo ad esempio di acrilico, elastan, neoprene, nylon, poliestere. Fibre che derivano da sottoprodotti del petrolio. Tuttavia, questi materiali si possono rigenerare e riciclare. Da questo punto di vista sono anche più sostenibili delle fibre naturali, perché il loro riutilizzo non ha limiti. Le fibre sintetiche ecologiche sono prodotte al 100% da materiali plastici riciclati come bottiglie di plastica, reti da pesca, scarti industriali.

Ad esempio, ECONYL® è prodotto con un filo di nylon rigenerato a partire da materiali di scarto. Quando si scelgono tessuti sintetici riciclati è importante verificare sempre le certificazioni. Anche i tessuti naturali si possono riciclare, però il procedimento è abbastanza lungo e laborioso e col tempo questi materiali col tempo si deteriorano inevitabilmente.

Tessuti innovativi ecosostenibili

Oggi la produzione di tessuti ecosostenibili ha fatto molti passi avanti e possiamo trovare in commercio prodotti anche molto originali, come l’Apple Skin, fabbricato con gli scarti delle mele, il Cactus Leather, che come si intuisce  è realizzato con le foglie di cactus, o ancora il Corn Leather, creato a partire dal mais. Uno dei tessuti innovativi più famosi è il Lyocell, chiamato spesso anche Tencel. Si tratta di un tessuto brevettato ottenuto da alberi di eucalipto e fabbricato in modo sostenibile. Questi tessuti sono noti come fibre artificiali e anche in questo caso occorre essere molto prudenti e verificare le certificazioni e i marchi: restando sul Lyocell, molte aziende possono produrlo, ma solo il marchio TENCEL™ garantisce la sostenibilità in fase di produzione.

Certificazioni

Vediamo infine quali sono le principali certificazioni di eco sostenibilità per i tessili:

  • Global organic textile standard (Gots), leader mondiale nella definizione dei criteri di sostenibilità che devono guidare la realizzazione delle fibre organiche, in ogni anello della filiera;
  • Ocs, organic content standard, promossa dall’associazione Textile exchange, garanzia per chiunque voglia acquistare capi creati con materie prime di natura organica;
  • Grs, Global recycle standard, certificazione sviluppata dall’ente Textile exchange e gestita in Italia da Icea (Istituto per la certificazione etica e ambientale) con l’obiettivo di verificare che i materiali utilizzati siano effettivamente ottenuti da scarti di lavorazione;
  • Fsc, Forest stewardship council, certificazione che attesta che la materia prima utilizzata provenga da foreste gestite in modo responsabile, nel rispetto dei lavoratori, del territorio e degli abitanti.
Aldo Agostinelli