Aldo Agostinelli

Il negazionismo climatico si fonda sul pensiero che il riscaldamento globale sia una menzogna inventata dai poteri forti. Una tendenza pericolosa che ostacola il cambiamento necessario per arginare una situazione ormai quasi irrecuperabile

Ebbene sì, esistono teorie negazioniste e complottiste anche per quanto riguarda il tema del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. Termini come “ondata di calore” vengono messi in discussione e criticati aspramente, soprattutto sui social media, da una parte dell’opinione pubblica che attinge ad informazioni “alternative” a quelle ufficiali, spesso diffondendo notizie non verificate e non approfondite, se non apertamente false. Per i negazionisti climatici, di fatto, la comunità scientifica mente per qualche ragione o interesse superiore o occulto, e la crisi climatica semplicemente non esiste. Ci sono diverse sfumature di questo atteggiamento, che lo rendono spesso insidioso. Anche perché non sono solo persone anonime sui social network a portarlo avanti, ma anche giornalisti ed esponenti politici. Vediamo dunque di capire meglio che cos’è il negazionismo climatico e come riconoscerlo.

Le origini del negazionismo climatico

Il negazionismo climatico ha origini ben più lontane di quelle che potremmo immaginare. Torniamo all’America degli anni Sessanta, quando emersero i primi collegamenti tra l’utilizzo dei combustibili fossili e l’aumento del gas serra. Le grandi compagnie petrolifere erano in possesso di dati che confermavano tale legame, ma li tennero nascosti. Nel 1989, per poter continuare a produrre emissioni di gas serra indisturbate, diedero vita alla Global Climate Coalition, un gruppo di lobby (attivo fino al 2001) che, tramite presunti esperti, si opponeva ai primi interventi messi in atto per ridurre le emissioni di gas serra impegnandosi nella negazione del cambiamento climatico e sfidando pubblicamente la scienza.

Nome di spicco in questa operazione è  Bruce Harrison, esperto di pubbliche relazioni che potremmo considerare l’inventore, il padre del negazionismo climatico. Harrison cercò di “girare attorno” alla questione climatica in corso, dicendo che andava riformulata. L’effetto serra divenne, con le sue parole, una eventualità non verificabile, incerta, così come le sue conseguenze. Da qui nacquero le prime teorie complottiste tra l’opinione pubblica, con “studiosi” e scienziati del clima che si sentirono legittimati ad esporre e divulgare principi discordanti con la versione ufficiale degli eventi. Oggi il fatto che il cambiamento climatico sia causato dalle attività umane è ormai accettato (da quasi tutti). Eppure, esistono teorie che, per diverse ragioni, cercano di mitigare, deviare, quando non di ribaltare, la questione.

Chi sono i negazionisti climatici

Citiamo subito uno dei più grandi negazionisti climatici: l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, secondo il quale il global warming è stato inventato dai cinesi per rendere non competitive le aziende statunitensi (dichiarazione diffusa pubblicamente su Twitter). È chiaro che posizioni del genere, sbandierate da personaggi politici di tale caratura, hanno un peso molto importante su una parte consistente della popolazione.

Senza arrivare a questi livelli, possiamo notare una tendenza in corso, anche in Italia, che rende difficile tracciare il confine tra “riduzionismo” e negazionismo climatico. Alcuni quotidiani, in risposta alle analisi emerse durante il grande caldo del luglio 2023, hanno reagito coniando espressioni come “terrorismo sul clima” e parlando di posizioni “apocalittiche”. Si parla anche di una ideologia, costruita per estorcere denaro pubblico e mettere i bastoni tra le ruote all’economia. In questo caso la battaglia sul clima diventa più che altro uno strumento di (bassa) lotta politica.

Il problema è che, quando manca la volontà di approfondire, e quando l’opinione pubblica preferisce non approfondire, la strada per i negazionismi è spianata. La Verità ad esempio – secondo quanto riporta Altreconomia – ha impugnato uno studio preliminare per dimostrare che le recenti alluvioni in Romagna non sono in alcun modo collegate al cambiamento climatico. Questo studio, in realtà, non ha dimostrato che questo legame non esiste; semplicemente non ha rilevato una connessione statistica tra il cambiamento climatico e le precipitazioni estreme di quell’evento atmosferico (come dichiarato dagli stessi autori).

Le evoluzioni più recenti

A metà luglio 2023 su Twitter e su altri social si è diffuso l’hashtag ClimateScam. Scam significa truffa e si parla dunque di un presunto complotto legato al cambiamento climatico. In particolare si fa riferimento al colore rosso che viene utilizzato dai meteorologi per segnalare le temperature in aumento e il grande caldo. Parliamo, solo su Twitter, di  quasi 3 milioni di persone e più di 90mila interazioni. Non è facile capire chi siano le persone coinvolte; tuttavia, spesso sono le stesse che diffondevano teorie NoVax durante la pandemia di Covid19.

L’impressione è che il principio guida sia quello di assumere posizioni opposte rispetto a quelle portate avanti dalla scienza, e in generale rispetto al pensiero prevalente, indipendentemente dal tema: il “grande complotto” include ogni aspetto. Si affiancano alle teorie negazioniste posizioni vicine alla Russia, per quanto riguarda la guerra in Ucraina, e un marcato antieuropeismo. Il tutto spesso si conclude con un’affermazione che capita di sentire sempre più spesso: “È caldo perché è estate”.

Peccato che l’ultimo rapporto dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, tracci un quadro drammatico, poiché le attività umane stanno alterando il clima ad un ritmo che non ha precedenti, con effetti irreversibili e catastrofici. Tra il 2001 e il 2021 la temperatura media è stata più elevata di 1,1 gradi rispetto al 1850-1900, e il fatto che ciò dipenda dalle emissioni di gas serra e dalla deforestazione non è un’ipotesi, è una verità ampiamente provata. In questo scenario c’è un barlume di speranza, ma le azioni da intraprendere sono urgenti e radicali: quelle intraprese finora non sono sufficienti. Continuando così, la vita di miliardi di persone sarà a rischio. Inclusa quella dei negazionisti climatici.

Aldo Agostinelli