Aldo Agostinelli

Sono due approcci del Digital Marketing molto in voga negli ultimi tempi. Scopriamo insieme la differenza tra inbound e outbound

Ultimamente si discute molto su quale dei due metodi sia migliore. Ma la risposta non è affatto scontata. Inbound e Outbound Marketing seguono strategie, tecniche, applicazione e attività diverse che si adattano ad alcuni specifici contesti ma non ad altri.

L’obiettivo di entrambe le strategie è quello di aumentare il fatturato dell’azienda che ne sceglie una piuttosto che un’altra.

Come succede spesso, c’è chi sostiene che uno dei due approcci prevalga sull’altro. Infatti, qualcuno pensa che Inbound Marketing sia la scelta da prendere mentre chi, all’opposto, pensa che l’Outbound Marketing sia imprescindibile.

Esiste, infine, anche chi predica come migliore un’integrazione tra Inbound e Outbound Marketing. Ma qual è la differenza tra Inbound e Outbound Marketing?

Inbound e Outbound Marketing: cosa sono?

Prima di entrare nello specifico, si può dire che l’Outbound Marketing sia una strategia di marketing tradizionale, appartenente a mezzi di comunicazione ben conosciuti e longevi come:

  • radio
  • televisione
  • pagine pubblicitarie sui quotidiani, settimanali o mensili
  • volantini
  • manifesti
  • pubblicità display
  • telemarketing a freddo dei call center

In sostanza, l’Outbound Marketing sfrutta un messaggio indirizzato a un pubblico potenzialmente infinito di persone, con l’intenzione di “colpire” e attrarre chi vorrebbe acquistare quel prodotto o servizio ma forse non sa ancora di volerlo comprare.

L’Inbound Marketing, invece, è un tipo di strategia ben più recente, “scoperto” sul finire dei primi Anni 10 del nuovo secolo per venire incontro ai nuovi mezzi comunicativi formati da:

  • social media
  • siti web
  • blog o siti aziendali
  • newsletter
  • motori di ricerca

A differenza dell’Outbound Marketing, l’Inbound Marketing non punta nel mucchio ma alla veicolazione di messaggi pubblicitari mirati al potenziale cliente per fare in modo che diventi cliente.

Outbound Marketing

È la strategia di marketing spesso percepita come invasiva e non adatta perché colpisce il potenziale cliente con una proposta o soluzione prima ancora che esso sia consapevole di avere un bisogno o un problema. Il messaggio dev’essere penetrante da obbligare il consumatore a voler approfondire il prodotto.

Qui si usano strategie di paid advertising per fare in modo che gli utenti trasferiscano la propria attenzione da qualcosa che stavano facendo al messaggio inviato da un certo brand. In questo modo è l’azienda stessa che dà vita al possibile rapporto con il cliente e non viceversa.

Questo metodo, perciò, interrompe un’azione e se prima lo si notava solo quando una pubblicità interrompeva, o interrompe, una diretta radiofonica o un film, ora con gli smartphone le interruzioni sembrano addirittura aumentate e sempre più fastidiose.

L’Outbound Marketing non richiede nessun bisogno di studiare il consumatore e l’unica cosa che si deve fare, dopo aver inviato il messaggio, è aspettare che il potenziale cliente si metta in contatto con l’azienda.

Leggi anche: Digital Marketing, tutto quello che c’è da sapere

I problemi dell’Outbound Marketing

Uno dei maggiori limiti di questo metodo è l’investimento e il ROI basso. L’Outbound Marketing richiede l’impiego di importanti somme di denaro quasi a perdere, che non garantiscono un ritorno tale da coprire la spesa

Un altro problema riguarda l’efficacia. Sono circa duemila le pubblicità che una persona “incontra” ogni giorno, per 365 giorni l’anno. Questo bombardamento ha sviluppato negli utenti una sorta di resistenza. Infatti, sono pochissime poi le pubblicità che si riescono a ricordare.

Quando utilizzare l’Outbound Marketing

Nonostante abbia dei limiti, non è una tecnica da abbandonare completamente. Per qualcuno può risultare ancora molto utile.

Se la clientela è specifica e magari non avvezza al mondo dei social, l’Outbound Marketing è ancora la strategia da prediligere. Ma questa è una via che scelgono anche grandi brand o aziende multinazionali che tramite pubblicità su riviste o attraverso banner display, sono ancora presenti nel panorama italiano e non solo.

Inbound Marketing

Al contrario dell’Outbound Marketing, il pubblico dell’Inbound Marketing viene studiato approfonditamente: si studia il Buyer Persona. In questo modo si stabilisce il target di riferimento dell’azienda, sia a livello demografico, sia psicologico.

Nella strategia di Inbound Marketing si punta a dare molta importanza alla creazione di una customer journey su misura che consenta al potenziale cliente di muoversi all’interno del sito come meglio preferisce, guidato in base alle sue preferenze

Si tratta di una comunicazione bidirezionale, cosiddetta one-to-one, e non risulta invasiva, perché l’attività non viene interrotta ma viene contestualizzata. Così si crea una conversazione, un rapporto, engagement.

Per questo tipo di strategia è molto importante l’analisi delle parole chiave. Il sito vuole attrarre utenti qualificati, capaci di passare da potenziali clienti a veri nuovi clienti. L’obiettivo quindi è quello di posizionare il proprio sito per keyword capaci di attrarre il pubblico giusto.

Tanto traffico sul sito che però non porta a niente, non serve. Per questo si “scomoda” la strategia la SEO, Search Engine Marketing.

Come fare inbound marketing?

 Si sottolinea, invece, quanto quelle di inbound marketing siano volte a creare contenuti di qualità. Quest’ultimo è un punto di vista condiviso da diversi esperti, anche perché trattandosi di un tipo di marketing customizzato, che deve “attrarre” l’utente o il cliente e fidelizzarlo, appare ovvio che il contenuto debba essere costruito in maniera appropriata, con attenzione: dovrebbe trattarsi, così, di un contenuto accattivante, ben strutturato e indicizzato, così da essere trovato facilmente, essere apprezzato e creare engagement.

I vantaggi dell’Inbound Marketing

Grazie a questa tecnica è possibile misurare i risultati, perché le attività online vengono monitorate con precisione. Google Analytics su tutti ma pendendo, per esempio, Facebook o Instagram, grazie agli Insight si possono consultare e ottenere tutti i dati dei post che vengono pubblicati e che tipo di engagement si è ottenuto.

La creazione di contenuti “personalizzati” è fondamentale per l’Inbound Marketing. Un buon sito aziendale, bello graficamente, con contenuti interessanti attraenti e inbound oriented è quello che ci vuole per ogni azienda che si affidi a questa strategia.

Questo sito deve comprendere vere e proprie call to action e landing page, ossia pagine riguardanti form per scaricare documenti o per contattare l’azienda.

Anche un blog aziendale deve utilizzare bene le tecniche di Inbound Marketing per avere successo: perché un bel blog consente al brand di creare un percorso per l’utente comprendente le soluzioni a possibili problemi.

Aldo Agostinelli