Aldo Agostinelli

Il termine cro marketing si riferisce a un insieme di tecniche che consentono di ottimizzare le conversioni di un sito web. Tramite una buona strategia di conversion rate optimization è possibile trasformare i visitatori in clienti: ecco come

Il cro marketing è quell’insieme di tecniche volte a migliorare i risultati dei processi di conversione. Ovvero, tutti quei processi che permettono di trasformare gli utenti di un sito web o di un social media in clienti. Certo, le landing pages servono proprio a questo. Ma è necessaria una strategia più ampia e complessa per renderle efficaci. Un approccio basato sul cro marketing è fondamentale affinché la propria presenza sui principali canali digitali generi un ritorno in termini di crescita del business. Vediamo dunque perché il cro marketing può essere considerato la base di ogni strategia di digital marketing e quali possono essere le sue principali declinazioni.

Cro conversion rate optimization – cosa significa

Cro è l’acronimo di conversion rate optimization. Questo termine significa dunque, letteralmente, “ottimizzazione del tasso di conversione”. Ma in che cosa consiste il cro marketing nella pratica? Esempi di tecniche di cro marketing sono le analisi di mercato, i sondaggi e le interviste, le statistiche sugli accessi a un sito web (website visitors), i test di usabilità di un sito web, come gli A B test o split test. Si tratta quindi di una gamma piuttosto varia di tecniche tipiche del web marketing capaci di rendere più efficaci le strategie messe in atto su diversi canali digitali.

Conversion rate optimization – cro: le applicazioni

Inizialmente il cro marketing veniva utilizzato prevalentemente per migliorare l’efficacia degli e-commerce e per incrementare la lead generation. Oggi il suo raggio di azione è più ampio. Attenzione però a non confondere il cro marketing con altre tecniche specifiche mirate all’ottimizzazione dei siti web. In primis, la SEO e le tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca: SEO marketing e cro marketing possono benissimo convivere e procedere di pari passo, ma sono due attività distinte. Così come non rientra nel cro marketing la modifica grafica di una call to action. Ciò che distingue la cro da altre tecniche è la sua base scientifica.  Le tecniche di cro marketing, volte ad incrementare i tassi di conversione, si applicano su campioni statistici rappresentativi e tramite test attendibili.

Come funziona il cro marketing

Le attività di cro marketing – conversion rate optimization si basano principalmente su esperimenti empirici. Tipicamente, si divide l’audience di un sito web in due gruppi, ai quali vengono sottoposte due differenti versioni del sito web stesso. Per ciascun campione viene misurato il tasso di conversione, valutando così la versione che genera migliori risultati. Le due versioni devono essere sottoposte ai due gruppi – creati in modo casuale – contemporaneamente. Esistono diversi servizi online a supporto di questa operazione che aiuta notevolmente a migliorare l’efficacia di un sito web o di un altro canale digitale.

Come attivare una strategia di cro marketing

Per prima cosa, è necessario raccogliere tutti i dati relativi al proprio sito web, sfruttando piattaforme come Google Analytics. Un report dettagliato è una base di partenza fondamentale. Dopodiché, è importante focalizzarsi sugli obiettivi che si desidera raggiungere e sulla scelta dei KPI (Key Performance Indicators) più adatti. Per mettere in atto le tecniche di cro marketing è necessario utilizzare un software di marketing automation, che consenta di personalizzare l’esperienza degli utenti sul sito web. Infine, si arriva al cuore dell’attività, con la presentazione dei test a/b o multivariati al proprio pubblico. Per portare avanti una buona strategia di cro marketing è indispensabile una buona capacità analitica. In molti casi, è utile rivolgersi a professionisti o agenzie specializzate. Inoltre, questa tecnica non è mai data una volta per tutte: va riproposta e calibrata nel tempo perché le variabili in campo sono tante, e sono mutevoli.  

Conversion rate formula: il calcolo del tasso di conversione

Per calcolare il tasso di conversione di un sito web bisogna dividere le transazioni effettuate per le visite ricevute, poi moltiplicare per cento. Quando parliamo di transazione non necessariamente ci riferiamo all’acquisto, anche se questa è senz’altro una delle azioni più importanti. Si può trattare ad esempio anche di un’iscrizione alla newsletter, oppure della compilazione di un form. Generalmente, un tasso superiore all’1% viene già considerato buono. Insieme ad altri fattori come la durata di permanenza media sulle pagine, la quantità di pagine visitate e il numero delle visite, il conversion rate offre un dato molto utile per valutare il corretto funzionamento di un sito web.

Se la percentuale è inferiore all’1%, probabilmente è il caso di rivedere alcuni elementi della propria strategia digitale, facendosi guidare dai comportamenti e dalle abitudini dei visitatori. Infatti, il cro marketing si basa proprio sulla user experience, ovvero sull’esperienza degli utenti nel corso della navigazione. Assumerne il punto di vista è fondamentale per intervenire e migliorare dove necessario le carenze del proprio sito web.

Aldo Agostinelli