Aldo Agostinelli

Il ROI è un indice di redditività fondamentale per comprendere il ritorno economico sugli investimenti effettuati. Non è difficile da calcolare, è si può utilizzare sia in ambito aziendale, sia in quello privato. Vediamo come funziona il calcolo ROI e qualche esempio

Quando si tratta di affrontare un investimento, è indispensabile farsi un’idea della redditività che questo può generare. Per questo ogni azienda calcola il ROI, un indicatore che permette di valutare la redditività del capitale investito.  Esiste una precisa formula per calcolarlo. Vediamo dunque in cosa consiste il calcolo ROI, perché il ROI è importante, in quali casi può essere utilizzato e quali elementi bisogna tenere in considerazione nel breve e lungo termine.

Cos’è il ROI

L’acronimo ROI sta per Return On Investment. Che significa, appunto, ritorno sull’investimento. Il ROI è un indicatore che permette di misurare la redditività di un investimento. Rientra nella famiglia degli indicatori di bilancio. È molto utile in quanto permette di confrontare diversi investimenti, così da scegliere poi quello più remunerativo.

Quando parliamo di capitale investito, ci riferiamo, in ambito aziendale, alla somma delle attività dello stato patrimoniale. La quale, a sua volta, corrisponde alla somma tra le immobilizzazioni (investimenti pluriennali) e il capitale circolante netto. Di solito, il ROI si utilizza insieme al ROE (Return On Equity), un altro tra i più utilizzati indici di redditività che però si concentra solo sul capitale proprio. (A differenza del ROI che tiene conto anche del capitale di terzi).

Calcolo ROI

La formula del ROI è stata inventata da un ingegnere elettrico nel 1914 (F. Donaldson Brown) ed è la seguente. ROI = risultato operativo / capitale investito. Il risultato operativo è costituito dalla somma del risultato operativo caratteristico e delle componenti di reddito prodotte dagli investimenti accessori, senza tenere conto degli oneri finanziari, dei proventi e delle imposte sul reddito. È un valore che si trova all’interno al Conto Economico in forma scalare. Il capitale investito è composto dal capitale proprio e da quello investito da terzi. Si trova alla fine dello Stato Patrimoniale Riclassificato. Il ROI, quindi, calcola il ritorno economico di tutto il capitale che è stato impiegato nel complesso.

Calcolo ROI in ambito aziendale e privato

Il ROI si utilizza prevalentemente in ambito aziendale, ma può essere tranquillamente applicato anche nel privato. In quest’ultimo caso la formula diventerà la seguente. ROI = (guadagni – costi) / costi. Questa formula può essere usata anche da un privato cittadino che voglia calcolare quale è stato il rendimento dalla vendita del suo appartamento, per fare un esempio. Così come per qualsiasi altra operazione finanziaria anche in ambito familiare.

Calcolo ROI esempio

Vediamo ora un esempio di calcolo. Ipotizziamo che il totale degli investimenti di un’azienda sia pari a 100.000 euro e il risultato operativo corrisponda a 16.700 euro. Facendo 16.700/100.000 si ottiene 0.167. Per avere un risultato in termini percentuali basta naturalmente moltiplicare il risultato (0.167) per 100. Si ottiene così 16,7%. Quindi il ROI è 16,7%. Ciò significa che questi investimenti rendono il 16, 7%. Per capire se questo risultato è buono bisogna tenere in considerazione diversi aspetti. In primis, il ROI medio del settore in cui si opera, così da poter fare un confronto. Chiaramente, più l’indice è alto, più l’azienda sta ottimizzando il suo investimento, ma non esistono valori assoluti di riferimento: dipende dal contesto.

Indici di redditività: calcolo ROI e calcolo ROS

Gli indici di redditività sono diversi. Il ROI rappresenta sicuramente uno dei più noti e utilizzati. Ne abbiamo già citato un altro, il ROE,  che mette in evidenza il rendimento del capitale netto. C’è poi il ROS (Return On Sales), che misura il rendimento delle vendite indicando il rendimento netto percentuale su ogni 100 euro di vendite effettuate. Questo indice è dato dal rapporto tra il reddito operativo e i ricavi di vendita e si utilizza soprattutto per controllare l’andamento delle operazioni da un periodo all’altro. Un ROS del 7%, significa che ogni 100 euro di vendite effettuate, l’azienda ha un rendimento di 7 euro. Citiamo velocemente anche un quarto indice di redditività, il CTO (Capital Turn Over): esso indica quante volte si rinnova il capitale investito per effetto delle vendite; si ottiene dal rapporto tra i ricavi e il capitale investito.

L’importanza e l’utilità del ROI

Il calcolo del ROI permette di valutare il potenziale guadagno su un singolo investimento, oppure di confrontare i rendimenti di diversi tipi di operazioni finanziarie. Per questo risulta indispensabile in moltissime occasioni, ad esempio il finanziamento di un’impresa o una startup o la realizzazione di campagne di marketing. Nell’ambito della comunicazione e, appunto, del digital marketing, consente di comprendere se le operazioni pianificate potranno generare degli utili oppure no.

Nonostante sia molto vantaggioso e facile da utilizzare, il ROI non è una metrica perfetta. Infatti, non tiene conto di una variabile molto importante: il tempo. Il fattore temporale è decisivo quando si valutano diverse possibilità di investimento. Per questa ragione è sempre meglio calcolare il ROI su base annua, così da ottenere un termine di paragone più valido. Per risolvere questo problema, si può anche utilizzare il Valore Attuale Netto (VAN), che tiene conto delle differenze di valore del denaro nel tempo dovute all’inflazione.

ROI e digital marketing

Nel caso del digital marketing, in cosa consiste il capitale investito? Nella somma di diversi elementi: il tempo impiegato, il costo dei programmi utilizzati, le risorse investite nella creazione dei database, la percentuale di click e il numero di conversioni generate, e così via. Può essere utile ricordare che, tra le diverse azioni, l’email marketing è lo strumento digital con un ROI più elevato nel lungo periodo. Un altro caso frequente è il calcolo del ROI su una campagna di annunci sponsorizzati tramite Google ADS. Anche in questo caso bisogna tenere in considerazione una serie di variabili, come il numero di impressioni e, soprattutto, il numero di conversioni generate.

ROI e ROAS

Quando si ha a che fare con investimenti nel settore del marketing, si deve ricordare ancora un altro indice: il ROAS (Return on Advertising Spendings). Questo indicatore si integra al ROI, rendendolo più preciso. Infatti, si riferisce a un determinato utile parziale e alle relative spese pubblicitarie per ottenerlo. Per calcolarlo bisogna dividere gli utili per i costi pubblicitari e moltiplicare il risultato per 100, in modo da ottenere una percentuale. La formula è la seguente. ROAS = (fatturato – costi complessivi) / costi pubblicitari.

Aldo Agostinelli