Aldo Agostinelli

Il Roas è un indicatore che monitora il ritorno sull’investimento relativo esclusivamente ai costi pubblicitari. Si utilizza per valutare l’efficacia di una campagna di advertising, e non va confuso con il Roi, che include molte altre spese

Il Roas è uno degli indicatori che si utilizzano per valutare l efficacia e la redditività delle strategie di digital marketing. Attualmente, è uno degli indicatori usati più di frequente, con successo, nel campo dell’e-commerce. Esso misura, in particolare, l’introito generato da una campagna pubblicitaria. Non tiene quindi conto di altre spese, concentrandosi solamente sull’advertising. È una metrica importante, che deve essere però interpretata correttamente e integrata con altri KPI (indicatori di performance). Vediamo allora in cosa consiste il ritorno sulla spesa pubblicitaria e come calcolarlo.

Cos’è e come si calcola il Roas

Roas è l’acronimo di return on advertising spend. Ovvero, il ritorno economico di una campagna pubblicitaria. Il calcolo per ottenerlo è molto semplice. Se ad esempio abbiamo investito 1.000 euro in Facebook Ads o Google Ads per promuovere un nuovo prodotto, con la vendita del quale otteniamo un introito di 3.000 euro, il Roas, in valore assoluto, sarà pari a 2.000 euro. Quindi la formula da applicare è la seguente: ricavi meno costi per la pubblicità online. In termini percentuali, nel caso citato come esempio il Roas sarà pari al 200%.

Differenza tra Roas e Roi

Il Roi è un indicatore molto famoso che misura il ritorno sull investimento complessivo. Si tratta quindi di una metrica più vasta, da non confondere con il Roas – return on advertising. Il Roi, infatti, tiene conto di molte altre spese, come i costi di spedizione, di gestione, di produzione, di distribuzione e così via. Può essere quindi considerato un “contenitore” all’interno del quale è possibile identificare i diversi investimenti mirati, come quello per il canale pubblicitario. Quale indicatore privilegiare? Dipende. In generale, la scelta migliore è quella di utilizzarli entrambi in modo integrato, in modo da avere un quadro completo.

Come valutare il Roas

Il valore del Roas varia in base al settore in cui si opera e ad altre variabili. Tuttavia, per avere una linea di riferimento, possiamo affermare che un Roas inferiore al rapporto 3:1 (3 euro di ritorno per ogni euro speso nelle campagne di advertising) non è molto positivo. Probabilmente è il caso di rivedere le strategie di marketing digitali orientate all’advertising individuandone i punti deboli. Se il rapporto sale a 4:1 significa invece che la campagna sta generando profitto. Si può quindi procedere nella direzione intrapresa. L’importanza del Roas si può intuire anche dal fatto che Google ha introdotto un’offerta sull’advertising volta proprio a massimizzare questo indice. Google Adwords consente infatti di impostare un Roas target, in modo da ottenere un maggiore valore di conversione.

Monitorare il Return on advertising spend

Per monitorare il Roas su Google Ads è necessario creare una colonna personalizzata relativa a questa metrica. Non è difficile: una volta entrati nel proprio account, si clicca sulla campagna in questione, poi su “Colonne” e in seguito su “Modifica colonne”. Selezionando la voce “Colonne personalizzate” sarà possibile creare la propria metrica. Qui si inserisce la formula per calcolare il Roas, e il gioco è fatto. Su Facebook Ads non è invece necessario seguire questo procedimento, perché il calcolo è previsto in modo nativo. Basta attivarlo. Per controllare il dato relativo al Roas bisogna cliccare su “Prestazioni” e poi su “Personalizza colonne”. Qui, nel campo di ricerca, si può selezionare la metrica Roas e cliccare per includerla.

Vantaggi

Il Roas è un indicatore molto utile perché permette di verificare l’andamento di una campagna pubblicitaria, in modo da prendere decisione mirate per le azioni future. Ad esempio, se il ritorno è basso si potrà valutare di cambiare i canali utilizzati. Il Roas funziona molto bene anche in termini comparativi tra diverse campagne di advertising. Utilizzando l’indicatore in termini percentuali, si potranno confrontare infatti anche campagne con investimenti di entità molto diversa tra loro. Ottenendo così preziose indicazioni per le campagne di marketing e le strategie di digital marketing da mettere in pratica in futuro.

Aldo Agostinelli