Il redirect è il reindirizzamento degli utenti da una pagina web ad un’altra. Una tecnica che garantisce una buona navigazione anche in presenza di errori temporanei, aggiornamenti o modifiche del proprio sito web
Il redirect, o reindirizzamento, è una tecnica SEO utilizzata piuttosto di frequente. Si tratta di un’azione che il server compie automaticamente e che reindirizza gli utenti ad un nuovo url. Ma perché farlo? Per evitare, ad esempio, che l’utente si trovi in una pagina di errore, come le pagine 404, o in caso di restilying del proprio sito web. Un tipico caso è il passaggio da http ad https. Per evitare perdite di ranking, i cambi di url vanno sempre fatti con grande attenzione. Il redirect garantisce una navigazione fluida e una buona user experience, perché l’utente non viene bloccato mentre cerca informazioni. Ecco perché deve essere impostato, quando necessario, sul proprio sito web.
Che cos’è il redirect e quando si usa
Il termine redirect indica un’azione di reindirizzamento. Il redirect rimanda infatti l’utente a una nuova pagina, nel caso in cui il vecchio url risulti difettoso o vada cambiato. Oppure per altre ragioni che andremo ad elencare. Oltre a rimandare l’utente ad un nuovo url, il redirect invia la stessa istruzione anche ai motori di ricerca. Inserendo nel browser l’url della vecchia pagina in presenza di un redirect permanente o temporaneo si atterra direttamente su quella nuova senza intoppi.
Il redirect rappresenta una soluzione efficace in risposta a diverse esigenze. Ad esempio, quando è necessario spostare il sito web su un altro dominio, oppure se si vuole cambiare CMS e di conseguenza la struttura url. Quest’ultimo caso è particolarmente delicato. Il reindirizzamento permanente o temporaneo serve anche per risolvere degli errori, ad esempio in presenza di un link rotto che punta ad una pagina non più esistente. O ancora, per uso temporaneo quando si fa una manutenzione del sito e gli utenti debbano visitare una pagina diversa provvisoria.
Come funziona il reindirizzamento
Il redirect può essere considerato uno strumento in grado di mostrare un contenuto molto simile o correlato al precedente, conservandone il medesimo posizionamento. Quindi, a livello SEO, il redirect consente di evitare penalizzazioni da parte di Google relativamente al ranking e quindi al posizionamento nella Serp. Perché, di fatto, il nuovo contenuto mantiene lo stesso valore, o quasi, del precedente. E soprattutto si evitano pagine che mostrano messaggi di errore. Gli spider dei motori di ricerca vengono “avvisati” e considerano normale lo spostamento da un url a un altro.
Tipi di reindirizzamento
Esistono diversi tipi di redirect. I due principali sono i redirect 301 e 302. Vediamo in cosa consistono. I reindirizzamenti 301 sono quelli utilizzati più di frequente. Sono reindirizzamenti permanenti che passano il page rank alla nuova pagina, trasferendo ad essa il valore che quell’url ha guadagnato nel tempo. In presenza di codici di stato 301 Google rimuove la vecchia pagina sostituendo nel suo indice il nuovo url. Questo tipo di reindirizzamento si usa di solito quando si sposta il sito web su un nuovo dominio, quando alcuni url non vengono più utilizzati oppure se si vuole effettuare una migrazione da http ad https. Il redirect 302 indica, al contrario, uno spostamento temporaneo.
Lo si usa ad esempio quando è necessario fare un a/b test su una o più pagine del proprio sito, in presenza di un prodotto esaurito in un e-commerce oppure per effettuare un aggiornamento delle pagine. Anche in questo caso, comunque, il valore della pagina viene trasferito a quella sostitutiva per il periodo di tempo in cui rimarrà attiva. Oltre a questi due tipi di reindirizzamento, ne esistono altri, meno utilizzati. Il redirect 307 indica sempre uno spostamento temporaneo, e può sostituire quindi il 302. Il redirect tramite Meta refresh opera invece a livello di pagina, e non di server. Può quindi risultare più lento in fase di inoltro al nuovo url e soprattutto non trasferisce alla nuova pagina il valore della precedente.
Quando usare i redirect
I redirect si possono utilizzare per qualsiasi tipologia di sito web, dai blog ai siti di informazione. Tuttavia, il loro campo di utilizzo prioritario è rappresentato dagli e-commerce. Qui, infatti, può capitare di frequente di dover effettuare un restyling strutturale del sito web, di cambiare dominio, cambiare o togliere dei prodotti in vendita e così via. Le situazioni per cui un redirect può essere necessario sono quindi più numerose rispetto ad altri siti. Ciononostante, non bisogna abusarne. Ad esempio, se un prodotto è terminato basta scriverlo esplicitamente, spiegando che l’acquisto tornerà disponibile a breve. Non vale la pena in questo caso applicare un redirect. Risulterebbe fuorviante. Nel caso in cui invece un prodotto dovesse essere del tutto eliminato dallo shop, allora una buona idea è applicare un redirect su una pagina in cui è presente un prodotto analogo o simile, se esistente. Diversamente, meglio scegliere uno status 404 o 410.
Redirect nel file htaccess
Il file hypertext acess (htaccess) consente di impostare e cambiare vari percorsi url tramite il web server. Si utilizza quindi anche per impostare i redirect. Tuttavia, per farlo servono alcune competenze tecniche: in caso contrario meglio rivolgersi ad uno specialista per evitare danni. La regola prevede di digitare dopo il redirect la pagina di origine, uno spazio e poi l’url della nuova pagina. Per reindirizzare un intero sito web, al posto di una sola pagina, la procedura è diversa e si utilizza il rewriteengine on. Esistono però diversi tipi di regole e di sintassi, quindi è meglio richiedere assistenza oppure appoggiarsi a strumenti gratuiti che si trovano online. Ad esempio, Htaccess Tester o Htaccess Check.
Reindirizzamento tramite i plugin
Per aggirare le spesso complesse e rischiose modifiche al file htaccess si possono utilizzare alcuni dei numerosi plugin esistenti per le diverse tipologie di CMS. Partiamo da WordPress, il CMS più diffuso e maggiormente utilizzato. In questo caso il plugin da utilizzare e Redirection, adatto anche ad utenti poco esperti o alle prime armi grazie alla sua interfaccia intuitiva. Praticamente, grazie a questo plugin basta inserire l’indirizzo vecchio e quello nuovo. I procedimenti successivi vengono fatti dal plugin in modo automatico. Su Joomla ci si può invece appoggiare all’estensione REDJ, che funziona in modo sostanzialmente analogo a Redirection.
La gestione dei link rotti
In caso di link rotti si presenta di solito una pagina di errore 404. A livello SEO questa pagina, per fortuna, non ha una ripercussione diretta. Tuttavia, può risultare un disincentivo a proseguire nella navigazione, rovinando la user experience. Quindi è meglio renderla perlomeno “piacevole”, personalizzandola con temi coerenti con il proprio sito web o qualche frase divertente e ironica. Infatti, non sempre la si riesce ad individuare subito e a risolvere il problema prontamente. Meglio inoltre inserire nella pagina di errore un link che riporti alla home page in modo da tentare di non perdere l’utente.