Aldo Agostinelli

Non tutti l’hanno capito per tempo e qualcuno ancora stenta a comprenderlo nella sua portata ma il connubio app + targeting apre un reale ventaglio di possibilità ai rivenditori per incrementare il proprio mcommerce o commercio mobile. Il settore è in rapida crescita ed è ormai maturo per offrire esperienze di acquisto omnichannel di qualità. Soprattutto se si considerano altri due alleati tecnologici: la realtà virtuale e quella aumentata.

Secondo il nuovo rapporto “Mobile Retail Apps 2018: Strategies to Acquire, Engage and Retain Users” redatto da eMarketer, negli Stati Uniti l’86% degli utenti una volta che ha lo smartphone in mano trascorre la maggior parte del tempo all’interno delle applicazioni, favorendo quei rivenditori che si sono dotati di un’app adeguata. Eppure moltissimi retailer ancora non hanno provveduto a dotarsene, continuando a preferire la sola presenza sul web mobile della propria company. Un evidente errore che li pone in situazione di svantaggio rispetto ai competitor meglio organizzati.

Già due anni or sono avvisavo quanti mi seguono attraverso le pagine di questo blog che il commercio mobile era prepotentemente in ascesa e i più smart stavano provvedendo ad attrezzarsi con applicazioni in grado di offrire una user experience degna di nota e capace di realizzare quella fedeltà del cliente tanto agognata (Shopping on line e in-store: VR e AR guidano le nuove ibridazioni). Ora poi che l’mcommerce ha un valore globale stimato in 459 miliardi di dollari nel 2018 continuare a credere che basti avere un sito responsive per vendere suona a dir poco ingenuo. Tanto più con le possibilità offerte da AR e VR (e un’esperienza più intensa e visivamente più ricca è spesso il preludio di un acquisto!).

Stando al Connected Shopper Report di Salesforce risulta che il 35% dei millennial desidera poter cercare prodotti in un negozio fisico o online utilizzando la ricerca immagini. È un fatto che il pre-caching di immagini in alta risoluzione e i contenuti video migliorano sensibilmente il merchandising all’interno dell’app e l’AR che utilizza la fotocamera dello smartphone o del tablet consente di espandere notevolmente la potenza d’impatto delle applicazioni dei retailer. Per esempio permettendo ai clienti mobile di simulare come sta indosso un capo, un accessorio o un mobile in salotto.

I due produttori e rivenditori per eccellenza della cosmesi Sephora e Ulta Beauty stanno sfruttando la realtà aumentata per far provare virtualmente i make up che vendono, insegnando al contempo come applicarli al meglio: i clienti guardano, imparano, scoprono ciò che sta loro meglio e comprano con un tap sul telefono. Da un anno l’app di Ikea, Ikea Place, consente ai clienti di selezionare un prodotto dal catalogo e inserirlo nel punto della stanza inquadrata dalla fotocamera. L’app di eBay fa meno ma offre comunque una comodità, permettendo ai venditori di selezionare la scatola dalle dimensioni corrette per la spedizione della propria merce.
Oggi la differenza non la fa più solo l’esserci ma soprattutto il come.

Cosa pensate delle app omnichannel evolute? Le utilizzate già? State pianificando di metterne una a budget per il vostro business? Tweettate i vostri commenti a @agostinellialdo.

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Aldo Agostinelli