Aldo Agostinelli

Il native advertising è un contenuto pubblicitario che si uniforma a livello grafico e di contenuto al sito che lo ospita. Così l’utente non viene interrotto da inserzioni fuori tema e non perde interesse

Lo sviluppo di Internet e dei social media ha modificato profondamente il rapporto tra consumatori e brand. Per gli utenti, la classica strategia di marketing, denominata “interruption marketing“, non è più efficace. Significa che chi naviga sul web non ama essere distolto da una pubblicità che non ha nulla a che fare con il contenuto al quale si sta dedicando. Così come chi guarda un film non è contento di essere disturbato nella visione da una pubblicità tradizionale in tv. Se, invece, il messaggio promozionale si inserisce in maniera coerente nel contesto, aggiungendo informazioni utili e specifiche, questo fastidio non si registra. È in base a questo assunto che nasce il native advertising.

Cos’è il native advertising

Il native advertising, o pubblicità nativa, è un tipo di pubblicità online che ricalca la forma dei contenuti del sito nel quale è collocata. Sia esteriormente, sia nel contenuto, il native advertising cerca quindi di riprodurre la stessa esperienza che gli utenti hanno in un determinato sito. In questo modo è più facile generare interesse. Mentre una classica pubblicità tende a distogliere e interrompere chi legge con un messaggio discordante, il native advertising si inserisce in modo coerente nell’ambiente in cui l’utente si trova in quel determinato momento.

Come funziona

Il native advertising, da definizione di Wikipedia, “ibrida contenuti e annunci pubblicitari all’interno del contesto editoriale dove essi vengono posizionati“. La fusione avviene sia per quanto riguarda la grafica, sia relativamente al contenuto editoriale. Tuttavia, la sponsorizzazione deve essere indicata in modo evidente e chiaro. Questo al contrario del pubbliredazionale, il cui intento è invece quello di nascondere contenuti pubblicitari “vestendoli” da articoli editoriali. L’approccio del native advertising può ricordare in parte il content marketing.

Esempi di native advertising

Il native advertising può assumere diverse forme. Di frequente si tratta di articoli sponsorizzati all’interno di siti web e di link che rimandano ad altri contenuti, posti alla fine degli articoli. Oppure possono essere annunci sponsorizzati nelle risposte dei motori di ricerca, liste e post sponsorizzati. In ogni caso, ciò che accomuna le diverse forme di native ads è il fatto che si tratta di contenuti che contengono informazioni utili. Assimilabili, quindi, a contenuti redazionali, che contengono però al loro interno un messaggio dichiaratamente pubblicitario.

Come fare native advertising

Scegliere il formato giusto è determinante nella riuscita di una campagna di questo tipo. Allo stesso tempo, deve essere omnichannel, cioè lavorare su più canali. In questo modo sarà possibile sfruttare tutti i canali su tutti i dispositivi possibili. Una cura a parte va dedicata allo stile comunicativo, che deve essere coerente con i contenuti e con il contesto in cui il contenuto nativo è collocato. Altrimenti, spiccherebbe per la sua diversità, non sarebbe più integrato. Il contenuto deve essere curato e di qualità. Anche se ha uno scopo promozionale deve risultare interessante e fornire informazioni utili. Inoltre, come per ogni altra campagna pubblicitaria, è importante fissare un obiettivo misurabile e, conseguentemente, monitorare e ottimizzare la campagna nel corso del tempo.

Vantaggi

I consumatori preferiscono gli annunci nativi agli annunci display. Grazie alle pubblicità native, la tendenza all’acquisto degli utenti aumenta. Ed è questo, naturalmente, il suo obiettivo ultimo. Potrebbe sorgere il dubbio che si tratti di una sorta di inganno. Ma, come abbiamo detto, la sponsorizzazione deve essere dichiarata. Quindi non c’è questo pericolo, anzi. I consumatori sono consapevoli che ciò che stanno leggendo è una forma di pubblicità. Ma pur sapendo che stanno fruendo di un contenuto sponsorizzato, se sono interessanti all’argomento vanno avanti col la lettura. Per queste ragioni il native advertising può fare la differenza in una campagna di marketing.

Aldo Agostinelli