Aldo Agostinelli

La microimpresa è un’attività imprenditoriale con meno di dieci dipendenti e un fatturato annuo non superiore ai 2 milioni di euro. Ecco come avviarla e perché conviene

La microimpresa è un’attività imprenditoriale con meno di dieci dipendenti e un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro annui. La circolare europea 2003/361/CE, attuata in Italia con decreto ministeriale del 2005, identifica questa particolare tipologia di attività imprenditoriale e ne detta requisiti e caratteristiche. Esse, infatti, godono di particolari agevolazioni fiscali e ulteriori facilitazioni.

Che differenza c’è tra microimpresa e piccola impresa?

Com’è noto, il tessuto economico italiano è caratterizzato da una molteplicità di piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare e con pochi dipendenti. Occorre però fare una distinzione tra micro piccola e media impresa.

  • Le microimprese possono avere fino a 10 dipendenti e presentare un fatturato annuale massimo di 2 milioni di euro. Inoltre, non devono emettere titoli su mercati regolamentati in borsa.
  • La piccola impresa può avere dagli 11 ai 50 dipendenti e fatturare fino a 10 milioni di euro all’anno.
  • La media impresa ha dai 51 a 250 dipendenti, con un fatturato annuo fino a 50 milioni di euro.

Micro impresa requisiti ulteriori

Oltre agli elementi strutturali sopra indicati, le micro imprese devono anche rispettare altri limiti nell’arco temporale di due anni:

  • il totale attivo dello stato patrimoniale dev’essere inferiore a 175.000 euro;
  • i ricavi da vendite e prestazioni non devono andare oltre i 350.000 euro;
  • la media dei dipendenti occupati durante l’attività deve essere pari a 5.

Aprire una microimpresa

La microimpresa può avere diverse forme giuridiche. Può essere gestita da una SAS, da una SRL, da un professionista in regime forfettario o da una ditta individuale. Inoltre, può anche essere formata da una sola persona, senza dipendenti. Per avviarla, occorre come prima cosa aprire una partita iva secondo il codice ateco di riferimento (che identifica il settore in cui si opera). Di conseguenza, si dovrà anche valutare il versamento dei contributi all’Inps o alla cassa pensionistica di riferimento per particolari professioni. Il procedimento a livello burocratico è simile a quello richiesto per l’apertura di altri tipi di impresa: ci si iscrive alla Camera di commercio presentando la documentazione relativa all’inizio attività (SCIA).

Tipologie

La microimpresa può essere di tre tipologie.

  • Autonoma: detiene partecipazioni inferiori al 25% del capitale, o dei diritti di volto in una o altre società, oppure non ha rapporti societari con altre imprese.
  • Associata: due imprese si possono definire reciprocamente associate, o partner, se una delle due ha quote contenute tra il 25% e il 50% del capitale o dei diritti di voto dell’altra.
  • Collegata: due o più imprese vengono definite collegate se creano un gruppo e una esercita il controllo o un’influenza prioritaria sulla maggioranza dei diritti di voto di un’altra.

Vantaggi

Le microimprese godono di alcuni vantaggi che permettono loro di affrontare la competizione con aziende più grandi. Esistono misure specifiche per queste realtà, come il microcredito e le agevolazioni finanziarie. Inoltre, le microimprese possono accedere con particolari vantaggi a bandi di finanziamento. Ad esempio, un’ottima opportunità per sostenere la propria microimpresa è rappresentata dai finanziamenti a fondo perduto: non coprono tutte le spese ma sono un valido aiuto.

Esiste poi il Fondo Garanzia per le PMI, istituito dal ministero per lo Sviluppo economico nel 1996. Grazie ad esso, anche le microimprese possono attingere a finanziamenti senza dover offrire garanzie aggiuntive. Un altro vantaggio del quale godono le microimprese è la possibilità di redigere un bilancio semplificato. Questa opportunità è prevista dall’articolo 2435 del decreto legislativo 139/2015, che parla in particolare di “bilancio super abbreviato”. Le microimprese possono omettere alcuni documenti come il rendiconto finanziario, la nota integrativa e la relazione sulla gestione.

Microcredito

Abbiamo citato, tra i vantaggi, la possibilità di attingere al microcredito. Cosa significa? Le imprese molto piccole o appena nate spesso non sono in grado di fornire alla banche grandi assicurazioni sulla propria attività. Non hanno un bilancio che ne attesti la capacità di generare ricavi. Il microcredito non richiede tali garanzie. Inoltre, offre servizi di assistenza e tutoraggio per favorire l’inserimento nel mercato di aziende appena costituite.

Possono accedere al microcredito anche i lavoratori autonomi titolari di partita iva. Chiaramente, come si evince dal nome, il microcredito permette di ottenere piccole somme. Ma il vantaggio fondamentale consiste nella possibilità, per le aziende, di attingere al Fondo di garanzia statale, che mette a disposizione una somma di denaro in grado di garantire l’80% della somma richiesta.

Aldo Agostinelli