Aldo Agostinelli

Facebook cambierà nome, ma non solo. Diventerà una piattaforma diversa, basata sulla realtà virtuale e sugli avatar. Lo ha annunciato Mark Zuckerberg, che in questa iniziativa investirà dieci miliardi di dollari all’anno

Mark Zuckerberg ha annunciato un cambiamento radicale che riguarderà la sua creatura, oggi non in perfetta salute, ovvero Facebook. Il nuovo nome della piattaforma sarà Metaverso. Ma non sarà solo il nome a cambiare. Il social network lanciato da Zuckerberg ormai 17 anni fa diventerà, di fatto, una sorta di mondo virtuale. Non un semplice spazio dove condividere informazioni e dati personali, com’è ora. Bensì un mondo parallelo che, attraverso la realtà aumentata, consentirà di creare il proprio avatar e di “presenziare” in tempo reale in situazioni e luoghi geograficamente lontani. Potrebbe essere una rivoluzione, oppure un grande flop: i pareri sono diversi, anche se al momento domina lo scetticismo. D’altra parte, gli incredibili investimenti in questa nuova operazione non possono essere ignorati. Vediamo perché.

L’origine del Metaverso

Il termine Metaverso non è nuovo. Anzi. La sua origine risale addirittura agli inizi degli anni 90. Più precisamente al 1992, quando lo scrittore statunitense Neal Stephenson pubblicò il romanzo di fantascienza cyberpunk Snow Crash. In questo libro, il metaverso è raccontato come una realtà virtuale, supportata da una rete mondiale in fibra ottica, in cui si sono rifugiate le persone in fuga da un mondo reale ormai distrutto. A questo mondo si accede tramite terminali pubblici e con un avatar tridimensionale. Da questa origine deriva l’attuale concetto di Metaverso: uno spazio allo stesso tempo virtuale e fisico, che può contenere un numero illimitato di persone e che grazie alle nuove tecnologie permette di percepire la presenza quasi come se fosse reale.

Il progetto di Zuckerberg

Quella di Mark Zuckerberg non è una semplice e vaga idea. La trasformazione di Facebook in Meta prevede infatti un investimento di 10 miliardi di dollari l’anno. E un notevole ampliamento del personale dedicato (10mila persone). La ragione di questo cambiamento sostanziale è da ricercare nel fatto che il social media un tempo più famoso al mondo è ormai al termine della sua parabola evolutiva. In altre parole, ormai Facebook è considerato noioso dalla maggior parte delle persone. E difficilmente questa tendenza potrà cambiare senza un suo stravolgimento sostanziale. I giovani l’hanno ormai ufficialmente abbandonato in favore di Instagram e soprattutto di Tik Tok. Il “vecchio” social è ormai appannaggio degli over 40, i quali si stanno comunque stancando dell’immutabilità della piattaforma. Occorre trovare qualcosa di radicalmente diverso.

I dubbi sul Metaverso

Se non fosse per l’ingente investimento annunciato, pochi avrebbero preso il nuovo Metaverso sul serio. Il fatto è che più che un’idea avveniristica, quella di Zuckerberg sembra un riciclo di applicazioni già ampiamente viste e usate, Second Life e il gioco The Sims in primis. Insomma: qualcosa di superato. Chiaramente, l’idea è quella di sfruttare le nuove tecnologie di realtà aumentata per migliorare nettamente l’esperienza. Parliamo soprattutto di visori per la realtà virtuale, occhiali per la realtà aumentata e simili dispositivi. Tuttavia, restano comunque dei dubbi sulla volontà delle persone di vivere in una dimensione virtuale. Specialmente in seguito alla pandemia, che ha fatto a capire a tanti quanto importante sia la dimensione in presenza. L’idea di incontrare amici e parenti tramite un ologramma è così allettante? Per quanto la tecnologia possa rendere incredibilmente verosimile l’esperienza, non sarà mai come incontrare qualcuno di persona.

Cosa si farà nel Metaverso

Nelle intenzioni iniziali, il Metaverso dovrebbe essere un mondo in cui svolgere innumerevoli attività tipiche della vita reale. Quindi si potrà fare shopping, andare al cinema o a un concerto (pagando in cripto valute), partecipare a una riunione, a corsi, conferenze e così via. Ogni attività si intreccia con le altre. Ad esempio, se acquisto un abito in uno shop virtuale lo potrò poi indossare quando andrò al concerto. E lo stesso abito può anche essere materialmente acquistato e indossato come facciamo ora tramite un normale e-commerce. L’obiettivo è mischiare le due dimensioni, reale e virtuale. C’è da dire che ad oggi le attività potenzialmente trasferibili nella realtà virtuale non sono illimitate anche per un discorso di connettività. Parliamo infatti un enorme flusso di dati da mobilitare contemporaneamente. Come minimo è necessario il 5G, ma non è detto che sia sufficiente.

Le rivelazioni di Frances Haugen

Frances Haugen, ex product manager di Facebook, ha reso pubblici migliaia di documenti interni che mostrano l’intenzione della società di generare il più alto profitto possibile, anche a scapito della tutela degli utenti. Haugen ha parlato dei disagi provocati da Facebook negli adolescenti e del fatto che i vertici dell’azienda ne sono perfettamente consapevoli. L’altra accusa che l’ex dipendente muove al social network è la manipolazione dei dati consegnati agli investitori e inserzionisti. Infine, Facebook avrebbe anche consentito la diffusione di fake news, diversamente da quanto la società afferma, per trarne profitto. Queste accuse rappresentano un grave peso sulle spalle di Facebook. E probabilmente non sono state irrilevanti nella decisione del rebrand.

Metaverso sarà il nuovo Internet?

La realtà virtuale non sostituirà il web per come lo conosciamo oggi. Tuttavia, sicuramente la sua diffusione inciderà sul percorso della digital transformation. Ad esempio, è probabile che per partecipare alle riunioni di lavoro si utilizzeranno degli occhiali per la realtà aumentata. Visori e controller potrebbero entrare a far parte della nostra vita quotidiana. Da questo punto di vista Meta sarà solo un tassello del puzzle. E forse, osservandolo all’interno di un più ampio complesso, può sembrare anche più plausibile. D’altronde, 15 anni fa non avremmo neppure ritenuto probabile che le persone trascorressero tanto tempo sui social network. Il fatto che qualcosa oggi sembri improbabile ai più non è un indicatore della probabilità del suo successo.

Gli ambiti di applicazione

Gli ambiti del Metaverso in questa accezione più ampia sono numerosi. Uno dei primi è quello del gaming e dell’intrattenimento, fino all’organizzazione di spettacoli e concerti online. C’è poi il mondo della moda, che già utilizza una sorta di avatar per provare abiti e tagli di capelli online. Formazione, istruzione e tutto il mondo della cultura potrebbe essere organizzato in termini di realtà virtuale. Infine, tra i diversi settori interessati da questo cambio di paradigma non possiamo non citare il real estate / immobiliare, il settore della comunicazione e del marketing e persino del turismo, con la possibilità di realizzare esperienze di viaggio virtuali.

Aldo Agostinelli