Aldo Agostinelli

Il digitale è ormai parte integrante delle nostre vite. Noi stessi ne siamo una sua componente fondamentale. Eppure ancora non siamo in grado di utilizzarlo appieno. E se l’umanità ha imparato a usare il fuoco immediatamente ma ha impiegato migliaia di anni per inventare il motore, quanto ci vorrà perché questo strumento possa esprimere tutto il suo potenziale? Read it in English

Un tempo erano i giornali a dare le notizie. Oggi una news la può scrivere un ragazzino sui social, addirittura la può divulgare un blog come questo. Una volta per vendere avevi bisogno di strutture organizzate, un negozio, un banco al mercato, adesso, invece, basta un computer. Anche da noi in Italia, dove Internet raggiunge il 74% della popolazione.

Ho provato a fotografare e raccontare la situazione odierna con un amico, Silvio Meazza, fondatore di MC&Saatchi, scrivendo “People are media”, in libreria dal 14 novembre 2017 e qui su Amazon. Insieme abbiamo analizzato i principali strumenti che le nuove tecnologie ci hanno messo a disposizione, dagli acquisti online alle chat, dai social media, ai big data, facendo il punto su come hanno rivoluzionato la nostra esistenza e, soprattutto, come la plasmeranno e rivoluzioneranno ancora nei prossimi anni.

Siamo cittadini digitali ma siamo anche noi stessi i nuovi media. Abbiamo cambiato il nostro modo di comunicare con le chat, tirando su un telefonino tra noi e l’altro. Ma abbiamo anche abbattuto la distanza tra continenti. Abbiamo ribaltato il Crm adattandolo a quello di Amazon e ci siamo abituati a poter rimandare indietro un acquisto sbagliato, tanto che il 90% delle persone è contento degli acquisti online. Ma siamo anche quelli che si lasciano dietro un’enorme e spaventosa quantità di dati, grazie ai quali le società di marketing fanno affari, grossi affari, alla faccia della tanto sbandierata privacy.

Ogni capitolo che abbiamo scritto è diviso in parti uguali: come noi stessi siamo stati modificati dalla società dell’informazione digitale, come le aziende sono cambiate sotto la spinta dei nuovi strumenti, come dovremo cambiare ancora per seguire le nuove mode e le nuove tecnologie, cosa le aziende possono fare per sfruttare ancora di più queste tecnologie e non rischiare di essere spazzate vie.

Abbiamo scoperto tante cose mentre scrivevamo, abbiamo fatto luce su tanti aspetti che ci viviamo quotidianamente ma che messi insieme fanno un altro effetto. Abbiamo anche concordato su una cosa: è vero che le aziende possono chiudere se si rifiutano di stare al passo con i tempi, ma cosa succede alle persone? Anche loro rischiano di non ritrovarsi in un mondo che corre molto, troppo, più veloce di loro, e non possono essere lasciate indietro. Perché il discorso del ricambio delle aziende non vale per l’essere umano.

Il nostro libro “People are media” non è un manuale, non è neanche un dialogo tra esperti riservato a chi queste cose già le sa. È un’analisi oggettiva della nostra vita e del nostro lavoro, per aprire gli occhi su come noi, e tutto ciò che ci circonda, è cambiato in questi anni. È anche uno strumento per aiutare le società a stare al passo con i tempi, a decidere come e dove investire per poter continuare a sopravvivere.

Tra tanti interrogativi e domande abbiamo avuto una sola conferma: il futuro è futuro. Lo vedo quando mi alzo e in meno di un’ora ho già saputo cosa è successo dall’altra parte del mondo e ho trovato un tutorial per rifare il cocktail bevuto la sera prima. Possiamo anche combatterlo questo futuro ma tanto arriva. Anzi, è già qui!

Acquista il libro cliccando qui e dimmi cosa ne pensi twittando a @agostinellialdo

Aldo Agostinelli