Aldo Agostinelli

A causa di un mercato disunito nel settore delle nuove tecnologie digitali, l’UE è rimasta molto indietro rispetto ai due leader mondiali. Qualcosa, però, sta iniziando a cambiare

Vent’anni fa, l’Europa sembrava alle soglie di una nuova era, con un fiorente mercato unico e la nuova moneta appena lanciata. L’America, invece, si stava faticosamente riprendendo dal crollo delle dotcom, mentre la Cina era ancora alle prese con il suo passato maoista. Oggi la situazione si è completamente capovolta. Cina e America vivono un’irrefrenabile ascesa economica, con 76 delle 100 aziende più importanti al mondo collocate sui propri territori nazionali, contro le 15 dell’Europa, in vistoso calo dal 2000, quando erano 41. In più, il vecchio Continente non vede neppure l’ombra delle 19 aziende create negli ultimi 25 anni che ora valgono più di 100 miliardi di dollari: 9 sono in America e 8 in Cina. L’impressione, ampiamente supportata dai fatti, è che l’UE stia perdendo terreno a livello mondiale perché non si presenta come un vero mercato unico nel mondo high tech (The new geopolitics of global business).

Tre Paesi, tre punti di vista diversi

Mentre Cina ed America si contendono il podio nel settore IT, puntando soprattutto sull’intelligenza artificiale, l’Europa arranca. Gli Stati Uniti sono caratterizzati da un’economia che si è basata in modo crescente sui giganti del mercato digitale, oltre che da una radicata struttura accademica, ma nell’ultimo anno, per la prima volta, la Cina ha superato gli investimenti in ricerca statunitensi nel settore dell’AI, applicandola in numerosi contesti. Il ritardo dell’Europa, secondo il Center for data innovation, è dovuto al fatto che non si fida affatto dell’intelligenza artificiale. Al contrario la teme e, per tale motivo, lavora più sulle norme per controllarla che sui potenziali sviluppi. C’è da dire, però, che l’Europa mette al centro il cittadino e i suoi diritti molto più di quanto facciano Cina e Stati Uniti (I leader dell’intelligenza artificiale: chi vince tra Usa, Cina ed Europa).

La strategia europea

Ciò non toglie che colmare il divario digitale resti per l’Europa una priorità. Il recupero di quel distacco stimato in 190 miliardi di euro, se realizzato entro il 2025, porterebbe infatti ad un aumento del prodotto interno lordo europeo dell’1,1%. La Commissione europea ha redatto un piano programmatico che tocca diversi temi scottanti, dalla tutela dei dati personali al bisogno di nuove regole sulla competizione tech, alla necessità di implementare le digital skills fino all’applicazione di una digital tax. Una delle priorità sarà quella di aggiornare le norme in materia sia a tutela dei cittadini, come è già stato fatto ad esempio con il Gdpr, sia in favore delle aziende. Indispensabile, in questa fase, la collaborazione tra imprese e tra i Paesi dell’Unione: solo facendo rete l’Europa potrà riuscire a competere seriamente sul mercato hi-tech (Quello che l’Europa vuol fare per colmare il divario digitale con Stati Uniti e Cina).

Gli investimenti dell’UE nel digitale

Ma qualcosa sembra stia cambiando sul serio: con il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e Next Generation Eu, l’Europa sembra finalmente pronta ad accettare la sfida. Secondo uno studio pubblicato da Marco Visentin della Bocconi insieme a Virginia Poggi dell’Università di Bologna, degli 88,16 miliardi di euro destinati complessivamente a ricerca e innovazione, 81,4 miliardi sono assegnati a Horizon Europe 2021, il programma di ricerca e innovazione transnazionale più ampio al mondo. A queste cifre si aggiungono 5 miliardi di euro per il programma quadro di ricerca e sviluppo e 5,6 miliardi per il Fondo Invest Eu provenienti da Next Generation Eu. Questi importanti investimenti, uniti a un approccio collaborativo ed unitario, potranno se non a ribaltare la situazione, forse almeno aprire la strada ad una competizione paritaria tra i tre maggiori mercati mondiali nel settore digitale (L’Europa lancia la sfida hi-tech a Usa e Cina).

L’Europa ha delle chance concrete di recuperare in tempi ragionevoli il ritardo accumulato sul mercato hi-tech? Tweettate i vostri commenti a @agostinellialdo

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Giulia Foschi