Oggi i manager devono essere profondi conoscitori della tecnologia e saper guidare il proprio settore verso l’evoluzione digitale. Anche nel retail. Il caso Nike.
Dal 2005 al 2015 presidente di eBay Marketplaces, dal 2008 al 2015 presidente di PayPal Holdings e dal 2017 presidente di ServiceNow, una società americana specializzata in cloud computing, quotata alla borsa di New York e componente del Russel 1000 Index. E dal prossimo gennaio presidente e amministratore delegato di Nike. John Donahoe non è un tecnico, è un supertecnico che si metterà alla guida di un gruppo di moda.
Ma cosa c’entra la tecnologia e la digital transformation con il fashion? Oggi come oggi, tutto. E Donahoe, più che di scarpe a abbigliamento sportivo, di quella capisce. Capisce l’importanza dei dati e del targeting dei clienti, capisce come funziona l’e-commerce e come svilupparlo. Soprattutto capisce che il retail e gli store fisici hanno futuro breve senza una integrazione col digitale, senza una nuova rimodulazione dell’esperienza di acquisto. E’, insomma, un vero digital transformation manager.
E Nike, da parte sua, negli ultimi anni non ha fatto che spingere sul piede dell’acceleratore della digital transformation nello shopping on line e off line. Nel 2018 ha acquistato Zodiac, una società di analisi dei dati. Pochi mesi fa, invece, ha comprato la proprietà di Celect, una company specializzata nell’analisi predittiva. L’orientamento è chiaro: raccogliere i dati dei clienti, analizzarli e riuscire ad usarli per lo sviluppo della user experience durante l’intero customer journey (Why Nike selected a tech executive as its next CEO).
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Il commercio del futuro necessita di e-leader
Se l’obiettivo è puntare sulla app e consentire ai clienti di utilizzarla anche in negozio, far crescere l’ecosistema digitale mentre si adegua quello fisico tradizionale e integrare il reale e il virtuale, la nomina di uno che di tecnologia se ne intende e sa vedere lontano è la mossa più giusta da compiere.
Non si tratta di azzardo ma di logica. In un mondo in continua evoluzione, avviato sulla strada della digital transformation, all’interno del quale le tecnologie stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante (per non dire preponderante), cadono i vecchi schermi e le categorie dei primi Duemila diventano assolutamente obsolete.
Se prima chi vendeva maglie doveva intendersi di lana e cotone e poco importava se sapeva azionare il registratore di cassa, ora a chi guida e dirige le strategie di espansione si richiede la capacità di proiettarsi oltre i limiti odierni per essere in grado di figurarsi un futuro che va costruito nell’oggi. Si richiedono capacità tecniche, informatiche, tecnologiche. Si pretende e-leadership.
E ciò vale per ogni settore. Nike non è la prima a imboccare questa svolta. Prendiamo un esempio tra i tanti: nel 2017 Starbucks Corporation, ad un esperto di bevande e alimenti ha preferito come chief executive officer Kevin R. Johnson, un veterano della Silicon Valley, per anni in Microsoft e Juniper Networks (Nike Dips as It Doubles Down on Tech With Pick of Ex-EBay CEO).
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Il negozio è un hub
Il retail fisico sta vivendo importanti trasformazioni. I punti vendita su strada saranno sempre più degli hub dove si fonderanno digitale e reale. Oggi si compra on line e si ritira in negozio; si prova in negozio e si acquista on line. Ci si aspetta che da qualunque punto inizi il percorso di acquisto, su strada o al computer, il procedimento sarà rapido, efficiente, perfettamente aderente alle nostre esigenze. E si concluderà nella dimensione che più si ritiene opportuna, reale o virtuale. Chi pensa di poter chiedere alla propria clientela di comprare come facevano i nostri padri, è un illuso o nega l’evidenza. È destinato a scomparire.
Nike lo sa e ne è conscia da anni. L’azienda vuole proporsi come tech company dello streetwear e continuare a parlare e sedurre Millennials e Gen Z. Per questo ha investito sulle vendite dirette ai clienti, in rete e in mobilità attraverso le sue app “SNKRS” e “Nike”. Ed è per questo che i suoi nuovi flagship store sono stati progettati per integrarsi con le applicazioni su smartphone (Nike’s new CEO is set to double down on the company’s success selling online. Here’s what analysts are saying about John Donahoe).
Se la digital transformation è la strada per conquistare clienti, allora chi guida deve essere un visionario, anzi, un e-leader.
Ritenete che nella vostra azienda CEO e manager preposti alla digital transformation abbiano le caratteristiche dell’e-leader? Raccontatemi la vostra esperienza tweettando a @agostinellialdo.
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