Aldo Agostinelli

Dalle auto connesse all’Intelligenza Artificiale all’IoT, il settore dell’automotive è in piena trasformazione digitale. L’obiettivo è fornire un’esperienza di guida sempre più rispondente alle richieste dei guidatori. Le novità principali.

La Digital Transformation delle attività non è un qualcosa di astratto: inciderà sulla nostra quotidianità, sia che ci troviamo dal lato business che su quello del cliente. La moneta è la stessa: il profilo è il digitale, le due facce siamo noi che, di volta in volta, la viviamo da un piano e dall’altro.
Secondo lo studio “Predicts 2019: Digital Drives a Paradigm Shift in Application Services”, condotto da Gartner, entro il 2021, ossia tra meno di due anni, il 15% di tutte le interazioni del servizio clienti sarà gestito esclusivamente dall’Intelligenza Artificiale.

Si parla di un aumento del 400% rispetto al 2017. Di più: una ricerca di Accenture evidenzia che il 76% delle aziende sta investendo in tecnologia. Non una qualsiasi ma quella che serve a innovare profondamente la propria organizzazione.

La Digital Transformation è un processo che investirà tutti i settori, di qualunque genere, di qualsiasi tipo, nessuno escluso. E la spinta all’innovazione spesso non arriva dall’alto ma è invece sollecitata dal pubblico. La richiesta è il cambiamento. Più tecnologie, più connettività, più servizi. E le aziende devono adeguarsi, pena l’uscita dal mercato globalizzato in favore di qualche concorrente che ha accolto la domanda, l’ha fatta sua e si è mosso tempestivamente per fornire una risposta.

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I guidatori vogliono esperienze personalizzate

Un esempio paradigmatico è l’automotive. Oggi i guidatori vogliono auto connesse ed esperienze di guida più evolute e personalizzate. Ed è così che l’Intelligenza Artificiale e l’IoT sono scesi in campo a trasformare l’industria automobilistica. Se dal mio smartphone posso ricavare una molteplicità di servizi, allora desidero che anche la mia auto non sia da meno. Dunque accesso aisocial media, alla musica e alle app mentre sono al volante. Se prima la connettività in auto era una novità, quasi un vezzo, nel 2019 è diventata una precisa esigenza.

E l’industria si è adeguata. Per farlo ha dovuto modificare profondamente il sistema produttivo, dirottando verso un modello di fabbrica digitalizzata, con nuove figure professionali al suo interno. Un esempio: ad ogni automobile connessa prodotta, corrispondono 100 milioni di stringhe di codice (Digital Transformation Trends in The Automotive Industry For 2019).

La digital transformation dell’automotive in 4 punti

Occorre una premessa: la digital transformation dell’industria dell’automobile è un work in progress. Quanto vale oggi, nel 2019, potrebbe essere considerato già vecchio nel 2020-2021. Al momento è possibile indentificare quattro traiettorie sulle quali si sta muovendo. Come spiegato qualche riga sopra, la prima e forse più evidente è la connettività. Che si traduce nella realizzazione di auto dotate di wi-fi.

Il secondo elemento è la manutenzione predittiva. Le auto connesse devono essere sicure. Perciò occorre l’IoT per la raccolta dei dati sulle prestazioni. I dati vengono analizzati  per verificare eventuali malfunzionamenti del veicolo e, in caso di riscontro, tempestivamente inviati al guidatore per evitare incidenti. Accanto alla tradizionale figura del meccanico emerge quindi quella del tecnico software che deve controllare/aggiornare il software dell’auto.

Se la regola è “prevenire è meglio che curare”, essere a conoscenza di un problema, ancor prima che si verifichi, è un’ottima prassi.
Nel settore camion la manutenzione predittiva ha già prodotto un’anticipazione dei guasti di 30 giorni e il conseguente miglioramento del 30% dei tempi di attività dei grandi veicoli su strada (Trucking along to a streaming future).

E’ il momento dell’industria 4.0

Tutto ciò ha portato a un ripensamento del dietro le quinte: per fare auto connesse si è reso necessario ripensare la catena di produzione in tutte le sue fasi. In una parola: industria 4.0.  Ecco dunque palesarsi l’IoT per le comunicazioni intra-aziendali, che consente feedback in tempo reale, la pianificazione produttiva elaborata dall’AI e i robot alle linee di assemblaggio, a fianco degli umani, per aumentare la produttività e ridurre i difetti di fabbricazione. In ultimo, ma non per importanza, la decentralizzazione della produzione, che porta ad una riduzione dei costi di fabbricazione e ottimizza i tempi di consegna.

L’ultimo punto riguarda la sicurezza dei dati. Le auto smart ne raccolgono a migliaia. E questi dati parlano di noi. Ergo è necessario che siano protetti affinché siano tutelati i guidatori. In tal senso lo sforzo continuo dell’automotive è quello di produrre software sempre più sicuri e meno hackerabili. Perché a tutti piacciono le auto intelligenti ma non se rischiano di diventare delle spie.

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Aldo Agostinelli