Aldo Agostinelli

Amazon, il colosso delle vendite on line (397 miliardi di dollari di valore),  sta pianificando l’apertura di una serie di negozi che consentirà ai clienti Prime di ritirare di persona generi alimentari deperibili come latte, latte, carne, pane, succo d’arancia e frutta.

Per ora nessuna conferma ufficiale ma la notizia, pubblicata pochi giorni fa dal Wall Street Journal (Amazon to Expand Grocery Business With New Convenience Stores) e ripresa da  The Guardian , sembra molto più di una semplice voce. Ad avvalorarla, infatti,  ci sono le foto del cantiere in piena attività nella zona Ballard di Seattle, dei documenti di progettazione e delle casse piene di materiali da costruzione etichettati “Amazon”, pubblicate dal sito di tecnologia GeekWire.

L’evidenza suggerisce che questo non è solo una pettegolezzo.

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E mentre l’azienda si rifiuta di commentare quelle che definisce <<semplici speculazioni>>,  le prove fin qui raccolte confermano che il progetto, denominato in codice “Project Como”, sia già arrivato a metà strada.

Secondo il Wall Street Journal, le drogherie 2.0 a marchio Amazon seguiranno lo stile delle grandi catene alimentati come Lidl e saranno rifornite solo dei prodotti ordinati nel corso della giornata dai clienti Amazon Prime, via smartphone o touch screen dislocati intorno al negozio.  Un aspetto, quest’ultimo, che porta a pensare come la company, fondata dal multimiliardario Jeff Bezos nel 1994, stia sviluppando una nuova strategia di marketing che, dal virtuale al reale, punta ad attrarre nella sua orbita e fidelizzare i pendolari, le casalinghe e tutte le persone che, all’e-store per lo shopping on line, prediligono ancora il classico alimentari  all’angolo.

Per l’apertura del nuovo negozio non si ha una data certa. Qualcuno sostiene sei mesi, altri ipotizzano circa un anno. Di certo, invece, c’è l’insediamento di nuove librerie fisiche che, dopo quella inaugurata a Seattle lo scorso anno, sono previste a San Diego, New York, Portland e Chicago.

Al momento, comunque, tutte le fonti riportano che il servizio del fresco ritirato di persona sarà consentito solo ai clienti Prime. Dunque l’iscrizione virtuale sarà comunque necessaria. Resta da sapere – ma lo si potrà scoprire solo in seguito -, se sarà possibile effettuarla tramite i pannelli touch screen presenti all’esterno del negozio oppure no.

Riguardo all’Europa, invece, possiamo ipotizzare che, in caso di successo del “Progetto Como”, punti vendita si avranno poi anche in Italia.

L’Italia è ben visto dalla Amazon

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Del resto il nostro Paese sembra essere ben visto dalla mega company: dopo Londra, Milano è stata la seconda città europea a poter usufruire del servizio rapido di consegne alimentari Prime Now. Attualmente è attivo nel capoluogo lombardo e in 34 comuni dell’hinterland milanesi e permette di ricevere a casa o in ufficio oltre 15mila prodotti in un’ora, a un prezzo di consegna di 6,90 euro.

Il gigante dell’e-commerce ha anche approntato un piano di investimento di 500 milioni di euro nel nostro Paese, per l’apertura di tre grandi centri il prossimo anno. Un capannone di 61mila metri quadrati per gestire la distribuzione a Passo Corese, a circa 30 km da Roma; un polo di smistamento ad Avigliana, vicino a Torino; un nuovo centro di ricerca e sviluppo su progetti di Intelligenza Artificiale e su Alexa, l’assistente vocale di Amazon cloud, che supporta Amazon Echo, Amazon Echo Dot, Amazon Tap e Amazon Fire Tv, a Torino.

Quest’insieme di elementi, dunque, fa immaginare che l’Italia non resterà esclusa da eventuali nuove pianificazioni per l’apertura di drogherie 2.0 nel Vecchio Continente. Ma sulla tempistica è impossibile sbilanciarsi:  di primo acchito viene da pensare solo in termini di almeno tre anni.

Come giudicate la nuova iniziativa di Amazon? La trovate utile? Ve ne servireste per ritirare la spesa acquistata on line? O per certi prodotti alimentari preferite ancora il negozio di fiducia sotto casa e perché?

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Aldo Agostinelli