Aldo Agostinelli

Il Coronavirus che sta flagellando la salute e l’economia del Paese può essere una lezione ed anche un’opportunità. Un’occasione per imparare e per migliorare i nostri sistemi. Per dare un messaggio forte al mondo e anche ai cittadini, sarebbe stato bello se tutte le scuole chiuse avessero continuato le lezioni a distanza, una specie di smart school. Immaginiamoci che segnale sarebbe stato: l’Italia non si ferma, nemmeno le sue classi. Noi andiamo avanti ad imparare, perché la cultura dei nostri figli non viene dopo, viene prima e a quella non rinunciamo. Perché un Paese con cittadini preparati è un Paese che sa affrontare le emergenze, quelle di oggi come quelle che dovremo superare domani.

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La digital transformation deve entrare a scuola

Ma l’innovazione non si improvvisa. È frutto di studio, dedizione, investimenti, capacità, progettualità e lavoro. Tanto lavoro. E negli anni non tutti gli Istituti hanno saputo cogliere o hanno (purtroppo) avuto la possibilità di prepararsi all’e-learning come l’istituto superiore Savoia Benincasa di Ancona, di cui riporta notizie il Corriere della Sera. In questa scuola l’89% dei docenti è riuscito a completare le ore come da programma. Grazie a lavagne in condivisione, documenti scaricabili sulla piattaforma gratuita, esercizi collaborativi: l’istituto, che raccoglie studenti di liceo scientifico, linguistico e tecnico economico, è “l’esempio ideale di come dovrebbe funzionare la didattica a distanza, che in questi giorni sta diventando fondamentale per le chiusure da coronavirus”.  

La preside Alessandra Rucci lo dice chiaro, senza girarci intorno: <<Non si improvvisa, è frutto di 10 anni di lavoro e pazienza» (Scuole chiuse? Così funzionano le lezioni a distanza: video e app per chi studia da casa)

La sfida al futuro è oggi

Se vogliamo che sforzi e fatica, sia quelli presenti che stiamo vivendo che quelli che ci aspettano nel post emergenza, ci servano di lezione per fare meglio e con maggiori risultati, occorre che interpretiamo il virus non solo come un danno ma anche un pungolo. Ha messo in risalto dove siamo fallaci. Ma possiamo e dobbiamo rimediare per non farci più cogliere impreparati.

La ministra dell’Innovazione e quella dell’Istruzione devono lavorare congiuntamente e, come si usa dire, portare a casa il risultato. Bene, quindi, la call to action a tutte le realtà pubbliche e private affinché mettano a disposizione gratis soluzioni tecnologiche, di software e di hardware. È il primo passo per uscire dal pantano.

E bene anche la pagina web per la Didattica a distanza attivata dal Ministero dell’Istruzione.

Ma proprio per non trovarsi impreparati durante le prossime “emergenze” (gli esperti del clima hanno detto chiaramente che il cambiamento climatico ci esporrà sempre più all’insorgenza di epidemie da virus e altri agenti patogeni), a mio avviso è assolutamente necessario che gli enti pubblici e tutte le scuole si aprano davvero alla digital trasformation (The Wuhan Coronavirus, Climate Change, and Future Epidemics).

La scuola val bene la spesa pubblica

Il primo passo, importantissimo è evidente, è l’e-learning.

L’insegnamento a distanza non solo come strumento per fronteggiare le crisi di vasta portata ma anche come mezzo per supportare l’apprendimento quotidiano di quei ragazzi che sono malati, ricoverati, in convalescenza a casa dopo un infortunio o che per difficoltà serie di vario genere non possono essere presenti in classe.
Le tecnologie ci sono, le aziende pronte a implementarlo pure. Le cifre non sono più impensabili come un tempo. E non sono convinto che puntare sempre su tecnologie gratis, come richiesto dalla ministra Azzolina, paghi. Spesso Gratis non è sinonimo di qualità, e sulla scuola non si può sempre risparmiare. Di certo c’è che non è più tempo di procrastinare ma di agire. Voi cosa ne pensate?

Avete figli/nipoti in età scolare o siete insegnanti? La vostra scuola come sta affrontando il periodo di chiusura? Che soluzioni ha approntato? Raccontatemi la vostra esperienza twittando a @agostinellialdo.

Per scoprire di più sul mondo digitale, leggete il mio nuovo libro: “People Are Media” 

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Aldo Agostinelli