Aldo Agostinelli

Le vendite online producono risultati sempre più incoraggianti: offrire la possibilità di fare acquisti tramite web è ormai un servizio che nessuna azienda può più sottovalutare. Ma quanto costa farlo, e come procedere? Vediamo, passo dopo passo, come aprire un e-commerce

Il commercio elettronico sta attraversando un periodo d’oro. Nell’ultimo anno, complice la pandemia, la vendita online ha avuto un’impennata impressionante, in Italia così come all’estero. Sempre più persone continuano, anche oggi, a preferire gli acquisti online all’esperienza del negozio fisico. Per sicurezza, per praticità, rapidità, per l’approccio sempre più intuitivo e completo che gli e-commerce offrono. È quindi sicuramente un buon momento per aprire un negozio online. Ma come fare, e quanto può costare? Non è così complesso, ma ci sono alcuni accorgimenti da tenere a mente e passaggi da seguire. Scopriamo allora, passo dopo passo, come aprire un e-commerce.

Come aprire un e-commerce: pratiche burocratiche

Come ogni attività commerciale, anche il commercio online richiede una gestione burocratica. Se si parte da zero, bisogna aprire una Partita Iva, inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate e all’Inps e infine iscriversi alla Camera di Commercio e al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) del proprio Comune di residenza. Per una piccola attività, queste pratiche possono anche essere gestite in autonomia. Per un negozio di medie dimensioni è utile rivolgersi a un commercialista. Se invece si è già titolari di un negozio fisico o di una rivendita, questi passaggi non saranno necessari. Sempre che l’attività online risulti la medesima, naturalmente (intestata alla stessa persona, stessa sede legale ecc.).

Come aprire e commerce: la creazione del sito web

Una volta sbrigate le eventuali pratiche burocratiche, bisogna passare al cuore dell’e-commerce. Ovvero, il sito web. Una attività online di vendita al dettaglio si basa infatti proprio su un sito che la ospiti. E per realizzarlo, esistono diverse strade. La prima – la più semplice – è quella di appoggiarsi a una piattaforma che permette di aprire un sito e commerce in modo guidato e semplice, e a costi ridotti. Ne esistono numerose sul web: si adattano bene a chi non ha budget molto elevati e per la gestione di attività di dimensioni ridotte. Può essere una buona idea utilizzarle anche quando si devono muovere i primi passi in questo mondo, in modo da iniziare a sperimentare e a farsi un’idea di come funziona.

La seconda opzione è l’acquisto di un dominio sul quale installare un CMS (Content Management System), cioè un software che consente di gestire gli elementi che andranno a comporre il negozio online. In questo caso è necessaria qualche competenza informatica (oppure ci si può rivolgere a un professionista). Inoltre, i costi di gestione per chi inizia a vendere con questo sistema sono un po’ più elevati rispetto alla prima soluzione indicata. Infine, la terza via consiste nel fare riferimento ai grandi negozi online già esistenti, Amazon in primis. Non si tratta necessariamente di una scelta di serie B: dipende sempre dalla strategia di marketing che si vuole adottare. Ad esempio, chi già possiede un negozio fisico e voglia semplicemente aprire un altro canale di vendita sfruttando il digitale, potrebbe pensare di iniziare proprio rivolgendosi alle più affermate piattaforme di e-commerce. In modo da sfruttarne – almeno in un primo momento – la visibilità e l’affidabilità.

Aprire un e-commerce con una piattaforma dedicata

Approfondiamo ulteriormente la prima opzione, ovvero quella di aprire una attività online utilizzando uno dei tanti servizi presenti sul web. Uno dei migliori è Shopify. Un servizio usato da oltre 1 milione di negozi in tutto il mondo che consente di creare il proprio sito e di vendere prodotti e servizi illimitati con una spesa molto contenuta. Grazie a Shopify si avranno facilmente a disposizione tutti gli strumenti per organizzare la vendita, dalla catalogazione dei prodotti alla gestione dei pagamenti, fino alla realizzazione di campagne di marketing. L’utilizzo completamente gratuito di questo software è limitato, ma gli abbonamenti che vengono proposti in seguito sono comunque molto abbordabili.

Come aprire un e-commerce utilizzando un CSM

Passiamo ora ad esaminare nel dettaglio i passi da compiere e cosa serve per aprire un e-commerce seguendo la seconda via, ovvero l’utilizzo di un CSM. Il Content Management System è un programma che consente di creare e organizzare un sito web a partire da zero. WordPress ne è l’esempio più conosciuto, oltre che uno dei più intuitivi e semplici da usare. Naturalmente, dipende sempre dal livello di complessità del sito web: una versione base può essere alla portata anche di chi non ha grandi competenze informatiche; tuttavia, quando l’organizzazione del sito diventa un po’ più complessa è meglio richiedere l’intervento di un esperto. WordPress si utilizza molto di frequente per semplici blog, ma con alcuni plugin (come WooCommerce, WP eCommerce e JigoShop) può dare vita anche a un perfetto sito di e-commerce. Tra gli altri CSM gratuiti che si possono utilizzare per realizzare un e-commerce ricordiamo Magento, Prestashop, Joomla.

Il sito e-commerce perfetto

Un buon sito di e-commerce deve avere alcune essenziali caratteristiche. Prima di tutto il nome del dominio deve essere breve e riconoscibile: sembra una banalità, ma non lo è. In secondo luogo, il sito deve essere ospitato da un web hosting affidabile e realizzato con una grafica accattivante. Il design deve essere responsive e il carrello della spesa sicuro. Deve consentire una buona velocità di navigazione e garantire assistenza di qualità. Infine, oggi gran parte degli acquisti viene effettuata tramite mobile, quindi il sito si deve adattare perfettamente a questa modalità di fruizione. Infine, per aumentare le vendite il sito web andrà anche promosso: un buon posizionamento sui motori di ricerca è sicuramente un ottimo punto di partenza, da supportare però con una campagna sui social network e sugli altri canali utilizzati dall’azienda. Ad esempio, attraverso l’email marketing e l’invio di newsletter con promozioni ad hoc per i propri clienti.

Come aprire un e-commerce: la fase organizzativa

Al di là delle questioni più prettamente tecniche, l’apertura di un e-commerce richiede tutta una pianificazione a monte. Non si può certo pensare di caricare a caso gli articoli in vendita sul proprio sito web. Proprio come in un negozio fisico, l’esposizione dei prodotti deve essere attentamente ragionata. Quindi, ancor prima di creare il sito web, bisogna avere chiare le categorie, i filtri per la ricerca, i passaggi necessari per compiere il processo di acquisto e così via. Bisogna, insomma, studiare e organizzare un catalogo. Lo sforzo in questo, rispetto a un negozio fisico, è molto maggiore, perché online bisogna dedicare tempo e cura alla descrizione del prodotto, che deve essere sempre chiara ed efficace. Se non si ha tempo di curarla, meglio limitare il numero di prodotti da caricare online.  

La qualità della user experience, oggi, deve essere molto elevata. Un sito confuso o carente nelle spiegazioni verrà presto abbandonato in favore di altri più precisi e meglio organizzati. Lo stesso vale per la veste grafica, che deve rispecchiare in modo coerente l’organizzazione dell’e-commerce e consentire una navigazione fluida e intuitiva. Molto importante l’assistenza al cliente: oltre ai contatti e ai recapiti, è utile inserire un servizio di assistenza virtuale disponibile 24 ore su 24. Esistono molti chatbot che permettono di realizzarlo in modo abbastanza semplice. Gli altri aspetti fondamentali da considerare sono la scelta dei corrieri e dei metodi di spedizione e di pagamento. Vediamo come, nel prossimo paragrafo.

Come aprire e commerce: il pagamento e la consegna

Oggi tutti i siti di e-commerce offrono svariate forme di pagamento. Non si può più limitare la scelta perché l’utente medio è abituato ad avere a disposizione diverse opzioni. Queste normalmente sono: bonifico bancario, PayPal, carta di credito prepagata, contrassegno alla consegna, ritiro nel punto vendita. È quasi scontato dirlo, ma naturalmente bisogna affidarsi a sistemi certificati in grado di garantire la massima sicurezza nelle transazioni. Per quanto riguarda la consegna, bisogna prima valutare se si vuole spedire solo sul territorio nazionale o anche all’estero, in modo da avere già un’idea di come muoversi. Il monitoraggio del pacco ormai è garantito dalla maggior parte dei siti di e-commerce, quindi è bene scegliere un corriere che offra questo servizio.

Quanto costa aprire un e-commerce

Il costo da sostenere per aprire un ecommerce varia ovviamente in base alle dimensioni dell’attività online e del metodo scelto. Potremmo dire che, partendo da zero, l’investimento iniziale varia dagli 8 ai 20mila euro. I costi da tenere in considerazione sono: la creazione del sito web e il suo posizionamento sui motori di ricerca, la pubblicità e le sponsorizzazioni per promuoverlo, un magazzino per conservare la merce, gli adempimenti burocratici, l’eventuale strumentazione tecnica (pc ecc). Chiaramente questi costi vengono ridimensionati notevolmente se si possiede già un negozio fisico.

Aprire un e-commerce in franchising e con drop shipping

Aprire un e-commerce in franchising consente sicuramente di risparmiare, specialmente se è prevista la modalità in drop shipping. Cosa significa? Con questa opzione si evita di farsi carico di tutta la logistica, non serve un magazzino, le spedizioni sono a carico dell’azienda madre e il pagamento della merce avviene solo dopo l’effettiva vendita al cliente finale. In questo caso l’investimento iniziale è davvero contenuto (anche sotto i mille euro). In altre parole, con questo metodo chiunque può iniziare a vendere online affrontando come unico investimento quello per la creazione di un sito e-commerce vetrina. Il proprietario del negozio online, infatti, non possiede fisicamente i prodotti che vende. Il suo e-commerce è nient’altro che una esposizione dove gli utenti possono fare acquisti.

Aldo Agostinelli
Aldo Agostinelli è il Chief Sales Marketing Officer di Telepass. In questo blog scrive di innovazione, big data, AI, social media e di tutto ciò che riguarda la tecnologia e il digitale.