Aldo Agostinelli

Nel 2022 il 46% dei consumer del lusso sarà digitale. Bling – Il lusso del futuro parla Instagram, indossa sneakers e usa l’AI racconta come il luxury stia guidando la trasformazione del mercato in senso omnichannel, puntando alle nuove generazioni e agli acquisti in store ipertecnologici

Che strada sta prendendo il lusso? Quella della Digital Transformation. Prima di tutti gli altri settori del marketing e molto meglio di quanto stiano realizzando coloro che già sono avviati sulla strada dell’evoluzione tecnologica. Ed oggi le nuove parole d’ordine sono digital, omnichannel, user experience, sostenibilità.  

In Bling – Il lusso del futuro parla Instagram, indossa sneakers e usa l’AI racconto e spiego la capacità del lusso di captare il mutamento e porsi alla sua testa per guidarlo, plasmando il digitale e restandone a sua volta plasmato.  

Lo dicono i numeri: il 50% dei compratori di true-luxury inizia la propria esperienza di acquisto online in cerca di ispirazione. Di questi il 39% conclude l’acquisto offline, ossia in negozio. Ma giunto in-store si aspetta di trovare lo stesso tipo di personalizzazione che offre l’e-commerce. Il marketing si trova così a fare i conti con un consumatore sempre più “no channel”, che ama ancora le modalità classiche di acquisto nelle boutique ma richiede la medesima conoscenza dei proprio gusti a cui l’ha abituato il targeting nel digitale.

Accade così che il lusso trasformi i suoi store in hub iper tecnologici, come quello di Missoni a Milano, e al contempo spadroneggi nel digitale. Al punto che, entro il 2022, le vendite online dell’alta gamma arriveranno a rappresentare una quota del 20% e la clientela online (46%) avrà pressoché la medesima rilevanza di quella fisica (49%).

E ancora: il lusso è spesso occidentale ma sempre più il compratore è orientale. Oltre un terzo di tutti i compratori del lusso globale sono cinesi (33%). Di questi, il 54% scopre i nuovi brand tramite i social media, i canali digitali o il passaparola online, e più del 30%  viene spinto all’acquisto dai messaggi e-commerce di marchi e negozi su WeChat.

Sebbene il mercato del lusso cinese sia ancora principalmente un mercato offline, la quota delle vendite digitali del lusso è in crescita e arriverà ad una quota del 12% entro il 2025. Soprattutto il mercato orientale permette ai brand di proiettarsi nel futuro:  il 36% degli acquirenti cinesi del true-luxury è giovane, con un’età compresa tra i 18 e i 24 anni. Così il lusso punta all’orizzonte dei nuovi consumatori, vendendo tramite l’app di messaggistica multifunzionale e dialogando senza intermediari con i GenZ su TikTok.

E se a livello mondiale ben il 33% degli acquirenti del lusso sono GenZ e Millennial (18-40 anni) e, di questi, il 64% acquista solo prodotti eticamente e socialmente sostenibili, ecco che il lusso inizia a parlare la loro lingua e da seconda industria più inquinante al mondo, cambia pelle e spinge sul second-hand di alta gamma, propone la circular economy, produce linee di prodotto con materiali ecologici e a impatto zero (o quasi) sull’ambiente.

Perché il lusso osserva, raccoglie i segnali e si orienta di conseguenza. Così, grazie alla sua mentalità avanguardista dirige e traccia la direzione. I più intelligenti seguono subito; gli altri seguiranno solo dopo, per riuscire a sopravvivere all’interno di un mercato ormai rivoluzionato.

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Aldo Agostinelli