Aldo Agostinelli

L’analisi dei dati influenza ogni aspetto della nostra vita. Indipendentemente dalla domanda che ci si pone gli Analytics danno risposte e aiutano a prendere decisioni efficaci.

Nel mondo digitale tutto sta cambiando a gran velocità e anche il business sta seguendo questo ritmo modificando il modo di competere sul mercato. Essere al passo con la tecnologia più avanzata per rispondere alla esigenze lavorative di oggi significa avere un metodo per aumentare valore ed essere celeri nell’esecuzione domani.

I progressi tecnologici nell’analisi dei dati stanno creando nuove opportunità. Grazie all’automazione, alla capacità predittiva e all’adattabilità, l’analisi moderna scava fino a rivelare modelli di dati nascosti. La Business Analytics moderna è mobile e semplice da utilizzare e ti connette ai dati giusti nel momento opportuno, richiedendo poca o nessuna formazione.

L’analisi dei dati offre la capacità di conoscere una previsione corretta dei propri obiettivi aziendali. Attraverso la combinazione di dati personali, aziendali e Big Data, si ottiene una risposta realistica da cui partire e su cui lavorare.

Cosa sono i Big Data

Con Big Data ci si riferisce a dei dati informatici talmente grandi, veloci o complessi, difficili o impossibili da elaborare con i metodi tradizionali. Ma sono anche un fenomeno associato al cambiamento degli usi e delle abitudini delle persone. Tutte le volta usiamo lo smartphone o navighiamo sul computer, o apriamo un’app dal tablet, lasciamo sempre una nostra impronta digitale di dati.

Il concetto di Big Data ha visto il successo agli inizi degli anni 2000, più precisamente nel 2001 quando l’analista di mercato Doug Laney ha articolato l’attuale definizione di big data con 3V: Volume, Velocità e Varietà. Oggi, però, si sono aggiunte due V, quelle di Veridicità e Variabilità e si parla ora di 5V.

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Big Data Analytics

I Big Data non sono un modo ma una necessità gestionale fondamentale per qualsiasi tipo di organizzazione. Non sono neanche, solo, rappresentazioni grafiche o semplici analisi statistiche, sono molto di più.

Ma come fanno a essere utili? In che modo riescono a essere il motore della competitività, dell’innovazione e della crescita del business? Combinando Big Data e Analytics, per esempio, si possono ottenere risultati di business come:

  • Capire le reazioni dei mercati e la percezione che questi hanno dei brand.
  • Determinare le cause di guasti, problemi e difetti quasi in contemporanea
  • Abilitare nuovi modelli di business.
  • Ricalcolare interi rischi di portafoglio in pochi minuti.
  • Riscontrare un comportamento fraudolento prima che questo investa l’azienda.
  • Autorizzare nuove sperimentazioni permesse dalla disponibilità di dati inediti.
  • Prevedere in maniera dettagliata grazie alla possibilità di ottenere un numero di informazioni potenzialmente infinito.

Esempi di vita quotidiana

Quante volte ci capita di guardare un sito e di trovarci pochi istanti dopo la pubblicità riguardante quel prodotto o servizio? Oppure, come fa Google a riconoscere le nostre generalità senza che gli vengano fornite direttamente da noi? Ci profila in base proprio alle nostre modalità di navigazione così come fa anche Amazon, sempre pronto a proporci offerte per quell’oggetto che abbiamo cercato a Natale.

Twitter ha sviluppato una Application Program Interface (API) che consente a terze parti di accedere a ogni tweet perché sono dati non strutturati, analizzati da nuove tecniche di sentiment analysis che riescono addirittura a interpretare le emozioni contenute nelle informazioni testuali, aiutando a capire come si muove il sentiment, appunto, dell’opinione pubblica.

Facebook, invece, può prevedere se una relazione finirà o durerà in base al semplice aggiornamento delle bacheche. Sempre grazie ai dati.

Ma se pensiamo che siano Google, Twitter o Facebook/Instagram a elaborare le nostre impronte digitali, sbagliamo anche se non del tutto. Sono i Big Data, utilizzati da queste aziende, a raccogliere e interpretare tutto lo scibile, rendendosi indispensabili per ogni Internet Provider. E ci riescono – molto spesso – anche quando scegliamo di navigare con modalità privata.

Aldo Agostinelli