Aldo Agostinelli

Il web e le nuove tecnologie possono essere dei preziosi alleati nella tutela dell’ambiente. Allo stesso tempo, il loro utilizzo ha un elevato impatto inquinante sul Pianeta. Vediamo allora come praticare la sostenibilità digitale

Innovazione digitale e tutela dell’ambiente sono due questioni cruciali e centrali del nostro tempo. La digitalizzazione della società sta giocando e potrà giocare in futuro un ruolo determinante per uno sviluppo sostenibile. Le nuove tecnologie, infatti, consentono di ridurre l’impatto ambientale di numerose attività umane. Allo stesso tempo, però, i dispositivi tecnologici e il web sono direttamente responsabili dell’inquinamento ambientale. Più di quanto possiamo immaginare. Semplici azioni quotidiane come inviare una email o fare una ricerca su Google causano notevoli emissioni di gas serra. Ognuno di noi può fare qualcosa per ridurle. Vediamo allora come sfruttare al meglio la tecnologia per la salvaguardia del pianeta e come mettere in pratica la sostenibilità digitale.

Cos’è la sostenibilità digitale

Secondo Stefano Epifani, autore di un libro intitolato proprio “Sostenibilità digitale”, questo concetto indica le direttrici  da seguire affinché le nuove tecnologie possano contribuire allo sviluppo di un mondo migliore. Sia dal punto di vista ambientale, sia per quanto riguarda i risvolti della tecnologia sulla società e sul benessere delle persone. Secondo la Global e-Sustainability Initiative (GESI), le tecnologie digitali possono contribuire a raggiungere tutti i 17 obiettivi delle Nazioni Unite per lo Sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda 2030. Il digitale, utilizzato a favore dell’ambiente, può infatti rappresentare un alleato prezioso per affrontare le sfide della sostenibilità. Il punto è capire quali sono le conseguenze della sua introduzione nella società, nel lavoro e per uso personale, in positivo e in negativo.

Le tecnologie per la sostenibilità

Quali tecnologie possono concretamente operare in favore della sostenibilità ambientale e al contrasto del cambiamento climatico? Sicuramente tutte quelle che contribuiscono alla raccolta, alla gestione e all’analisi dei dati. LInternet of Things e l’intelligenza artificiale possono contribuire a ridurre notevolmente i consumi domestici e industriali, oltre ad offrire una migliore esperienza all’utente. Anche lo smart working, che è stato possibile implementare solo grazie al web e al digitale, ha un impatto positivo sul pianeta.

Naturalmente, sono le grandi imprese a fare la differenza. Le big tech companiesGoogle, Apple, Facebook in primis – stanno iniziando ad impegnarsi per la tutela dell’ambiente, puntando sulle energie rinnovabili, consapevoli della crescente sensibilità degli utenti su questo tema. Si tratta di un primo passo: la strada da fare è ancora molto lunga. Infatti, i data center dove vengono immagazzinati i dati e gli impianti di raffreddamento sono ancora oggi tra i principali responsabili dell’inquinamento digitale.

Come praticare la sostenibilità digitale

L’altro lato della medaglia è rappresentato dall’impatto delle tecnologie digitali sull’ambiente. Gli smartphone, ad esempio, sono realizzati con materiali rari molto difficili da smaltire. Per questo, sarebbe bene cercare di cambiarli il meno frequentemente possibile. E lo stesso discorso è valido anche per tablet e pc. Ma non solo: inviare una e-mail con un allegato equivale a lasciare una lampadina accesa per un giorno intero. Guardare un video per un’ora su un dispositivo mobile consuma quanto un frigorifero in un anno. Dobbiamo pensare che queste azioni, nel mondo, si moltiplicano per i milioni di persone che le attuano contemporaneamente. Tanto che nell’insieme, le attività legate all’utilizzo del web provocano il 3,7% del totale delle emissioni di gas serra globali. Una cifra molto elevata, superiore all’inquinamento causato dal traffico aereo, e che in futuro potrebbe aumentare.

Consapevoli di ciò, quello che possiamo fare è ridurre al minimo l’utilizzo dei dispositivi digitali, usandoli solo quando sono strettamente necessari. Per aiutare l’ambiente si può partire da piccole azioni quotidiani. Ricordiamoci di spegnere il modem quando non lo utilizziamo, di scollegare il cellulare quando è carico e di preferire il WiFi anche in luoghi pubblici, in quanto lo streaming dati è particolarmente dispendioso in termini di energia. Per limitare ulteriormente l’impatto della nostra impronta digitale possiamo copiare un link anziché allegare un documento, chiudere le finestre che non stiamo attualmente utilizzando sul browser, svuotare periodicamente la casella di posta elettronica. Ma anche cancellare l’iscrizione alle newsletter che non leggiamo mai, perché ogni email in più inviata genera un impatto sull’ambiante. Infine, evitare di spedire troppe foto e immagini su WhatsApp e limitare gli inquinanti messaggi vocali.

Digitale e sostenibilità per il web

Tutti gli attori che operano sul web, in qualità di utenti o di gestori di siti web, possono fare la loro parte per migliorare la sostenibilità della rete. Il sito web di Fridays For Future Italia, ad esempio, è alimentato da fonti rinnovabili, è collocato all’interno del territorio nazionale, colleziona meno dati possibili ed è basato su tecnologie open source. Questi accorgimenti ci guidano verso il raggiungimento di un digitale sostenibile. Infatti, la sola raccolta dei dati, profilazione e social plugin provocano un aumento delle emissioni. Chi deve realizzare un sito web può limitare al minimo la raccolta dei cookies e cercare un hosting sostenibile, ovvero un server ospitato in data center a ridotte emissioni (o ancora meglio nulle).

Sostenibilità digitale in Italia

The European House – Ambrosetti ha realizzato uno studio dal titolo  “Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia” che riporta dati interessanti sull’avanzamento della situazione nel nostro Paese. Dal punto di vista strettamente economico, ne emerge che le aziende altamente digitalizzate contribuiscono ad aumentare la produttività del lavoro fino al 64%. Sul piano della sostenibilità ambientale, lo studio stima che entro il 2030 il digitale potrà contribuire a limitare le emissioni di gas serra fino al 10%. Sono da tenere inoltre in considerazione le conseguenze dirette della digitalizzazione. Tra le quali la diminuzione degli spostamenti, la dematerializzazione dei processi, il miglioramento delle attività di monitoraggio, una gestione più efficiente della logistica.

Cosa ne pensano i cittadini

Secondo lo studio “Italiani e Sostenibilità Digitale: cosa ne sanno, cosa ne pensano”, realizzato dal Digital Transformation Institute – Fondazione di Ricerca per la Sostenibilità Digitale, il 65% dei cittadini pensa che la tecnologia sia fonte di ineguaglianze, ingiustizia sociale e perdita di posti di lavoro. Questo pensiero determina un’incertezza sull’utilizzo delle nuove tecnologie digitali e ne limita anche l’impatto potenzialmente positivo per la sostenibilità.

Dobbiamo infatti pensare anche alla sostenibilità sociale del digitale, perché quando parliamo di futuro sostenibile non ci riferiamo solo ed esclusivamente all’ambiente.  “Questi dati, letti in un periodo come quello che stiamo vivendo, nel quale l’uso degli strumenti digitali è diventato centrale per moltissime attività quotidiane –commenta Stefano Epifani – si traducono in fattore di sostanziale esclusione sociale, con le conseguenze in termini di sostenibilità che è facile immaginare”.

L’impatto sull’ambiente e sulla società, positivo e negativo, della trasformazione digitale, non è certo facile da quantificare. Ma è chiaro che per fare in modo che digitale e sostenibilità procedano di pari passo è necessario migliorare la consapevolezza in materia. Bisogna lavorare sul digital divide, sull’accesso al digitale e sull’alfabetizzazione digitale. In modo che cittadini, imprese e operatori siano consapevoli delle conseguenze e delle potenzialità insite nell’utilizzo delle nuove tecnologie.

Aldo Agostinelli