Aldo Agostinelli

Il Remarketing punta a un tipo di pubblicità web che vuole conquistare utenti che hanno già visitato il sito del proprio brand. Scopri come

Quando si guarda una pubblicità online, che sia attraverso un sito web o sui social network, è bene sapere che non è un’azione che passa inosservata.

Per questo motivo, anche se si è “scrollato” tramite smartphone una serie di prodotti che poi non sono neanche stati messi nel carrello, nei giorni seguenti è possibile imbattersi dal pc in banner pubblicitari di quel determinato brand di qualche tempo prima con prodotti simili.

Cos’è il remarketing?

È raro che un utente completi l’acquisto del prodotto dopo la prima visita al sito o all’app. La cosiddetta conversione non è automatica. Il remarketing consente di inseguire con annunci e banner utenti che hanno visitato un sito almeno una volta.

Il retargeting è il modo che hanno le aziende per rimanere visibili a tutti i potenziali clienti che non hanno finalizzato l’acquisto già al primo colpo.

Come funziona

Le campagne pubblicitarie di retargeting online sfruttano i cookie per dare la caccia alla propria audience di riferimento.

Come fare? Si installa sul sito una parte di codice che tiene contro del passaggio degli utenti. Il codice può essere indicato come pixel. Il codice, o pixel, è impercettibile per gli utenti e non influisce sulle prestazioni del sito. 

Quando il sito riceve la visita di un nuovo potenziale cliente, il codice genera un cookie anonimo che viene rilasciato a un browser come Google Chrome, Safari, Firefox, ecc.

In questo mondo si possono pubblicare annunci personalizzati che saranno mostrati solo ai reali visitatori che hanno lasciato il sito senza acquistare il prodotto o servizio.

Usando annunci di remarketing basati su pixel, i cookie comunicano a Google Ads quando un visitatore lascia il sito senza effettuare alcun acquisto.

Ciò provoca una reazione a catena che consente che gli annunci vengano mostrati solo all’utente che naviga su un altro sito web della rete display Google.

Il vantaggio maggiore sta nel fatto che Google Adwords è capace di pubblicare annunci molto specifici, ma riuscire per raggiungere un alto livello di precisione ci potrebbe volere diverso tempo.

Remarketing dinamico o statico?

Qui si entra in una dimensione più specifica perché la strategia di remarketingdiventa ancora più mirata ed efficace.

Il remarketing dinamico mostra a coloro che hanno già interagito con il sito o l’app di un brand gli annunci pubblicitari contenenti i medesimi prodotti visualizzati, mentre navigavano in precedenza, così da semplificare la finalizzazione dell’acquisto precedentemente interrotto.

A differenza del retargeting statico, che prevede la creazione di un gruppo fisso di annunci, offerti al consumatore in base alle pagine visitate sul sito, il retargeting dinamico punta su annunci personalizzati per ogni potenziale cliente.

Il remarketing statico è indicato se si vuole “colpire” un tipo di audience determinato e non un utente solo, di conseguenza è la scelta più idonea per le aziende B2B.

Il remarketing dinamico ha bisogno di analizzare i comportamenti dei consumatori nello specifico, per creare annunci basati sulle preferenze individuali. Necessita anche di stabilire quando mostrare gli annunci in modo da riuscire a massimizzare le probabilità di conversione. Questo tipo di retargeting è più indicato per le aziende B2C.

Come si fa retargeting

La maggior parte campagne di remarketing si realizzano sulla Rete Display di Google tramite Google Ads.

Il Remarketing, però, funziona molto bene anche in combinazione con il marketing inbound e outbound o di generazione della domanda.

Le campagne di remarketing possono essere generate anche su FacebookLinkedIn, Instagram, ecc, in questo modo si possono mostrare annunci pubblicitari sui social network a chi ha già visitato il sit

Come si fa remarketing:

  • Individuare il segmento di target di riferimento
  • Ottimizzare la landing page
  • Fare remarketing anche post conversione.
Aldo Agostinelli