Aldo Agostinelli

Secondo i dati riportati da Statista, negli Stati Uniti il mondo delle auto parzialmente autonome costituirà un mercato da 36 miliardi di dollari entro il 2025, mentre quello delle auto completamente autonome ne varrà 6. Numeri che, se uniti alle informazioni riportate sul Passenger Cars Report 2017 in riferimento alle previsioni di vendita del settore automotive nei prossimi anni, delinea un quadro marcato dal segno positivo. I tre grandi mercati di riferimento – Usa, Europa e Cina – arriveranno nel 2021 ad accogliere 15.2 milioni di unità, 16 milioni e 28.7 milioni di auto ciascuno. Leggi il post in inglese.

E i pubblicitari sono in fermento. Il motivo è semplice: al momento l’abitacolo dell’auto resta una zona franca, una advertsing free zone. Ma le cose potrebbero presto cambiare. Già ora, infatti, le connessioni wireless, i software evoluti e i vari sensori installati a bordi degli autoveicoli, sono in grado di raccogliere una grande quantità di dati su diversi aspetti delle nostre abitudini al volante e non solo: basterebbe il via libera ai marchi automobilistici per aggregarli e venderli a terze parti (leggi brand, società di servizi, agenzie pubblicitarie ecc) affinché la quattroruote si trasformi in un efficacissimo strumento di marketing a più livelli.

Negli Stati Uniti della tutela dei dati dei consumatori e della privacy si occupa la Federal Trade Commission. Ma non esistono regole specifiche per l’industria dell’automotive. Così le varie case si stanno organizzando per capire quanto e come possono usarli nel prossimo futuro.
Di fatto il vero scoglio resta la disponibilità degli utenti a consentire il trattamento delle proprie informazioni ma superato il primo secco e rigido diniego, gli addetti ai lavori sono convinti che, in cambio di vantaggi in termini economici e di sicurezza, le ritrosie saranno molto più facili da abbattere. Un’idea che non sembra poi così lontana dal vero: il recente sondaggio Ipsos “What The Future ha evidenziato che il 49% degli intervistati ritiene utile essere informato su offerte speciali o vendite a prezzi vantaggiosi nei negozi in cui il conducente ha effettuato acquisti in passato, e il 27% lo ritiene positivo nel caso specifico dei ristoranti.

Le strategie di allettamento possono essere le più svariate: uno sconto consistente sull’assicurazione, un coupon per un pieno benzina, buoni acquisto, una revisione gratuita. Insomma proposte magari tagliate su misura, in grado di invogliare e convincere il guidatore (Pop-up ads in your car? It could be the next big thing)

Tant’è che Telenav, una company con sede nella Silicon Valley che sviluppa soluzioni tecnologiche per l’auto, sta testando annunci pop-up sul proprio schermo d’infotainment da auto, proponendo ai proprietari di utilitarie una sorta di servizio freemium sul modello dei servizi musicali, al fine di invogliare i conducenti a condividere i loro dati. Lo “scambio” proposto è: la casa automobilistica installerà a bordo funzioni di lusso come la navigazione integrata o l’avvio del motore da app; in cambio il proprietario della vettura tollererà che il suo cruscotto touch trasmetta annunci pubblicitari di tanto in tanto. General Motors, invece, lo scorso dicembre ha inviato un aggiornamento software a milioni di veicoli, introducendo un sistema di e-commerce che permette ai conducenti di ordinare il caffè o prenotare ristoranti durante la guida.
Insomma il futuro sembra tracciato. Speriamo sia almeno molto vantaggioso!

Accettereste pubblicità sul vostro cruscotto touch in cambio di sconti e offerte mirate?  Mi piacerebbe avere i vostri commenti. Tweettate a @agostinellialdo.

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Aldo Agostinelli