Aldo Agostinelli

Il programmatore si occupa della scrittura dei codici sorgente che sono alla base di tutti i software, i programmi, le applicazioni e i siti web che utilizziamo quotidianamente. Si tratta di una figura molto richiesta, che può trovare ottime opportunità sul mercato del lavoro attuale

Il programmatore informatico è colui che scrive codice, e dunque programma tutti i software che utilizziamo quotidianamente sui nostri pc, smartphone e altri devices. Si tratta di una figura fondamentale per ogni attività e oggi, in tempi di digital transformation, molto richiesta, in quanto trasversale a tutti i settori. Quasi ogni azienda infatti, qualunque sia il suo ambito di azione, ha bisogno di qualcuno che si occupi di sviluppo software. Dalla realizzazione di app alla creazione di siti web, ecco tutte le attività che svolge il programmatore, le sue competenze e il percorso formativo per intraprendere questa strada.

Cosa fa il programmatore

L’attività predominante del programmatore informatico è la scrittura del codice sorgente di software, applicazioni e siti web. Per metterla in pratica, questo professionista deve avere una conoscenza approfondita del linguaggio di programmazione e saperlo utilizzare perfettamente. L’input per la scrittura di un nuovo codice arriva dalle esigenze del cliente, con il quale il programmatore si confronta al fine di comprenderne necessità e obiettivi.

La maggior parte delle volte il programmatore deve scrivere un nuovo codice da zero, per creare un programma che ancora non esiste. Ma può anche capitare che debba lavorare sulla correzione o sullo sviluppo di un codice già esistente. Infine, può essere utile ricordare anche cosa il programmatore non fa: non si occupa dell’hardware. Quindi, non interviene a livello tecnico sul macchinario, ad esempio cambiando cavi o sistemando schermi. Magari, in quanto appassionato, sa farlo, ma non rientra nelle sue attività di competenza.

I linguaggi di programmazione

Esistono diversi linguaggi di programmazione. Il programmatore deve conoscerne caratteristiche e funzionalità in modo da indentificare il migliore in base al tipo di progetto. Tra i linguaggi più conosciuti possiamo citare: PHP, JavaScript, C#, C++, Python. Il funzionamento di un linguaggio di programmazione è complesso da spiegare. Semplificando al massimo si può affermare che si tratta di un insieme di istruzioni che si utilizzano per produrre dati in uscita.

Programmatore e sviluppatore

Spesso, le figure del programmatore e dello sviluppatore, o web developer, si sovrappongono. Anche nelle offerte di lavoro pubblicate dalle aziende, è difficile distinguerle. In effetti, si tratta di due ruoli molto simili. Anche se, come si intuisce dagli stessi termini, il programmatore si occupa della scrittura dei codici sorgente, mentre lo sviluppatore segue, appunto, lo sviluppo del software. Potremmo dire che il programmatore getta le fondamenta del progetto, e su di esse ha una competenza vasta ed approfondita. Lo sviluppatore lo analizza, ne segue l’evoluzione e l’andamento. Tuttavia, in molti casi queste funzioni sono a capo della stessa persona, quindi non bisogna essere troppo rigidi sulle definizioni. Meglio saper fare entrambe le cose.

Front end e back end

Questi due termini ricorrono soprattutto quando si parla di sviluppatore, o developer. Semplificando, il front end è ciò che si vede, cioè l’interfaccia di un sito web o di un software, con la quale gli utenti interagiscono. In questo ambito, programmatore e sviluppatore devono lavorare soprattutto per garantire un’ottima user experience. Per fare in modo, cioè, che l’interfaccia sia intuitiva e facile da usare, con una grafica user friendly. Il back end è il “dietro le quinte”, la struttura di un sito web, di un software o di un’applicazione. Gli utenti non lo vedono, ma ovviamente è indispensabile per garantire il corretto funzionamento dei programmi. Ne costituisce le fondamenta, e deve essere ben solido per evitare problemi o bug.

A questi due ambiti bisogna poi, per completezza, aggiungerne un terzo: quello del full-stack developer. Ovvero, un programmatore o sviluppatore che ha competenze per creare e curare entrambi i “versanti”, front end e back end. Anche se alcune offerte di lavoro si concentrano solo su uno di essi, è consigliabile avere almeno una conoscenza base di entrambi. Infatti, non tutte le aziende sono in grado di assumere due professionisti diversi per occuparsi della programmazione.

Come diventare programmatore

Il prerequisito essenziale per diventare un professionista della programmazione informatica è una grandissima passione per i computer e per il mondo dell’informatica. Dopodiché, non guastano un approccio analitico e una buona abilità con il calcolo e la matematica. Per quanto riguarda la formazione, è sicuramente indispensabile un percorso specialistico mirato e, per i ruoli a livello più alto, una laurea in ingegneria informatica. Bisogna poi darsi molto da fare per studiare approfonditamente e sperimentare sul campo i diversi linguaggi di programmazione. Inoltre, poiché l’informatica è un campo in continua evoluzione, si deve sempre avere voglia di imparare e non smettere mai di studiare. Le informazioni in questo campo cambiano molto rapidamente.

Una competenza parallela che può essere importante è la conoscenza dell’inglese, la lingua più diffusa nei linguaggi di programmazione. Per quanto riguarda, invece, le soft skills, il programmatore deve avere buone capacità relazionali, perché oltre a passare tanto tempo da solo davanti al computer deve anche relazionarsi con i clienti. Spesso, spiegando loro concetti di difficile comprensione. Deve poi essere molto organizzato, sapere rispettare le scadenze ed essere in grado di lavorare anche sotto pressione.

Il programmatore nel mercato del lavoro

Come anticipato all’inizio, stiamo parlando di una figura oggi molto ricercata. Per cui, una formazione mirata in questo ambito, risulterà facilmente spendibile. Sul web, si trovano moltissime offerte di lavoro proprio per questo ruolo. Per chi desideri intraprendere questa strada, è una buona idea specializzarsi in un settore mirato, ad esempio quello dei videogiochi, oppure dell’e-commerce, o ancora dell’automazione industriale. Gli ambiti sono davvero numerosi.

Uno dei più interessanti è quello dell’IoT, Internet delle Cose, un settore che avrà sviluppi molto importanti nel futuro immediato. Molto appetibile anche il settore delle app e delle startup tecnologiche, in costante aumento anche in Italia. Per quanto riguarda la modalità di lavoro, il programmatore può farsi assumere come dipendente presso un’azienda grande o piccola (e anche nel pubblico) oppure lavorare da freelance. Svolgendo prevalentemente la sua attività davanti al computer può anche puntare sul lavoro da remoto. Una caratteristica che oggi non guasta affatto.

Aldo Agostinelli