Aldo Agostinelli

Video, realtà virtuale e OTT governeranno il mondo del content marketing in cinque, massimo dieci anni a partire da ora. Nel suo ultimo report “1-Minute Reads for 3 BIG Trends Impacting Each of the 20 Most Compelling Transformative TechnologiesABI Research identifica i tre macro trend che maggiormente avranno un impatto in ambito tecnologico, influenzando e orientando fortemente l’universo marketing nel futuro prossimo venturo. Da leggere integralmente per essere aggiornati (e preparati!) su ciò che si profila all’orizzonte dei marketer, particolarmente interessante è l’attenzione dedicata all’evoluzione del video, della realtà virtuale e dell’OTT, sigla che sta per over-the-top e che indica tutte quelle company che, mediante la rete, forniscono contenuti, servizi e le cosiddette applicazioni “rich media”. Read it in english.

In tal senso lo studio evidenzia quanto già sotto agli occhi dei più attenti: il mercato dei contenuti sta letteralmente rimodellando non solo il panorama video ma anche la stessa televisione, ribaltando la prospettiva cui eravamo abituati. La domanda cruciale che occorre porsi oggi non è più “quale servizio/contenuto offro?” ma piuttosto “di quanti servizi necessito per il contenuto che desidero offrire?”. La gamma è variegata: si va dai pacchetti SVOD (subscription video on demand) ai servizi TVOD (transactional video on demand) per l’affitto o il possesso del contenuto, alla combinazione dei due. Anche per questa ragione ABI calcola in 4 miliardi di dollari il mercato del software video entro il 2021. Cifra che, nelle previsioni di Markets Insider potrebbe anche arrivare nel suo complesso a oltre 10 miliardi,con un tasso di crescita annuale del 23,2%.

Entrando nella tipologia dei contenuti, complice la VR, possiamo dire che è il “momento dei 360°”. Ossia dei contenuti coinvolgenti che, all’interno dello spazio video, mixano componenti appartenenti ad altri settori, videogame in primis. E se fino a ieri erano solo gli sviluppatori di videogiochi a sfruttare una narrativa quanto più immersiva e interattiva per far prevalere il proprio prodotto, oggi vediamo un crossover in cui sono gli editor video che attingono alle tecniche e agli stratagemmi comuni al mercato dei videogiochi per proporre contenuti più trascinanti. Un orientamento non prettamente statunitense ma globale. Tant’è che, per esempio, in Italia ci sta puntando molto il Corriere della Sera.

Il 360° per ovvie ragioni non può prescindere dalla VR. In questi ultimi anni la realtà virtuale ha entusiasmato e deluso a seconda dei punti di vista. Quel che è certo è che non ha ancora raggiunto il suo pieno sviluppo (anche economico!) ed espresso tutto il suo potenziale. Ma siamo in presenza di una tecnologia che lascerà il segno e, secondo ABI, molto più a lungo di quanto non abbia fatto la tv 3D.

I contenuti interattivi evolveranno di pari passo con i mutamenti della VR e, se tutto andrà come è nelle previsioni, arriveremo (e senza dover poi aspettare così a lungo) a usufruire di contenuti in grado di rendere il lettore-spettatore sia osservatore che protagonista della scena, al cui interno potrà muoversi per “indagare” lui stesso gli elementi di un fatto di cronaca, di un meeting di politica internazionale o di un più leggero evento mondano.
Media, marketer e advertiser dovranno attrezzarsi per non rimanere indietro!

Se i contenuti evolveranno verso i 360°, come immaginate cambierà la pubblicità? Inviate i vostri commenti a @agostinellialdo.

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Aldo Agostinelli