Aldo Agostinelli

Il lead time misura il lasso di tempo che separa l’invio di una richiesta da parte del cliente e il momento in cui ottiene il prodotto o servizio desiderato. Per l’azienda è importante ridurlo al minimo, fornendo un servizio efficiente

Il lead time è il tempo che intercorre tra la richiesta di un cliente e il momento in cui l’azienda riesce a soddisfarla. Normalmente si pensa soprattutto ai tempi di consegna, ma in realtà all’interno della supply chain il lead time può includere diversi passaggi. Il tempo di approvvigionamento, il tempo di produzione, il tempo che intercorre tra la richiesta di svolgimento di una operazione e la sua effettiva attuazione. Ridurre i tempi di attesa dei clienti deve essere una priorità per ogni azienda, perché oggi le esigenze dell’utente medio sono molto elevate. Basti pensare che Amazon è diventato il colosso che oggi è proprio grazie al suo impeccabile servizio clienti e alla impareggiabile rapidità di consegna.

Che cosa è il lead time?

Il lead time è il tempo di risposta di un’azienda alla richiesta di un cliente. In questo tempo vengono svolte diverse operazioni, internamente ed esternamente. Le principali solitamente sono:

  • ricezione e trasmissione dell’ordine
  • invio dell’ordine al magazzino per comporre la spedizione
  • imballaggio
  • preparazione dei documenti necessari
  • spedizione, trasporto e consegna.

Dal punto di vista del cliente (lead time cliente) il lead time è il tempo di attesa nel complesso. L’azienda invece calcola solo il tempo relativo alle operazioni delle quali è direttamente responsabile, senza tenere conto della spedizione (a meno che, come Amazon, disponga di un servizio di logistica interno). Spesso infatti le aziende avvertono il cliente della loro estraneità ad eventuali ritardi al tempo necessario per fare arrivare la merce a destinazione. Offrire un servizio di consegna rapido è molto importante, ma non deve andare a scapito della qualità. Si tratta quindi di trovare il giusto equilibrio, garantendo sempre un elevato livello di servizio.

Le diverse tipologie

Come abbiamo accennato, per l’azienda il concetto di lead time è più complesso che per il cliente. Questo tempo di attraversamento comprende infatti operazioni spesso complesse. Vediamo più nel dettaglio quali sono le principali:

  • approvvigionamento: in seguito ad un ordine, a meno che il prodotto sia già disponibile, occorre inserire la richiesta nel gestionale, acquistare i materiali e attendere l’arrivo della merce;
  • lead time di produzione: tra l’arrivo delle materie prime e il momento della spedizione si colloca il processo produttivo;
  • logistica: arrivo del materiale, stoccaggio a magazzino, movimentazione e infine spedizione;
  • sviluppo: il tempo legato allo sviluppo di nuovi prodotti.

Come si calcola il lead time?

Dal momento che esistono diversi tipi di lead time, non esiste un solo modo per calcolarlo. Dipende infatti dalle circostanze. Facciamo un esempio con il lead time di produzione. In questo caso bisognerà sommare i tempi delle seguenti operazioni:

  • attendere che una macchina diventi libera dalla lavorazione precedente;
  • attrezzare la macchina per predisporla al nuovo lavoro (set up);
  • l’attività di lavorazione vera e propria, variabile in base al prodotto e ai materiali
  • Tempi di fermo, è l’insieme dei tempi in cui la macchina non lavora
  • l’attesa necessaria affinché il prodotto si raffreddi, o si asciughi, o si stabilizzi
  • l’insieme dei tempi di trasporto, stoccaggio, recupero all’interno dell’area produttiva.

Come ridurlo

Il primo passo per ridurre il lead time consiste nell’effettuare un’analisi dei tempi di approvvigionamento individuando i momenti più critici. Suddividere le diverse operazioni in attività più piccole permette di comprendere quali passaggi vanno resi più efficienti. Particolare attenzione va posta alla logistica, dove possono nascondersi errori che rallentano lo scorrimento dei processi. In queste fasi è utile sfruttare dei software per la logistica e l’organizzazione del magazzino. In secondo luogo, occorre valutare l’attività dei fornitori. Spesso si tende a rivolgersi sempre agli stessi per abitudine, ma non è detto che siano i più efficienti.

Uno dei metodi più diffusi per ridurre il lead time è il just in time. Questo metodo punta a gestire le scote di magazzino in modo da limitare al minimo gli sprechi. Per realizzarla occorre un ottimo livello di coordinazione. Un’altra strategia è quella del cross-docking, che prevede una riduzione al minimo dei tempi di movimentazione e stoccaggio nello scambio della merce tra il fornitore e il cliente.  Esiste poi un’ampia gamma di strumentazione dedicata proprio al magazzino in grado di rendere la gestione pratica molto più rapida e fluida.

Aldo Agostinelli