Si chiama Rich Communications Service (RCS) e rappresenta la nuova versione degli Sms, molto più evoluta di quanto non siano mai stati gli Mms. Chi pensava, infatti, che lo Short Message Service fosse morto, si sbaglia: è vivo e vegeto e, anzi, sta riprendendo quota. In gran parte grazie a Apple e Facebook, che l’ha integrato nel suo Messenger, ed ora anche grazie a Google, che intende provare a dare l’assalto al settore della messaggistica, sino ad oggi dominato dai suoi competitor.Read in English.
Dopo aver acquisito lo scorso anno Jibe, una piattaforma per l’invio degli short-text smart, Google adesso è passato all’azione rendendo disponibile il servizio Rcs agli abbonati dell’operatore americano Sprint. Il nuovo sistema consente agli utenti Android di sfruttare gli Sms, con quelle funzionalità già presenti in alcuni servizi di messaggistica come Apple iMessage. Per esempio l’avvio delle chat di gruppo, la loro denominazione e l’aggiunta di partecipanti alla conversazione; la condivisione d’immagini e video 100 volte più pesanti di quanto non è dato fare con i tradizionali (e obsoleti) Mms; la visualizzazione del numero delle battute del testo e la conferma di lettura. Il tutto, però, a condizione che gli utenti siano dotati di un dispositivo Android KitKat o superiore e abbiano impostato Messenger come applicazione predefinita per gli Sms.
Che gli Sms stiano tornando in auge non è una sorpresa. Evidenti segni di ripresa, per esempio, si erano già manifestati durante l’ultima tornata elettorale statunitense. Nel tentativo di far giungere all’elettorato il proprio messaggio politico, bypassando l’eccessiva invadenza delle applicazioni di messaggistica e delle e-mail, Zach Fang, direttore della campagna per le primarie in Iowa di Bernie Sanders, li ha impiegati al servizio del candidato democratico. Centrando l’obiettivo. Sfruttando Hustle, un’applicazione per l’invio di Sms smart, con l’aiuto di solo 6 membri dello staff, Fang ha raggiunto 8mila contatti nella prima settimana di campagna e 15mila in quella successiva, riuscendo a coinvolgere nel dibattito politico via short-text un target eterogeneo di elettori, dai millennials agli over 40, e dimostrando come, nel 2016, il sistema risulti assolutamente efficiente.
Non è chiara la strategia di Big G. In primo luogo c’è il fatto che, a differenza di iMessage che funziona con qualsiasi dispositivo Apple, l’Rcs di Google è messo a disposizione solo dei vettori con cui conclude un accordo. E in tal senso Google non ha ancora dichiarato quando e con quali, oltre a Sprint in Usa, intende farlo. Inoltre il sistema non funziona sui telefoni più datati, e su quelli supportati è necessario che gli utenti impostino l’app Google Messenger come client predefinito. Senza contare poi che, a questi ultimi, Google continua a offrire la propria chat di Hangouts, promuovendo al contempo la nuova app Allo con Intelligenza Artificiale integrata, definita come il futuro della messaggistica. In breve, regna grande confusione.
Che idea vi siete fatti? Come considerate la strategia di Google in ambito messaggistica? Mi piacerebbe avere i vostri commenti. Tweettate a @agostinellialdo.
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