Aldo Agostinelli

Ant e Tencent controllano oltre il 90% del mercato cinese dei pagamenti elettronici. In un Paese dove tutti pagano tramite app, il Governo interviene per arginare l’ascesa dei big di Internet sul mercato finanziario. E non è il solo

Il governo cinese ha introdotto nuove normative per frenare lo strapotere dei colossi del web. Nel mirino i gruppi dominanti Alibaba, Ant Group e Tencent, seguiti da altre piattaforme, come l’app per le consegne di cibo a domicilio Meituan. Pechino teme l’avanzata dei big del fintech: l’uso quotidiano delle app di pagamento digitale come Alipay e WeChat in Cina è la norma. Ed è facile che possano sfuggire al controllo delle autorità (Don’t even try paying cash in China).

Meglio l’app della credit card

Pagare con la carta di credito, in Cina, non è un’abitudine diffusa. Del contante non ne parliamo neppure. Qui vige il fintech: tutti usano il mobile payment, che si tratti di una corsa con Didi (equivalente cinese di Uber), di un frutto a una bancarella per strada o del capitolo di un ebook al prezzo di pochi centesimi. Se pagare con carta di credito non è un’operazione complessa, farlo tramite app è straordinariamente facile e immediato. In pratica il Paese ha fatto un salto, approdando dal contante direttamente ai pagamenti digitali tramite smartphone. Le app hanno consentito alle piccole imprese di connettersi facilmente alla moderna infrastruttura finanziaria, in un Paese in cui le banche sono in gran parte in mano al potere centrale. (Don’t even try paying cash in China).

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Ant e Tencent: al comando, testa a testa

Ant è stata pioniera dell’inclusione finanziaria in Cina, dove milioni di persone rimangono al di fuori dal sistema bancario formale. Tencent, da parte sua, ha recuperato terreno e fatto grandi progressi nella finanza digitale. Entrambe le società si sono avventurate nel fintech partendo dai pagamenti digitali: Alipay, l’app di punta di Ant, vende microprestiti e assicurazioni, consente di pagare le bollette o prenotare una visita in ospedale. Tencent incorpora i servizi finanziari all’interno delle funzionalità di pagamento di WeChat e QQ, quindi è difficile capire quanto guadagni dal fintech. A livello di numeri si profila un testa a testa. Tra il miliardo di utenti annuali di Alipay, 729 milioni hanno effettuato transazioni in almeno un servizio finanziario attraverso la piattaforma. A partire dal 2019, più di 800 milioni di utenti e 50 milioni di commercianti hanno utilizzato WeChat per i pagamenti. Ant ha registrato un totale di 121 miliardi di yuan (17 miliardi di dollari) di entrate lo scorso anno, quasi raddoppiando la somma dal 2017. Nel 2019, Tencent ha generato 101 miliardi di yuan di entrate dai suoi servizi “fintech e business”. Nel complesso, le due aziende controllano insieme oltre il 90% del mercato cinese dei pagamenti elettronici, con un leggero vantaggio per Alipay (The race to be China’s top fintech platform: Ant vs Tencent).

L’altolà di Pechino

La bozza di 22 pagine della State Administration for Market Regulation (SAMR) rappresenta il primo tentativo da parte del Governo di definire comportamenti anticoncorrenziali nel settore tecnologico. Le nuove regole vogliono impedire alle aziende di condividere dati sensibili sui consumatori, di collaborare per spremere i concorrenti più piccoli e di vendere in perdita per eliminarli. La normativa si rivolge anche alle aziende che trattano i clienti in modo diverso in base ai loro dati e alle abitudini di spesa. L’attenzione di Pechino si concentra in modo particolare sull’affiliata di Alibaba, Ant Group, costretta a ritirare il suo lancio in borsa la scorsa settimana, dopo che le autorità di regolamentazione hanno sollevato preoccupazioni su come i pagamenti digitali possano influenzare il mercato finanziario. Il mondo ha assistito così al blocco della quotazione in borsa più grande della storia (l’offerta pubblica iniziale era stimata intorno ai 37 miliardi di dollari). Le autorità cinesi, tuttavia, non sono le sole a preoccuparsi per la crescita esplosiva di alcune piattaforme online. L’Unione Europea ha accusato Amazon di abuso di potere di mercato. Nel frattempo, le autorità statunitensi stanno prendendo provvedimenti contro il monopolio di Google, con la più importante causa antitrust dai tempi di quella contro Microsoft alla fine degli anni ’90. Una battaglia in pieno corso tra Governi e imprese che al momento, per quanto riguarda la Cina, ristabilisce il predominio della Repubblica popolare, ma che nei prossimi mesi potrà facilmente riservare nuove sorprese (China to clamp down on internet giants).

Chi vincerà nella lotta per il dominio dei mercati finanziari: i leader del fintech o gli Stati? Tweettate i vostri commenti a @agostinellialdo

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Giulia Foschi