Indispensabile per ogni azienda, serve a mantenere un contatto costante con i clienti e a garantire un servizio efficiente. Per configurarne uno non serve essere programmatori. Vediamo allora come creare un chatbot, come creare bot su Facebook, come creare un bot Telegram
Oggi ormai quasi nessuna azienda può fare a meno di un chatbot per garantire un servizio sempre attivo ai propri clienti. Il chatbot consente di instaurare una interazione diretta, fa sì che il cliente si senta ascoltato e che possa effettivamente trovare le risposte che cerca, quando le cerca, 24 ore su 24. Inoltre, grazie al machine learning, i chatbot diventano sempre più precisi, perfezionandosi nel tempo in base all’esperienza acquisita e alle informazioni immagazzinate. Anche senza essere programmatori, si possono creare dei chatbot grazie a comodi servizi online. Vediamo quindi come creare un chatbot, e nello specifico come creare un bot su Facebook e come creare un bot Telegram.
Come creare un chatbot con il linguaggio di programmazione
Non ci addentreremo molto in questo argomento perché il linguaggio di programmazione richiede competenze specifiche. Ci limitiamo però ad accennare che, in presenza di tali conoscenze, è possibile creare un software che si può integrare direttamente con le api (application programming interface) delle diverse piattaforme (api Messenger api di Telegram ecc). In questo modo, il chatbot si potrà costruire precisamente sulla base delle proprie esigenze, definendo le risposte ma anche l’interno meccanismo di intelligenza artificiale e machine learning. In ogni caso, molte delle piattaforme che andremo ad elencare sono in grado di offrire queste tecnologie, e permettono comunque di ottenere ottimi risultati.
Come creare un chatbot: le linee guida
Prima di passare a esaminare i migliori tool per creare un chatbot, soffermiamoci un attimo sulle caratteristiche che il nostro assistente dovrebbe avere. È bene ricordare infatti che il chatbot, essendo un’estensione diretta dell’azienda, ne deve conservare il carattere, il tono di voce, i valori. Deve poi essere “cordiale”, quindi utilizzare sempre un messaggio di benvenuto e di saluto. Proprio come farebbe un essere umano. Una buona idea, adottata da molti brand, è quella di dargli un nome per renderlo più amichevole. Volendo, si può anche inserire un’immagine o comunque configurare una grafica che lo renda piacevole. Come prima cosa, il chatbot dovrebbe quindi palesarsi e presentarsi all’utente che accede ad esempio sul sito web. Deve poi sapersi scusare, domandare nuovamente e saper comprendere diversi modi di porre la stessa questione.
Come creare un bot su Facebook: ManyChat
Dopo aver passato in rassegna le caratteristiche che possono essere considerate fondamentali per ogni chatbot, iniziamo ad addentrarci nei tool disponibili per crearli. Una delle piattaforme più utilizzate per creare bot su Facebook è ManyChat. La versione base è gratuita, e vi si accede tramite il proprio profilo Facebook business. L’utilizzo è molto semplice, grazie a una interfaccia “drag and drop” (cioè si trascinano i diversi elementi). La configurazione avviene impostando, in base alle richieste più frequenti degli utenti, alcune parole chiave. Grazie alle quali, il bot sarà in grado di formulare risposte pertinenti. La piattaforma permette infine di monitorare i dati relativi alle interazioni con gli utenti.
Come creare un bot Telegram: BotFather e TrackBot
Esistono diversi strumenti per creare bot Telegram. BotFather è il principale, è creato direttamente dallo stesso Telegram e si attiva direttamente all’interno dell’applicazione (bot inline). Vi si accede con lo username @botfather. TrackBot è invece uno dei migliori tool per tracciare spedizioni e ricevere aggiornamenti automatici. Anche in questo caso senza spostarsi dalla chat si possono seguire i pacchi di corrieri italiani e stranieri. Si accede con lo username @trackbot.
ChatFuel
ChatFuel è una piattaforma che permette di creare chatbot per Facebook e per Telegram. Tuttavia, si può anche integrare negli account aziendali di altri social media come Instagram, Twitter e LinkedIn. Anch’essa ha una versione gratuita e una a pagamento con maggiori funzionalità. Per configurare un chatbot si creano delle “text cards”, sempre utilizzando la modalità drag and drop. La piattaforma offre anche dei modelli preimpostati. Con ChatFuel si possono realizzare due tipi di chatbot:
- Pulsanti: rispondono a una domanda con più risposte predefinite, tra le quali l’utente deve scegliere per portare avanti la conversazione
- Messaggi: rispondo alla domanda con una risposta sola, sfruttando l’intelligenza artificiale e la tecnologia NLP (linguaggio naturale). Ovviamente questi chatbot richiedono una elaborazione maggiore. Bisogna predisporre domande ipotetiche e alcuni gruppi di frasi, a ciascuna delle quali associare una risposta.
Botsify
Un’altra piattaforma drag and drop, gratuita con funzionalità premium a pagamento, è Botsify. Anch’essa utilizza le tecnologie del machine learning e dell’intelligenza artificiale, e permette di creare chatbot a partire da modelli predefiniti che si possono modificare in corso d’opera. Oltre che bot per Facebook, Botsify permette di creare anche chatbot per i siti web. Per questo risulta molto utile.
Sequel
Sequel è una piattaforma che consente di creare chatbot per diversi social media, inclusi Facebook, Telegram, Kik e Viber. Anch’esso molto semplice da utilizzare, e dotato di tecnologia di linguaggio naturale. Funziona tramite template preimpostati da scegliere seguendo una procedura guidata. Inoltre, permette di creare contenuti multimediali come quiz o storie interattive. La chat, infine, si può personalizzare con diverse impostazioni grafiche e gif.
BotSociety
Con BotSociety si possono creare bot per Facebook, Slack, GoogleHome e Telegram. Funziona attraverso la creazione di un mockup, cioè una riproduzione grafica di come il chatbot apparirà. Si procede quindi inserendo immagini, bottoni e altri elementi. Infine, dopo aver visualizzato l’anteprima, il chatbot si può comodamente esportare e applicare nella piattaforma desiderata. È dotato di tecnologia NLP.
Botmock
Diversamente da BotSociety, Botmock funziona sia tramite mockup che attraverso la creazione di flowchart, ovvero di diagrammi di flusso. Permette quindi di realizzare il chatbot tramite un’interfaccia grafica oppure attraverso la creazione, appunto, di un flowchart. Si può integrare con Facebook, Amazon Alexa e Google Actions. Come gli altri è piuttosto intuitivo da utilizzare, anche se nella versione gratuita non permette come unico limite di visualizzare un’anteprima.
GupShup
Con GupShup si può scegliere se utilizzare il linguaggio di programmazione o un semplice editor grafico, come i precedenti. Si adatta quindi a diverse esigenze. L’editor funziona fondamentalmente in maniera simile agli altri. Però, qui non è presente un sistema di intelligenza artificiale. Si parte quindi impostando un elenco di messaggi con risposte predefinite. Ciò rende molto rapida l’esecuzione ma meno flessibile.
Come creare un chatbot: conclusioni e sviluppi futuri
Considerata l’ampia offerta delle piattaforme per creare chatbot, il consiglio che possiamo dare è quello di sperimentare. Soprattutto se è la prima volta che ti approcci a questo mondo, puoi creare diversi chatbot di prova prima di decidere. Trattandosi di tool gratuiti, nella loro versione iniziale, è possibile fare diversi tentativi senza spendere, e senza perdere molto tempo, perché i passaggi sono piuttosto rapidi. Questo può essere un buon modo per arrivare a identificare quella più adatta alle proprie esigenze o semplicemente quella con la quale ci si trova più a proprio agio.
Infine, considerate che quello dei chatbot è un mercato in forte espansione. La user experience sarà, sempre di più, la direzione in cui evolveranno i contenuti sul web. Per questo soluzioni che permettono di mantenere un contatto costante con i clienti e di facilitare il processo di informazione e di acquisto saranno sempre più diffuse e sempre più precise. D’altra parte, anche le tecnologie che ne sono alla base – intelligenza artificiale e machine learning – sono ambiti per i quali sono previsti ampi margini di sviluppo. Saranno quindi numerose le applicazioni e le piattaforme che nasceranno nei prossimi anni: conviene aggiornarsi di frequente e tenere d’occhio il web per conoscere tutte le novità.