Aldo Agostinelli

Il campo lunghissimo è un tipo di inquadratura che riprende unicamente l’ambiente e il paesaggio. Le eventuali figure umane, se presenti, sono irriconoscibili: lo scopo è descrivere il contesto in cui si svolge l’azione

Il campo lunghissimo è un tipo di inquadratura in cui si vede soltanto il paesaggio e l’ambiente nel complesso. Le figure umane, se presenti, non sono ben visibili. Questa inquadratura si utilizza molto nei film western classici per enfatizzare gli sterminati spazi naturali. In questo modo, si offre una visione complessiva del contesto in cui il film è ambientato.

Che cos’è il campo lunghissimo e come si usa

Com’è facile intuire dal nome, il campo lunghissimo mostra una porzione di spazio molto ampia ed estesa, nella quale le figure umane non sono percepibili. Pensiamo alle immense praterie dei film western. Gli eventuali personaggi sono molto distanti e non si distinguono. Al limite, se ne intravedono i movimenti. La funzione del campo lunghissimo è descrittiva: serve a mostrare allo spettatore l’ambiente nel quale si svolgerà l’azione. Ma non solo. Può anche trasmettere un’atmosfera, lasciare intuire un presagio, veicolare l’emozione prevalente del film. Va quindi usato e dosato con attenzione e in modo funzionale allo svolgimento della narrazione.

Campo lunghissimo e campo lungo

Il campo lungo non è molto diverso dal campo lunghissimo. Però, lo spazio che include è più circoscritto e la figura umana in esso contenuta comincia ad assumere una forma più visibile. Nel campo lungo, è già possibile  distinguere un personaggio da un altro. Questi due campi si adattano molto bene ai film ambientati in spazi ampi e suggestivi. Pensiamo ad esempio alle lunghe strade americane. Molto simile ma leggermente diverso il campo totale, nel quale viene inquadrato un ambiente nella sua totalità, ad esempio una piazza, uno stadio o comunque in ambiente con dei confini.

Campi e piani

Nei campi l’ambiente è sempre protagonista, anche se in modi diversi a seconda dello spazio che viene inquadrato. Nei piani, al contrario, è la figura umana a diventare protagonista, anche in questo caso in diversi rapporti di grandezza e posizionamento con l’ambiente circostante. Vediamo quali sono le diverse inquadrature (campi e piani) che si possono utilizzare nello sviluppo di uno storyboard e realizzare successivamente con riprese fotografiche o video.

Oltre al campo lunghissimo, al campo lungo e al campo totale, di cui abbiamo già parlato, c’è anche il campo medio, che può essere chiamato anche mezzo campo lungo. In quest’ultimo caso la figura avanza nell’inquadratura, ma l’ambiente rimane comunque prioritario. Tra i piani, invece, abbiamo la figura intera, il piano americano, il piano medio o mezza figura, il primo piano, il primissimo piano e il dettaglio, che si concentra solo su una parte del corpo. Come si può intuire, in questa sequenza di piani l’obiettivo si avvicina progressivamente alla figura. Da tenere in considerazione anche il punto di vista, che può essere statico o dinamico.

Aldo Agostinelli