Aldo Agostinelli

Una forma di marketing non convenzionale basato sul passaparola. Il buzz marketing può rivelarsi più efficace delle strategie tradizionali nel generare attenzione rispetto a un prodotto o servizio

Il passaparola è una tecnica di promozione che è sempre esistita. Il buzz marketing si può considerare la versione contemporanea e digitale proprio di questa forma di trasmissione di un messaggio. Non a caso, la parola buzz significa letteralmente ronzio. Le chiacchiere che si formano spontaneamente attorno a un brand, un prodotto o un servizio possono infatti aumentarne notevolmente la visibilità. Far sì che la gente discuta di un marchio, attraverso differenti canali, è un’ottima strategia per generare attenzione e lead.

Cos’è il buzz marketing

Il buzz marketing è una strategia di marketing che consiste in un insieme di azioni il cui scopo è generare e aumentare la quantità di conversazioni riguardanti prodotti e servizi. Naturalmente, l’obiettivo ultimo è una migliore notorietà e reputazione del brand stesso. Il buzz marketing offre alle persone un motivo capace di innescare una discussione riguardo a un prodotto o a un brand. La parola onomatopeica buzz, non a caso, fa subito venire in mente il ronzio delle api. Da qui il concetto di “sciame“, un termine che identifica un gruppo di utenti accumunato da un interesse in una specifica categoria di prodotti. Tramite, ad esempio, blog, forum e social network, queste persone mettono in atto, consapevolmente o meno, un’attività di buzz marketing, semplicemente parlando di qualcosa che interessa loro.

Strategie per scatenare il “buzz”

Il buzz marketing fa ricorso a diverse tattiche per innescare una discussione:

  • la suspense
  • il lancio di un nuovo prodotto
  • la creazione a tavolino di una controversia o di un dibattito
  • la richiesta di un parere a blogger o influencer.

Per metterle in atto, è necessario lavorare sulla comunità degli utenti dei social media, che possono essere divisi in tre categorie:

  • Opinion leader: amplificano i messaggi tra gli utenti appartenenti al target di riferimento, in funzione della loro autorevolezza. Chi fa buzz marketing deve quindi riuscire a individuarli e coinvolgerli
  • Utilizzatori: utenti che portano avanti un’interazione con gli altri membri della comunità, contribuendo a generare il “buzz”. L’obiettivo è trasformarli in acquirenti
  • Acquirenti: costituiscono il passaggio finale della campagna e il successo della stessa.

Come fare buzz marketing di successo

È soprattutto la contagiosità del messaggio a determinare l’efficacia del passaparola generato dalle campagne di marketing non convenzionale. Ciò che si comunica deve riuscire a lasciare il segno, a essere ricordato anche a distanza di tempo e di diffondersi rapidamente. Le strategie di marketing virale funzionano se le persone le trovano in qualche modo divertenti, partecipandovi senza sforzo perché rientrano nei loro interessi. Infatti, è proprio la partecipazione spontanea degli utenti che fa sì che una campagna possa funzionare e che la distingue da ogni altra strategia di marketing classica e più “impostata”. Le quali, per loro natura, non riusciranno mai a “convincere” gli utenti allo stesso modo, perché verranno inevitabilmente riconosciute come azioni pubblicitarie. Quando invece sono le persone a mobilitarsi spontaneamente, anche se in fondo sanno che di base c’è un’operazione di marketing, l’effetto è assicurato.

Social media, blog e youtube

Il buzz marketing passa attraverso diversi canali. Sicuramente quello privilegiato è rappresentato dai social network, il luogo ideale dove generare delle conversazioni. Per loro natura, tutti i social incentivano l’interazione tra brand e consumatori, grazie alla possibilità di generare e condividere contenuti, e alla struttura stessa di queste piattaforme. L’attività sui social network consisterà quindi nell’interagire con il proprio pubblico attraverso iniziative, contest, post e attività che spingano a generare commenti, hashtag e condivisioni.

Anche i blog possono funzionare molto bene all’interno di una campagna di buzz marketing. Personali, tematici, di informazione, di network, o appartenenti a influencer, sono spesso seguiti con interesse e costanza dagli utenti. In ogni caso, il blog deve essere “Google friendly” e attinente al tema del brand. Un’attività che risale a tempi non sospetti. Per citare un esempio, Nokia, nel lontano 2002, decise di promuovere il suo camera-phone 3650 tramite 10 bloggers dai 18 anni in su appassionati di fotografia, che usarono il telefono per 2 mesi. Dopodiché, lo pubblicizzarono spontaneamente sulle proprie pagine innescando il passaparola.

Aldo Agostinelli